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Chiude la Regina e Gandria trema: che strada faranno i frontalieri?

doganiere controlla un auto
Parte del traffico che normalmente transita lungo la Statale 340 Regina potrebbe riversarsi sulla strada di Gandria, già fortemente trafficata. ©ti-press

A Gandria si incrociano le dita in attesa di scoprire quale sarà il percorso di migliaia di automobilisti comaschi: le alternative non sono molte.

Chiude la Regina. E a Gandria si incrociano le dita, in attesa di scoprire, lunedì prossimo, quale sarà il percorso alternativo scelto da migliaia di automobilisti e frontalieri comaschi per andare a lavorare.

Mercoledì mattina, l’ente nazionale delle strade statali italiane (ANAS) ha comunicato, con una circolare, l’avvio del cantiere per la costruzione della variante della Tremezzina. Un’opera da oltre mezzo miliardo di euro, appaltata – dopo decenni di attesa – lo scorso mese di gennaio.

L’articolo originale pubblicato dal Corriere del TicinoCollegamento esterno

Il progetto, destinato a cambiare in profondità il traffico su gomma della dorsale occidentale del Lago di Como, prevede la realizzazione di quattro gallerie e di tre viadotti: poco meno di 10 km di strada a mezza costa, grazie ai quali potranno essere interamente scavalcati gli abitati di Colonno, Tremezzina e Griante, e accorciati in modo significativo i tempi di percorrenza tra Como e Menaggio.

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I lavori preparatori dello scavo all’ingresso Sud della variante, a Colonno, hanno obbligato ANAS a chiudere completamente la Regina almeno per quattro mesi: dal 29 novembre al 29 marzo prossimi. Le polemiche e le proteste dei residenti in Centrolago sono durate a lungo, ma alla fine ha prevalso la scelta dell’ente strade. L’unica in grado di garantire sicurezza e rapidità nella prima fase di esecuzione del cantiere.

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Le alternative

Lo sbarramento a Colonno, però, taglierà in due l’unica via di collegamento sull’altro “ramo” del Lario. E costringerà migliaia di persone (e di auto) a scegliere le pochissime alternative praticabili.

ANAS ne ha individuate tre, inserendo anche il percorso sulla 36 (Colico-Lecco), soprattutto per chi proviene dalla Valtellina e dall’Altolago.

In pratica, però, sono soltanto due, così come illustrato benissimo dal Politecnico di Milano in uno studio sui flussi di traffico commissionato mesi fa dalla Provincia di Como: la provinciale della Valle Intelvi e il passaggio in Ticino, prima attraverso la dogana di Gandria e dopo lungo la A2 o la cantonale.

Nel loro rapportoCollegamento esterno, intitolato “Pianificazione della mobilità straordinaria per la chiusura temporanea della Statale 340 Regina”, i ricercatori del Politecnico hanno prima stimato le origini e le destinazioni dei flussi di traffico, quindi suddiviso gli stessi flussi tra i percorsi alternativi, infine calcolato l’impatto delle possibili variazioni e l’allungamento dei tempi di percorrenza.

Lo scenario emerso non è tranquillizzante per il Ticino. Tutt’altro. Ipotizza infatti, nella eventualità peggiore, un incremento potenziale dei passaggi in dogana a Gandria di oltre 5’500 persone al giorno e di quasi 5’000 automobili.

Secondo lo studio dell’ateneo milanese, firmato tra gli altri dall’ex rettore Giovanni Azzone, le «persone che dovranno allungare i propri tempi di viaggio per effetto della chiusura» della Regina a Colonno saranno in media circa 7’400 al giorno. Di queste, quasi 5’600 (il 76% del totale) potranno scegliere con «sostanziale indifferenza tra la Valle Intelvi e la Svizzera».

Tenuto conto che i tornanti della provinciale verso San Fedele non sono proprio il massimo della scorrevolezza, soprattutto d’inverno, è possibile (per non dire molto probabile) che buona parte del traffico si riversi su Lugano.

Tempi di percorrenza

Le previsioni, come sempre accade in situazioni del genere, potrebbero essere smentite. I numeri del traffico aggiuntivo potrebbero, cioè, non arrivare alle punte massime immaginate dallo studio del Politecnico di Milano.

Tuttavia, un aumento di auto in transito da Gandria ci sarà in ogni caso. Il passaggio dalla Svizzera, infatti, comporterà un «allungamento dei tempi di percorrenza fino a 10 minuti per una media di 2’288 viaggiatori al giorno, tra 11 e 20 minuti per 1’380 viaggiatori al giorno e di oltre 20 minuti per 1’921 viaggiatori al giorno».

Decisiva, per la scelta, sarà probabilmente la destinazione finale. I frontalieri che dal Centrolago percorrevano la Regina per andare nel Sottoceneri, ad esempio, potrebbero decidere la via “breve” della A2. Con tutte le conseguenze del caso.

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