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Canada, le scuse del Papa non bastano

Prosegue in Canada la visita di Papa Francesco per riavvicinare le comunità indigene alla Chiesa cattolica. Bergoglio, negli scorsi giorni, ha chiesto scusa per quanto accaduto in passato ai bambini nativi nelle controverse scuole residenziali gestite dai cattolici. Scuse che però potrebbero non bastare. Il Pontefice nei suoi discorsi non avrebbe infatti citato gli abusi sessuali subiti dai bambini negli istituti in questione.

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“Come ha detto il Santo Padre, chiedere il perdono non è la fine del problema, ma è un punto di partenza, un primo passo”, ha detto ieri il premier canadese Justin Trudeau durante la tappa in Quebec.  Una visita che, ha riconosciuto il primo ministro, avrà comunque un grande impatto sul Paese.

“Rinnovo la mia richiesta di perdono per il male commesso da tanti cristiani contro le popolazioni indigene”, ha ripetuto mercoledì Bergoglio, riferendosi a una pratica che è andata avanti per quasi mezzo secolo.

Da fine Ottocento e fino agli Novanta, migliaia di bambini sono stati strappati alle famiglie di nativi e trasferiti nelle scuole residenziali governative gestite in gran parte da cattolici, dove hanno subito abusi e violenze.

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