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Il Sole mai visto da così vicino

Un immagine della sonda Solar Orbiter diretta verso il Sole
Keystone / Esa/atg Medialab Handout

La navicella Solar Orbiter, lanciata lo scorso 10 febbraio nel quadro di un progetto dell'Agenzia spaziale europea e della Nasa, ha inviato le prime straordinarie immagini del Sole da una distanza di 77 milioni di chilometri dalla nostra stella.

Dalle fotografie risulta che la superficie è costellata di innumerevoli eruzioni che ricordano dei falò, che non erano state mai viste finora.

Al momento è impossibile stabilire se le piccole eruzioni fotografate siano legate a quelle più grandi già note ai ricercatori. Sebbene presi singolarmente questi piccoli falò sembrino insignificanti, secondo gli esperti potrebbero influenzare la temperatura della parte più esterna del Sole, la corona.

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“Abbiamo al momento solo le prime immagini e già possiamo osservare nuovi fenomeni interessanti”, ha detto il responsabile scientifico della missione, Daniel Müller. “Non ci aspettavamo davvero di avere risultati così importanti già all’inizio”, ha aggiunto. Non appena completata la fase di verifica tecnica, la sonda ha già confermato quanto siano giustificate le grandissime attese del mondo scientifico.

I dieci occhi di Solar Orbiter che osservano simultaneamente il Sole permettono infatti di cogliere dettagli invisibili agli strumenti finora puntati sulla nostra stella. Componendo le immagini di ognuno in un unico mosaico, forniscono un quadro unico del Sole e dell’ambiente che lo circonda.

Il contributo svizzero:
Solar Orbiter ha catturato le immagini con i suoi dieci strumenti, tra cui il telescopio STIX (Spectrometer Telescope for Imaging X-rays), realizzato da imprese e istituti di ricerca svizzeri – sotto la direzione della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW) – in collaborazione con partner di Polonia, Francia, Repubblica ceca, Germania, Austria, Irlanda e Italia. STIX, registrerà non solo le immagini ma anche gli spettri dei raggi X emessi dal Sole che forniranno informazioni sugli stati fisici e sui processi che si verificano durante le eruzioni solari.

Dei dieci strumenti, sei sono telescopi puntati sul Sole e quattro controllano l’ambiente che circonda la sonda, esposta a temperature altissime e protetta da uno specialissimo scudo in grado di resistere a temperature fino a 500 gradi, grazie al rivestimento di polvere nera a base di fosfato di calcio, molto simile ai pigmenti usati decine di migliaia di anni fa nelle pitture rupestri.

Nessuna altra immagine del Sole è stata ripresa da una distanza così ravvicinata così come quelle acquisite dalla suite di strumenti a bordo di Solar Orbiter. Durante il suo primo perielio, il punto in cui l’orbita ellittica della navetta spaziale è più vicino al Sole, Solar Orbiter si è avvicinato fino a 77 milioni di chilometri dalla superficie della stella, circa la metà della distanza tra il Sole e la Terra.

La sonda alla fine si avvicinerà anche di più al Sole. La sonda è ora nella sua fase di crociera, e aggiusta gradualmente la sua orbita intorno al Sole. Una volta entrata nella fase scientifica, che comincerà a fine 2021, il veicolo spaziale si avvicinerà a ben 42 milioni di chilometri dalla superficie del Sole, più vicino del pianeta Mercurio.

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