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Applausi alla Scala per un audace Macbeth

Una scena del Macbeth che ha aperto la stagione scaligera.
Una scena del Macbeth che ha aperto la stagione scaligera. Keystone / Fondazione La Scala Press Office

Oltre 12 minuti di applausi per il 'Macbeth' di Giuseppe Verdi che ha inaugurato martedì sera la stagione della Scala a Milano, dopo un anno di pausa dovuto alla pandemia.

Il pubblico ha espresso consensi convinti al direttore Riccardo Chailly e ai cantanti mentre è stata disapprovata dal loggione la regia modernista di Davide Livermore.

All’opera, trasmessa in diretta su Rai Uno e in tanti paesi del mondo, hanno assistito come da consuetudine ospiti illustri a partire dalle alte cariche dello Stato – al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono stati tributati cinque minuti di applausi – e personaggi della Milano che conta: Liliana Segre, Armani, Tronchetti Provera, Marina Berlusconi, Fedele Confalonieri tra gli altri.

Cantanti omaggiati

Calorosi applausi – con qualche isolato fischio – sono andati ad Anna Netrebko per la sua interpretazione di Lady Macbeth e a Luca Salsi (Macbeth), il forte e vittorioso generale scozzese che viene istigato dalla Lady a commettere i più infami crimini cominciando col pugnalare nel sonno il suo re per prenderne il posto.

Molti applausi anche per Ildar Abdrazakov, Banco, l’altro generale, ucciso anch’esso dai sicari di Macbeth. E approvazioni per gli altri interpreti: Francesco Meli (Macduff), Ivan Ayon Rivas (Malcom), Chiara Isotton, Andrea Pellegrini, Leonardo Galeazzi, Costantino Finucci, e soprattutto per un grande coro scaligero diretto da Alberto Malazzi.

È stata apprezzata anche la direzione di Riccardo Chailly, che nell’edizione critica dell’opera verdiana ha ripreso la morte in scena di Macbeth, presente solo nella prima edizione del 1847.

La vicenda raccontata da Verdi e dal librettista Francesco Maria Piave, ma prima ancora da William Shakespeare, si svolge nell’XI secolo, ma come tutti i grandi capolavori della letteratura e del melodramma affonda le sue radici nella storia dell’uomo e ne fa emergere gli eterni conflitti fra il bene e il male, fra la probità e il crimine.

Una regia che ha diviso

Il regista Davide Livermore non ha invece convinto il severo pubblico del loggione nel suo tentativo di collocare il Macbeth nella nostra epoca: nella sua interpretazione i costumi sono ispirati agli anni ’40 del secolo scorso e le scene utilizzano le tecnologie più recenti per rappresentare ambienti che ricordano le metropoli di oggi.

“Verdi non aveva paura dei buu e della censura e noi siamo andati fino in fondo. Siamo orgogliosi dello spettacolo”, ha detto Davide Livermore al termine della rappresentazione.

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