La televisione svizzera per l’Italia

Stop acquisti superflui, c’è la “biblioteca delle cose”

Punta di trapano fora un asse in legno tenuto fermo da una mano
A seconda delle stime, un trapano è usato da 7 a 14 minuti durante l'intero suo ciclo di vita [immagine d'archivio]. © Keystone / Gaetan Bally

"La maggior parte delle persone non ha bisogno di possedere un trapano, ma solo di fare un buco nel muro". È con questo spirito che stanno fiorendo in Europa le oggettoteche o 'biblioteche delle cose', luoghi in cui -analogamente a quelle dei libri- è possibile prendere in prestito attrezzi, strumenti e piccoli elettrodomestici di uso saltuario. L'ultima, in ordine di tempo, ha aperto lunedì nella Svizzera italiana.

Spazio Elle è un centro socioculturale attivo da tre anni a Locarno. Ospita corsi di discipline artistiche e orientali, eventi musicali e teatrali, momenti di incontro. Nuovo inquilino dal 5 ottobre scorso è l’Oggettoteca, che in un piccolo locale del semi-interrato custodisce decine tra strumenti per il fai-da-te, attrezzature sportive e da campeggio e accessori da viaggio o per la casa, specie da cucina.

Più che custodire, in realtà, l’Oggettoteca “fa girare”. Mette in prestito. Frutto del lavoro di sei volontari -che hanno condotto una campagna di raccolta oggetti e organizzato gli spazi- ha soprattutto lo scopo di ridurre l’impronta ecologica.

Illustrazione che mostra le differenze tra economia lineare, del riciclo e circolare.
Economia lineare / del riciclo / circolare. Dal sito di Leila, biblioteca delle cose, Bologna. www.leila-bologna.it

Comprato per pochi minuti

Le economie domestiche sono piene di oggetti dimenticati in cantina una volta passato l’entusiasmo iniziale, oppure utili ma di uso più che saltuario. Secondo una stima riportata dal periodico ‘La Borsa della spesa’, l’80% di essi è usato meno di una volta al mese. Il trapano è un simbolo poiché, nel corso del suo intero ciclo di vita, viene impiegato meno di un quarto d’ora.

Tutti oggetti che hanno un impatto ambientale sia al momento della produzione sia dello smaltimento, osserva la coordinatrice dell’Oggettoteca Francesca Estrada, del Forum socio-culturale del Locarnese.

Da qui l’idea di condividere anziché comprarne uno ciascuno, promuovendo in questo modo anche la solidarietà e la fiducia, dando una mano a chi è in ristrettezze economiche e, non da ultimo, liberando spazio vitale in casa. È vero, il prestito tra famiglie avviene talvolta in modo spontaneo, ma per chi non ha una grossa cerchia di conoscenze l’Oggettoteca aumenta di certo le occasioni di scambio.

Nell’intervista video, Francesca Estrada chiarisce i principi del progetto e mostra una carrellata di oggetti disponibili.  

L’Oggettoteca è aperta tre mezze giornate la settimana (anche grazie alla collaborazione con alcune classi di scuola media e speciale). Non ha ancora un servizio di prenotazioni online, ma ha una pagina Facebook. La tessera è annuale.

Le prime in Svizzera

A nord delle Alpi, le ‘biblioteche delle cose’ esistono già. Nella Svizzera tedesca, la prima ad aprire a dicembre 2018 è stata il LeihBar di Berna, promosso dalla Fondazione per la tutela dei consumatori SKS. Poco dopo è apparsa a Ginevra la cooperativa La Manivelle, che offre anche un bar ed è diventata man mano un luogo di aggregazione.

I promotori dell’Oggettoteca di Locarno hanno preso ispirazione anche da Leila Bologna. Fondata nel 2016, partita con uno o due scambi di oggetti al mese, oggi conta oltre 200 soci e circa 250 articoli che coprono tutti gli ambiti: fai-da-te, casa, cucina, viaggi, sport, e tempo libero, inclusi alcuni strumenti musicali e gadget di elettronica di consumo.

“L’offerta è strettamente legata al numero di soci perché il vincolo per partecipare al progetto è mettere a disposizione uno o più oggetti” per il tempo che si rimane iscritti, ci spiega il responsabile Antonio Beraldi. “Leila è vantaggioso dal punto di vista economico, perché evita un acquisto a chi deve utilizzare qualcosa sporadicamente, dal punto di vista ambientale, perché si evita uno spreco, ma ciò che per noi è più importante è la cultura della condivisione e spingere le persone a ragionare su che cosa significa possedere”.

L’ideale per sperimentare

Già, perché “sono davvero tanti gli oggetti che compriamo e, passato il “fuoco”, rimangono lì”, osserva Beraldi. “Una signora faceva l’esempio di sua figlia, cui era venuta la passione per le centrifughe ma lei era sicura che dopo averla acquistata, magari a 100-150 euro, l’avrebbe usata per una settimana e poi accantonata”. La biblioteca consente invece di inseguire nuove ispirazioni a cuor leggero (prendendo in prestito l’oggetto, o comprandolo con l’ottica di condividerlo). “In questo modo le persone possono anche sperimentarsi”.

Contenuto esterno

La prima, vera sede di Leila in un video.

Fino al mese scorso, Leila non aveva una sede centrale: “Abbiamo cercato di girare a nostro vantaggio il problema aprendo 5 ‘corner’ in vari punti della città, ad esempio un bar, un centro civico, una vineria ai quali piaceva il nostro progetto e che volevano dargli visibilità. E così abbiamo installato degli scaffali sulle loro pareti che potessero fare sia da vetrina sia da magazzino, non avendone uno nostro”.

Nel frattempo, però, attraverso un bando del Comune di Bologna, l’associazione si è aggiudicata uno spazio -in via Luigi Serra 2 g/h- che ha ristrutturato e dove il 25 settembre ha inaugurato quella che secondo Beraldi è “la prima vera biblioteca degli oggetti in Italia, nel senso che ci si può entrare, dare un’occhiata e interagire; un luogo in cui faremo anche diverse attività”. Per il solo prestito, esistono invece servizi analoghi in altre città, ad esempio quello offerto dall’Associazione Holi onlus a Firenze.

Una rete europea

Antonio Beraldi e la sua compagna hanno preso ispirazione (e il nome del progetto) da Berlino. “Avevo letto su ‘Internazionale’ un articolo sull’economia circolare. Raccontava di un condominio dove viveva questo ragazzo che faceva molto sport, e per questo i vicini di casa andavano a chiedergli attrezzature in prestito. Fino a che, un giorno, non ha proposto: ‘Perché non condividiamo la chiave della mia cantina?’ Così hanno iniziato a fare tutti, e qui è nata l’idea di Leila.”

Leila è diventato un marchio (non registrato) ripreso da altre biblioteche delle cose come Lipsia, Vienna e Innsbruck. Altre si sono ispirate al progetto ma hanno scelto nomi diversi. La particolarità di Bologna, riferisce Beraldi, è che “mentre nel resto d’Europa molti Leila hanno mantenuto un’accezione caritatevole (alcuni erano ospiti della Caritas o simili) noi non ci siamo rivolti solo a chi non aveva i soldi per comprare il trapano: il nostro obiettivo era rivolgerci a chiunque”.

Pagina web con intestazione LEILA e una serie di oggetti sparsi con descrizione
Il sito di Leila Bologna consente di vedere gli oggetti disponibili e prenotarli. www.leila-bologna.it

Passeggini sì o no

L’Oggettoteca di Locarno ha deciso di non tenere articoli per l’infanzia di uso continuativo come passeggini o scalda-biberon, perché i promotori ritengono che esistano valide alternative sul mercato dell’usato.

Bologna invece sì, ma con uno scopo preciso. “Stiamo cercando di stringere una collaborazione con l’Ufficio turistico per suggerire alle famiglie di raggiungere la città in treno e non in automobile. La nuova sede di Leila è alle spalle della stazione e quindi sarebbe comodissimo -per una famiglia che vuole passare un weekend o una settimana a Bologna- prendere in prestito da noi box e passeggino anziché portarsi tutto”.

Gli sviluppi

Per Locarno, il prossimo passo sarà cercare di prolungare la vita di oggetti che rischiano di finire nella spazzatura perché malfunzionanti. “Di per sé, la collaborazione con i ‘Caffè riparazione’ dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana è nata ancor prima della nascita dell’Oggettoteca, poiché ACSI chiedeva di poter utilizzare i nostri spazi. C’è l’idea di lavorare di pari passo. Abbiamo già degli oggetti che sono stati tenuti da parte e che faremo vedere a un riparatore appropriato”.

Bologna, invece, è passata dalla sola condivisione degli oggetti a quella dei saperi. Nel laboratorio della nuova sede, i tesserati trovano non solo attrezzi utili ma anche qualche consiglio e, talvolta, dei veri e propri corsi pratici. “Abbiamo stretto nel tempo una collaborazione con diversi artigiani. Bologna è sempre stata una città anche molto artigianale. Ma un po’ per la velocità dell’economia e un po’ per come stanno mutando le città, tante botteghe stanno chiudendo e i saperi si stanno perdendo. Da lì l’idea di coinvolgere queste persone che ormai sono anziane ma che hanno tanto da raccontare”.

Per saperne di più
Il ‘Caffè riparazione’ insignito del ‘Cristallo di rocca 2019’Collegamento esterno
La pagina Facebook ‘Oggettoteca Locarno’Collegamento esterno
Il sito di Leila BolognaCollegamento esterno
Oggettoteca FirenzeCollegamento esterno

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR