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AgriMilano, un viaggio alla scoperta della Milano dei contadini

di Antonio Pacor

Può suonare strano il fatto che Milano sia sempre stata, sin dall’antichità, oltre che un punto di grande commercio, una città agricola.

Il terreno molto fertile e la grande quantità di acqua presenti nella pianura padana ne hanno fatto un luogo di grande produzione agricola.
I primi a rendere questa attività efficiente e produttiva, e i primi a introdurre le canalizzazioni per distribuire l’acqua necessaria alle culture, furono gli antichi Romani quando la città era nota come Mediolanum ed era la capitale del Impero Romano d’Occidente.

Le invasioni barbariche costrinsero i romani a spostare la capitale più a sud, a Ravenna, e a Milano iniziò un periodo di profonda decadenza che ebbe termine intorno all’anno Mille.

E’ di quel periodo l’arrivo dei monaci benedettini che nelle campagne milanesi riattivarono e riorganizzarono la produzione agricola nell’area realizzando nuove canalizzazioni e sviluppando tecniche di produzione innovative come le marcite. Grazie a questo forte impulso comincia ad aggregarsi un reticolo di piccoli villaggi e cascine, molte delle quali ancora presenti. In alcuni casi tuttora in attività.

AgriMilano è un viaggio tra le cascine milanesi e il Parco Sud Milano che ci permetterà di conoscere i piccoli agricoltori milanesi e a scoprire cosa producono queste aziende di impronta familiare, come producono, dove distribuiscono i loro prodotti. Cercheremo di capire cosa vuol dire essere contadini oggi, nell’anno dell’Expo2015 dedicato all’alimentazione mondiale, e quale è l’agricoltura che vorrebbero sviluppare.

Milano, nella sua area, conta più di cento cascine di proprietà comunale. Una piccola parte è ancora in attività, come la Cascina Campi a Trenno, ma ci sono anche cascine private, come la Gaggioli, a soli 20 minuti da Piazza del Duomo. Queste cascine producono prodotti biologici.

AgriMilano ci porterà a conoscere diversi personaggi dell’agricoltura cittadina cominciando da Alberto Cassani uno dei più giovani contadini del parco sud che coltiva in gran parte ortaggi ed essenze a Cisliano. Continueremo poi con Natalina Campi e la sua cascina a Trenno a poche centinaia di metri dallo stadio di San Siro, famosa anche per la sua attività sociale che cura a stretto contatto con il comune di Milano aiutando il reinserimento lavorativo di ex carcerati e organizzando corsi per le scuole.

Un grande lavoro lo fa anche Mauro Veca, apicoltore di Milano, che oltre a curare la distribuzione e il posizionamento delle sue arnie tra le varie cascine della cintura verde della città lombarda sviluppa tanti corsi e workshop con i bambini per insegnare loro la grande importanza che hanno per la preservazione della biodiversità e dell’ecosistema. Per trovare Veca basta andare nel piccolo Borgo di L’interno in via Fratelli Zoia giusto di fronte al Campo Kennedy.

Continueremo poi vistando Francesco Bossi che produce riso biologico e alleva bovini a pochi chilometri da piazza del Duomo alla cascina Gaggioli.

Nel nostro viaggio non poteva mancare un mercato dove gli agricoltori possono vendere i loro prodotti ai cittadini di Milano ed abbiamo scelto il Popogusto, mercato organizzato da RadioPopolare storica radio libera della città.

Il lavoro degli agricoltori milanesi, così come quello dei loro colleghi del mondo intero, è in pericolo soprattutto per colpa del continuo consumo di suolo operato da speculatori e dalla grande produzione agroindustriale basata sulla monocoltura e sull’uso intensivo della chimica.

Riusciranno i contadini milanesi a difendere il loro lavoro? Saranno in grado di proteggere la biodiversità? I cittadini del capoluogo lombardo potranno continuare a consumare cibo sano ed ecologicamente sostenibile?

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