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Clown del circo Knie condannato

Il noto pagliaccio italiano David Larible è stato condannato martedì in prima istanza a una pena pecuniaria e all’espulsione dalla Svizzera per 5 anni per atti sessuali con fanciulli e molestie sessuali.

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Il caso era scoppiato il 20 novembre scorso, quando la polizia cantonale ticinese aveva arrestato Larible al termine della tournée del circo Knie.

Un mese prima, il 24 ottobre 2016, il clown di origini veronesi aveva incontrato la ragazza – 14 anni all’epoca dei fatti – in una camera d’albergo di Zurigo, baciandola tre volte e accarezzandole la schiena sotto i vestiti, stando all’accusa.

Martedì la corte chiamata a pronunciarsi sulla vicenda ha seguito le richieste del ministero pubblico, condannando Larible a 19’200 franchi di multa e all’espulsione dalla Svizzera per un periodo di cinque anni.

Nel corso del dibattimento l’artista ha respinto le accuse dichiarando di “non aver alcun interesse per le ragazzine”. Il condannato ha negato anche di essere in chiaro quanto all’età della giovane, all’epoca dei fatti 14enne. “È qualcosa che non mi interessava”, ha detto davanti alla corte.

Non vi era nulla di sessuale nei contatti con la giovane, “si trattava solo di arte”. “La ragazza mi ha detto che voleva diventare ella stessa artista e per questo mi ha posto domande su quali scuole frequentare”, ha detto Larible.

Per questo motivo, ha precisato, “avevo anche deciso di donarle un libro sull’arte circense nella camera di hotel in cui l’ho ricevuta”, ha sottolineato Larible. In quell’occasione, “l’ho solo abbracciata quando ci siamo lasciati”.

Larible ha affermato di aver conosciuto la giovane durante un incontro con i fan. “Era sovente molto emotiva, mi abbracciava e piangeva”. In questi frangenti era presente spesso anche la madre della ragazza. Tra Larible e la giovane vi sono stati anche contatti mediante Whatsapp. “Quando percepisco che qualcuno ha bisogno di me, non mi tiro indietro”, ha detto l’uomo.

Non ha convinto la Corte nemmeno l’intervento del legale di Larible. Le accuse, ha sostenuto in aula, sono “fantasticherie di un’adolescente”. Il comportamento della giovane dopo il presunto abuso, ha aggiunto l’avvocato, dà adito a qualche interrogativo. Alla sua amica, la giovane ha infatti raccontato tutt’altro rispetto a quanto detto alla madre.

Che cosa sia veramente successo in quella stanza d’albergo lo sanno solo i due protagonisti di questa vicenda, ha dichiarato. Non si può escludere che la ragazza si sia inventata qualcosa. Non si può nemmeno parlare di un fatto traumatico. Durante l’inchiesta, ha tentato ancora di contattare Larible e ciò benché egli le avesse fatto qualcosa di male. La ragazza ha poi continuato a seguire i circhi, tentando di stabilire un contatto con gli artisti.

Secondo l’avvocato, le accuse mosse dalla ragazza a Larible hanno “ucciso professionalmente il suo cliente: nessuno vuole più aver a che fare col pedo-clown”.

Interrogato sulla sua vita professionale, Larible ha detto che in seguito all’arresto tutti gli ingaggi sono stati cancellati. Al momento, tuttavia, la sua agenda di impegni è migliorata: ha ottenuto incarichi a Mosca, in Portogallo e in Cina. Fino a pochi giorni prima dell’inizio del processo si trovava in Sudamerica. I teatri erano pieni, ha specificato. “Per fortuna il pubblico non mi ha abbandonato”.

L’intera vicenda l’ha tuttavia molto cambiato, ha dichiarato. “Prima ero molto aperto: mi piace incontrare gente e passare del tempo con loro. Attualmente non lascio più entrare nessuno nel mio camerino. Tutti devono rimanere fuori. È brutto perché non posso più essere me stesso”, si è lamentato l’artista.

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