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A Losanna apre uno degli ecoquartieri più grandi d’Europa

palazzi con gru sullo sfondo
I primi abitanti hanno potuto prendere possesso dei loro appartamenti nel quartiere di Plaines-du-Loup. © Keystone / Jean-christophe Bott

L'ecoquartiere Plaines-du-Loup, che dovrebbe ospitare 11'000 persone, ha aperto i battenti. Un progetto imponente, che però secondo alcuni è già superato.

Dall’inizio dell’estate, 200 persone si sono trasferite nei due edifici già completati. Nei prossimi due anni arriveranno nel quartiere altre 1’140 famiglie, che alloggeranno in uno dei 23 palazzi. Poi, entro il 2030, al complesso si aggiungeranno due settori, che consentiranno la creazione di 3’500 abitazioni.

“A Losanna un progetto di tale portata non era mai stato realizzato prima d’ora”, ha sottolineato mercoledì il sindaco del capoluogo vodese Grégoire Junod. L’ecoquartiere è il più grande della Svizzera e tra i più importanti in Europa.

L’arrivo dei primi residenti permetterà di verificare se le ambizioni e gli obiettivi fissati in termini di ambiente, architettura e diversità funzionano e rispondono alle loro esigenze. Se necessario, verranno apportati degli adattamenti.

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“Le sfide che questo progetto raccoglie, in termini di clima, energia e sostenibilità, vanno ben oltre i confini di Losanna – ha dichiarato la responsabile comunale dell’alloggio, dell’ambiente e dell’architettura, l’ecologista Natacha Litzistorf. Collegato alla futura metropolitana M3, Plaines du Loup è destinata ad essere un modello. Tutti gli edifici soddisfano gli standard del concetto di ‘società a 2000 watt'”.

“L’installazione di 35 sonde geotermiche a 800 metri di profondità con pompe di calore, integrate da un sistema di recupero del calore dalle acque reflue, garantirà l’autosufficienza del quartiere in termini di riscaldamento”, ha spiegato Guillaume Dekkil, responsabile dell’ufficio progetti e sviluppo di “Métamorphose”, il progetto urbanistico della città di cui questo ecoquartiere è una delle emanazioni più visibili, assieme a diverse infrastrutture sportive, come il nuovo stadio di calcio.

Un altro aspetto che contraddistingue il quartiere è la diversità sociale: il 30% di alloggi sono sovvenzionati, il 40% a prezzi accessibili e il 30% sono sul libero mercato.

vista sulla terrazza di un palazzo
Sonde geotermiche con pompe di calore, pannelli solari dappertutto e coperture vegetalizzate: gli edifici del nuovo quartiere dovrebbero rispondere al concetto di una società a 2000 watt, secondo la municipale Natascha Litzistorf. © Keystone / Jean-christophe Bott

Un quartiere già superato?

Secondo alcuni esperti, però, questo ecoquartiere è già superato. “Come altri progetti simili, è stato concepito quasi due decenni fa. È in ritardo di vent’anni, di una generazione”, ha dichiarato al giornale 24 Heures Jérôme Chenal, direttore della Comunità di studi per la pianificazione del territorio.

Secondo Chenal, uno degli aspetti più problematici è quello legato alle temperature: la densificazione dell’abitato crea infatti isole di calore.

A Plaines-du-Loup, è vero i paesaggisti sono arrivati quando gli edifici erano già in fase avanzata, afferma Chenal. “Si tratta di dare una patina ecologica all’insieme. Prima, a Losanna, la priorità era ospitare le persone. Oggi, visto il susseguirsi di disastri naturali, si tratta di un’emergenza climatica. Eppure gli edifici non sono stati modificati per tenere conto di questo aspetto, cambiando il tipo di costruzione o la scelta dei materiali”.

Critiche che l’assessora Natacha Litzistorf respinge: “Gli architetti hanno lavorato con legno locale”, precisa a 24 Heures. “Non è vero che non si sono preoccupati dell’ambiente, anche se ci sono ancora miglioramenti da fare”.

L’esponente dei Verdi fa inoltre notare che se sono stati abbattuti quasi 300 alberi durante il cantiere, ne sono stati ripiantati 400. Sono inoltre previsti spazi verdi pubblici di alta qualità, composti da specie adatte ai cambiamenti climatici e che favoriscono la riduzione delle isole di calore.

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