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“La Svizzera accolga i rifugiati ucraini”

Cittadini ucraini in attesa di lasciare il Paese.
Cittadini ucraini in attesa di lasciare il Paese. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved

A chiederlo è l'organo extraparlamentare che funge da consulente del Consiglio federale per questioni inerenti alla migrazione.

La Svizzera deve accogliere i rifugiati ucraini e dare loro un permesso S (per persone bisognose di protezione). È quanto chiede la Commissione federale della migrazioneCollegamento esterno, che raccomanda al Consiglio federale di concedere questo genere di ammissioni “il più rapidamente possibile e senza complicazioni”.

Inoltre, gli individui che sono personalmente perseguitati o potenzialmente presi di mira – ad esempio giornalisti, attivisti o politici – dovrebbero avere la possibilità di chiedere asilo e ottenere lo status di rifugiato, indica in una nota odierna la Commissione, secondo la quale pure il ricongiungimento familiare dovrebbe essere permesso immediatamente.

Chi è la Commissione della migrazione e cosa fa

La Commissione federale della migrazione, lo ricordiamo, è un organo extraparlamentare composto di 30 membri, che funge da consulente del Consiglio federale e dell’Amministrazione federale per questioni inerenti alla migrazione.

La Catena della Solidarietà ha lanciato una raccolta di fondi per far fronte alla crisi umanitaria a seguito del conflitto in Ucraina.

La massiccia offensiva militare lanciata dalla Russia contro l’Ucraina continua a intensificarsi dopo quattro giorni di guerra, scrive oggi la Catena della Solidarietà. La paura ha spinto la popolazione a fuggire nei paesi vicini. La Catena della Solidarietà si concentra quindi sull’accoglienza dei rifugiati in questi paesi, in particolare in Polonia. Le sue organizzazioni non governative (ong) partner nella regione, tra cui Caritas, Croce Rossa Svizzera, l’ente umanitario delle Chiese evangeliche in Svizzera (HEKS), Helvetas, Medair, Medici senza frontiere e Terre des hommes, stanno valutando la situazione e facendo il possibile per fornire aiuti.

“Vogliamo fare eco all’immensa solidarietà che la popolazione ci sta esprimendo attraverso le donazioni e messaggi”, ha detto la direttrice Miren Bengoa. Con l’avanzare della guerra, la Catena della Solidarietà si adeguerà ai bisogni umanitari ed estenderà il suo sostegno a progetti di aiuto direttamente in Ucraina, se la situazione della sicurezza lo permetterà, aggiunge la nota.

Le donazioni possono essere fatte onlineCollegamento esterno, oppure sul conto corrente postale 10-15000-6, con la menzione “Crisi in Ucraina”.

A causa della guerra, un numero considerevole di persone è già fuggito dall’Ucraina. L’ONU stima attualmente che quattro milioni di rifugiati potrebbero presto cercare protezione. Come nel 1999, durante la guerra nell’ex Jugoslavia, queste ammissioni dovrebbero essere concesse molto rapidamente e generosamente, spiega la Commissione.

Una volta finita la guerra, la Confederazione deve garantire e sostenere un ritorno sicuro in Ucraina, mentre coloro che non possono tornare a casa dopo la fine del conflitto dovrebbero poter essere rapidamente guidati nel regolare processo di integrazione e in un altro status di residenza. La Commissione chiede anche al Consiglio federale di impegnarsi nell’aiuto umanitario, nella cooperazione in materia di politica migratoria con i partner europei e di garantire la disponibilità a partecipare a un futuro programma di ricollocazione.

Ci sono le condizioni necessarie

Dal 2012, la Svizzera ha un piano di emergenza logistica per affrontare un possibile afflusso di massa di rifugiati. Nel caso dell’Ucraina, la Commissione ritiene che ci siano le condizioni per una rapida applicazione del permesso per persone bisognose di protezione.

Il permesso S, è bene ricordare, autorizza un soggiorno temporaneo in Svizzera. L’interessato non è tuttavia autorizzato ad uscire dai confini della Svizzera né a rientrare nel nostro Paese e inoltre la durata di validità del permesso non consente di dedurre un diritto di residenza.

Il servizio del Telegiornale della RSI sui profughi in fuga:

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