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“La nostra famiglia coltiva le terre milanesi da quasi 100 anni”

Natalina Campi racconta le difficoltà che una cascina agricola vive a causa della cementificazione dell'area milanese

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Dal 1928, a Trenno, zona nord ovest di Milano, la famiglia Campi vive nella omonima cascina coltivando la terra e allevando animali da ormai quattro generazioni.

La Cascina CampiCollegamento esterno, oggi di proprietà del Comune di Milano, è in via Fratelli Rizzardi 15, a poche centinaia di metri dallo Stadio Meazza di San Siro e a circa 20 minuti da piazza del Duomo.

Una stradina che si incunea tra i palazzi ci porta all’interno di un grande piazzale dove troviamo la secolare casa di campagna circondata da moderni condomini.

Incontriamo la signora Natalina che coordina e gestisce con energia le tante attività della cascina, l’allevamento di animali e la produzione in vendita nel negozietto interno. L’ azienda agricola alleva bovini, ovini, pollame e altri animali che fanno parte di una mini farm didattica. A questi si aggiungono una pensione per cavalli e due maneggi che completano la multifunzionalità dell’attività.

La signora Campi ci racconta la sfida che la sua famiglia ha dovuto affrontare per mantenere in vita la cascina e resistere all’avanzare dell’urbanizzazione e della cementificazione del territorio milanese. La fattoria resiste anche se case, palazzi e fabbriche hanno tolto la prossimità con i terreni da coltivare creando notevoli disagi. Oggi la famiglia Campi deve spostarsi di alcuni chilometri per poter seminare e coltivare i cereali e il foraggio per i propri animali. E’ questa una delle caratteristiche più importanti – come ci racconta Paolo, uno dei figli della signora Natalina – che permette agli animali della fattoria di poter mangiare sempre un foraggio di prima qualità, controllato e coltivato in azienda.

Paolo è uno dei quattro figli della signora Natalina. Tre, oltre al marito, sono impegnati nel lavoro della Cascina. Lo incontriamo al confine tra il Comune di Milano e Cusago che raggiunge in trattore. E’ qui per seminare la soia. Ci mostra con orgoglio i campi di grano, granoturco e orzo che coltiva in questa area verde non distante da Trenno. Il suo amore per il lavoro del contadino traspare dalla passione del suo racconto. Per ottenere un foraggio di alta qualità alcuni prati sono stati coltivati a marcita nel Parco delle Cave.

A raccontarci le caratteristiche d questo tipo di coltivazione è Gianni Bianchi, dell’Associazione Amici della Cascina LinternoCollegamento esterno che si trova al parco delle Cave. Bianchi con la sua associazione, oltre ad occuparsi della splendida cascina del 1200 ora in restauro dove si dice sia passato il Petrarca, si occupa anche di mantenere viva la memoria culturale agricola del territorio e portare gruppi a visitare e conoscere l’ambiente agreste del Parco delle Cave nel Comune di Milano.

“La marcita – illustra Gianni Bianchi – è una tecnica agricola tipica della pianura padana impiantata per la prima volta nelle grandi aziende agricole di proprietà dei monasteri nel medioevo; consiste nella creazione di un sistema di irrigazione a gravità effettuato utilizzando l’acqua proveniente dalle risorgive, i Fontanili, anche nel periodo invernale. Nella stagione estiva i prati vengono irrigati periodicamente, mentre in quella invernale sono irrigati in modo continuato.”

“L’acqua di risorgiva, che generalmente sgorga per tutto l’anno ad una temperatura costante compresa fra i 9 °C (in inverno) e i 14 °C (in estate), viene mantenuta in continuo movimento dalla conformazione dolcemente declinante del terreno, impedendo in questo modo che il suolo geli; lo sviluppo della vegetazione prosegue così anche durante il periodo invernale rendendo possibile ottenere in un anno almeno sette tagli di foraggio (ma più spesso anche nove), contro i 4-5 ottenuti normalmente.”

“Nel Parco Agricolo Sud MilanoCollegamento esterno – conclude Bianchi – sono mantenute funzionanti circa 40 marcite tutelando così un sistema agricolo secolare e il territorio naturale.”

Paolo Campi si illumina di orgoglio quando parla dei luoghi che percorre durante il suo lavoro e della loro bellezza.

Così come orgogliosa è la signora Natalina quando racconta le attività sociali e culturali che si sono sviluppate all’interno della fattoria.
La parte sociale nasce da una decennale collaborazione con il Comune di Milano per offrire agli assistenti sociali un ventaglio di attività utili nel recupero di soggetti con difficoltà come studenti sospesi, ma anche ex detenuti. La parte culturale si sviluppa su workshop con le scuole utilizzando la Mini Farm, mostre fotografiche e incontri tematizzati.

Natalina Campi, agricoltrice milanese, può essere orgogliosa: con il suo lavoro e le sue battaglie per difendere la cascina dalla espansione della città è riuscita a creare uno splendido ambiente dove l’attività agricola riesce a fondersi con attività sociali e culturali in armonia. E a poca distanza dal centro della metropoli lombarda.

Antonio Pacor

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