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È morto Roberto Maroni

Roberto Maroni
Roberto Maroni (1955-2022). © Keystone / Ti-press / Samuel Golay

Storico volto della Lega italiana, di cui è anche stato segretario generale, l'ex ministro si è spento a 67 anni.

Roberto Maroni era considerato il braccio destro del “senatur” della Lega Nord Umberto Bossi e il numero due del movimento politico, di cui ha fatto parte fin dalla sua fondazione. È stato segretario provinciale della Lega a Varese, sua città di origine dove, nel 1990 è eletto consigliere comunale, entrando poi anche nel consiglio nazionale della Lega lombarda. Maroni è diventato deputato per la prima volta dopo le elezioni politiche del 1992, con quasi trentamila voti di preferenza nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese.

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Maroni è stato prima vicepresidente del gruppo parlamentare leghista alla Camera e poi capogruppo. In vista delle elezioni del 1994 ha condotto la trattativa per un cartello elettorale comune, poi fallita, con Mario Segni, e quella successiva con Silvio Berlusconi. Dopo le elezioni del 1994 viene rieletto alla Camera e nel governo Berlusconi ricopre l’ importante posto di vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno.

Gli screzi interni alla Lega

Quando la Lega, alla fine del 1994 abbandona Berlusconi, Maroni non ci sta. La sua posizione all’interno del partito si fa difficile, sull’orlo della rottura. A febbraio 1995, al congresso della Lega, Maroni è accolto da fischi e richieste di dimissioni. Invece, piano piano, il legame con Bossi si ricostruisce. Alle elezioni del 1996 la Lega lo ripresenta e Maroni viene eletto nel proporzionale. Quando viene costituito il ”Governo provvisorio della Padania”, Maroni vi ricopre il ruolo di portavoce prima e di premier poi.

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Il 22 luglio 1998, a Milano, il pretore Anna Maria Gatto lo condanna a otto mesi per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale per gli incidenti avvenuti a Milano in via Bellerio davanti alla sede della Lega Nord nel settembre 1996. Quando, ad inizio del 2000, viene raggiunto un nuovo accordo tra Lega e Polo per la Casa delle libertà, Maroni ne è uno degli artefici.

L’ultimo ventennio

Nel secondo e nel terzo Governo Berlusconi ricopre il ruolo di ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (dal 2001 al 2006) e è nuovamente ministro dell’Interno nel quarto Governo Berlusconi (dal 2008 al 2011).

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Nel biennio 2012-2013 assume la guida della Lega Nord, succedendo a Umberto Bossi – e precedendo Matteo Salvini – nel ruolo di segretario federale. 

Dal 2013 al 2018 è poi stato presidente della Regione Lombardia. 

Roberto Maroni è morto a 67 anni dopo aver lottato contro una grave malattia. Si è spento nella sua casa nel Varesotto dove ha trascorso gli ultimi mesi.
 



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