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CSt: non occorre respingere l’accordo quadro con Ue

Il democentrista svittese Peter Föhn non è riuscito a convincere il plenum a respingere l'accordo quadro con l'Unione europea KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale non deve respingere l’accordo quadro istituzionale con l’Unione europea. Con 37 voti contro 5, il Consiglio degli Stati ha affossato una mozione di Peter Föhn (UDC/SZ) che sosteneva che l’intesa violasse la Costituzione federale.

Secondo il democentrista svittese, nel chiedere chiarimenti a Bruxelles sull’accordo quadro, il Governo ha omesso deliberatamente due questioni centrali: la ripresa automatica ed obbligatoria del diritto europeo e la competenza della Corte di giustizia dell’UE. Secondo Föhn, con tale accordo la Svizzera perderebbe così la sua sovranità.

Per l’autore della mozione, tali clausole sono contrarie alla Costituzione. L’accordo istituzionale si fa beffa dell’indipendenza e della neutralità e firmarlo equivarrebbe a una resa della Svizzera.

Accordo necessario

Nessuno degli accordi tra la Svizzera e l’UE prevede il recepimento automatico e obbligatorio del diritto europeo, ha replicato il ministro degli esteri Ignazio Cassis. Ogni ripresa di un atto giuridico in un accordo bilaterale necessita di una decisione indipendente della Svizzera, incluso un eventuale referendum, ha aggiunto il capo del DFAE.

Per garantire a lungo termine l’accesso della Confederazione al mercato dell’UE, gli accordi devono essere regolarmente adattati, ha spiegato Cassis. Senza tali adeguamenti, potrebbero sorgere divergenze giuridiche, che creerebbero ostacoli al commercio e sfavorirebbero gli imprenditori elvetici.

Dopo aver condotto una consultazione nazionale, il Consiglio federale ha chiesto in giugno precisioni a Bruxelles sugli aiuti di Stato, la protezione dei salari e la direttiva sulla cittadinanza europea che amplia l’accesso alle prestazioni sociali.

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