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Crisi ucraina, salta il vertice Blinken-Lavrov a Ginevra

Il segretario di stato americano Antony Blinken ha annullato l'incontro con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov previsto per giovedì a Ginevra.

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Il vertice era subordinato al fatto che non ci fosse una invasione russa dell’Ucraina. “Ora non ha senso”, ha detto il responsabile degli Esteri USA, precisando di essersi consultato prima con gli alleati. Gli Stati Uniti restano aperti alla via della diplomazia ma solo a condizione che ci sia “serietà” da parte di Mosca. 

Da parte sua la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha indicato che il presidente Joe Biden non ha intenzione di partecipare ad un summit con il suo omologo russo Vladimir Putin: “La diplomazia non può avere successo a meno che la Russia non cambi corso”, ha aggiunto, ponendo come condizione per un summit tra i due leader la “de-escalation” russa, “che significa muovere le truppe”.

In conferenza stampa a Washington Blinken ha poi affermato che l’aggressione russa all’Ucraina è “la più grande minaccia alla sicurezza europea dalla seconda guerra mondiale” e che “aumenteremo le sanzioni se la Russia continua l’escalation con le sue mosse contro l’Ucraina”.

Intanto la Casa Bianca e il Pentagono hanno confermato che il “dispiegamento aggiuntivo” di truppe Usa nei paesi baltici membri della Nato autorizzato dal presidente Joe Biden consisterà nel trasferimento di 800 militari americani dall’Italia. Si tratta di un battaglione di fanteria.

Il Pentagono ha approvato anche il trasferimento sino a otto F35 e 20 elicotteri da attacco Apache dalla Germania verso il fianco orientale della Nato. Altri 12 elicotteri dello stesso tipo saranno spostati dalla Grecia in Polonia. I movimenti avverranno in settimana.

Ieri gli Usa hanno imposto sanzioni a due banche, la Veb (la banca pubblico di sviluppo) e “la sua banca militare”, come ha detto Joe Biden senza precisare. Secondo il sito russo Rbk si tratterebbe della Promsvyazbank (Psb), degli oligarchi Dmitry e Aleksey Ananyev.

Stando alla Casa Bianca le sanzioni colpiscono anche cinque persone dell’élite russa: il capo dei servizi segreti (Fsb) Aleksandr Bortnikov (e suo figlio, Denis), l’ex premier ed ora primo vice capo di gabinetto dell’Amministrazione presidenziale Sergei Kiriyenko (e suo figlio Vladimir), e il Ceo di Promsvyazbank Piotr Fradkov.
 

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