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Covid-19: piano di aiuti economici tra i più alti al mondo in Svizzera

Le conseiller fédéral en charge de l Economie Guy Parmelin
È un pacchetto di aiuti da 65 miliardi di franchi quello presentato nelle ultime settimane dal ministro svizzero dell'economia Guy Parmelin e dai suoi colleghi di governo. Keystone / Peter Klaunzer

La maggioranza dei governi ha annunciato spese pubbliche senza precedenti per sostenere le proprie economie di fronte alla crisi del coronavirus. Con il suo piano da 65 miliardi di franchi, la Svizzera è tra i paesi che mobilitano più fondi. 

La pandemia di coronavirus ha fatto crollare, almeno temporaneamente, le attività di una moltitudine di settori economici in tutto il mondo. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI)Collegamento esterno prevede una contrazione dell’economia globale del 3% nel 2020, che l’organizzazione definisce “la peggiore recessione dalla Grande Depressione” degli anni ’30, molto più grave della crisi finanziaria del 2008. 

Nel tentativo di limitare i danni all’economia e di creare le condizioni per la ripresa, la maggior parte dei governi ha adottato misure senza precedenti per sostenere le famiglie, le imprese e i mercati finanziari. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)Collegamento esterno, ad esempio, riferisce che tutti i suoi 37 paesi membri hanno annunciato sostegni finanziari alle imprese e che la maggior parte ha previsto di compensare i redditi mancanti dei lavoratori duramente colpiti dalla crisi. 

L’entità del costo di tali piani è senza precedenti: alla fine di marzo – mentre altre misure sono state annunciate da allora – il dito di informazioni finanziarie Barron’sCollegamento esterno aveva stimato che il costo totale di questi pacchetti straordinari potrebbe superare i 10’000 miliardi di dollari. 

Un piano da 65 miliardi di franchi in Svizzera 

In Svizzera, la settimana scorsa il Parlamento si è riunito in seduta straordinaria e ha dato il via libera per lo sblocco di 57 miliardi di franchi di aiuti urgenti per far fronte alla crisi del coronavirus. Mai prima d’ora il parlamento aveva dovuto decidere su un importo così elevato.

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Le indennità per orario a lavoro ridotto dovrebbero inoltre far aumentare di 8 miliardi il debito dell’Assicurazione contro la disoccupazione, portando complessivamente il potenziale impatto della crisi sulle finanze federali a oltre 65 miliardi di franchi. 

Il piano svizzero supera la media OCSE 

È alquanto difficile tracciare dei paragoni a livello internazionale. Da un lato, perché le risposte politiche sono influenzate da una varietà di condizioni specifiche del paese. Dipendono, per esempio, dalle reti di sicurezza sociale che esistevano prima della crisi.  In secondo luogo, non tutte le misure sono uguali: alcune sono spese pubbliche aggiuntive e impreviste che non saranno mai compensate, mentre altre consistono in prestiti o differimenti di pagamenti che prima o poi saranno ripagati, almeno in parte. 

A titolo indicativo, si può tuttavia affermare che la Svizzera si colloca tra i paesi con la più alta quota di fondi impiegati per finanziare misure fiscali e  spese pubbliche eccezionali, secondo un’analisi elaborata dal Fondo monetario internazionale (FMI). Sulla base delle stime fornite da questo organismo, swissinfo.ch ha calcolato che la quota media del Prodotto interno lordo (PIL) destinata a tali piani è del 6,8% nell’OCSE. In Svizzera è superiore al 9%.

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La Svizzera è anche uno dei paesi in cui l’importo di tali misure è il più alto pro capite (circa 7’500 franchi per abitante), dopo il Lussemburgo (al primo posto con 17’500 franchi pro capite) e il Giappone (oltre 8’400 franchi pro capite).

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A livello globale, il Giappone e gli Stati Uniti sono i paesi che hanno mobilitato più fondi, con pacchetti di misure per migliaia di miliardi. Negli Stati Uniti, una delle misure chiave, e anche una delle più costose del pacchetto di aiuti, è costituito dall’assegno versato a tutti gli americani di una certa fascia di reddito. 

Il Giappone è il paese che dedica la quota maggiore del suo PIL (21%) con un pacchetto di misure del valore di oltre 117’000 miliardi di yen (oltre 1’000 miliardi di franchi). Tale pacchetto comprende aiuti diretti alle famiglie e alle piccole e medie imprese per 6’000 miliardi di yen (quasi 55 miliardi di franchi). 

Per quanto riguarda l’Europa, il piano lussemburghese prevede diverse misure supplementari di spesa pubblica per oltre 2 miliardi di franchi. Le misure di sostegno alle imprese e agli indipendenti per coprire il loro fabbisogno di liquidità rappresentano la parte principale del piano (oltre 8 miliardi di franchi), sull’esempio della Svizzera.

Traduzione di Armando Mombelli

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