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La Svizzera soddisfatta del suo primo G20

A Mosca, Eveline Widmer-Schlumpf a potuto per la prima volta tastare il polso dei ministri delle finanze del G20 AFP

Ammessa per la prima volta alla riunione dei ministri delle finanze del G20, che ha avuto luogo questa fine settimana a Mosca, la Svizzera ha avuto l’occasione di fare sentire la propria voce in questo forum multilaterale, in cui figurano i principali paesi industrializzati.

“Ho espresso la mia gratitudine a Anton Siluanov [il ministro russo delle finanze, ndr] per il suo invito a Mosca, un invito molto importante per la Svizzera, poiché così abbiamo potuto partecipare ai lavori preparatori del G20”, ha dichiarato al termine della riunione la ministra svizzera delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso l’ambasciata svizzera a Mosca. È stata infatti la Russia, che presiede l’organizzazione nel 2013, a invitare la rappresentante del governo elvetico a prendere parte all’incontro.

La responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) si è inoltre rallegrata dei rapporti di fiducia istaurati già da diversi anni con la Russia, grazie tra l’altro al sostegno dato da Berna alla Federazione russa nel suo processo di adesione all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Dal 2008, dopo il conflitto russo-georgiano, la Svizzera rappresenta inoltre gli interessi russi in Georgia.

Oltre alla Russia, anche numerosi altri membri del G20 avevano auspicato una partecipazione della Svizzera a questa riunione, vista l’esperienza della Confederazione nella stabilizzazione dei suoi conti pubblici, ha indicato Eveline Widmer-Schlumpf.

Per arginare gli effetti della crisi finanziaria globale, la maggior parte dei membri del G20 – che rappresentano quasi il 90% del PIL mondiale – hanno lanciato programmi di sostegno del settore bancario e di rilancio economico per centinaia di miliardi di euro, che hanno scavato enormi deficit nei loro bilanci. Di conseguenza, i paesi del G20 si trovano ora di fronte ad un grande dilemma: come ridurre la spesa pubblica e rimettere i bilanci in pareggio senza compromettere una crescita economica già piuttosto bassa?

Modello svizzero

In quest’ambito la Svizzera dispone di una buona esperienza da condividere. Dal 2003, la Confederazione ha infatti ancorato nella Costituzione federale il principio del “freno all’indebitamento”, un meccanismo di bilancio che vieta allo Stato di spendere di più di quanto incassa sull’arco di un intero ciclo congiunturale. Grazie a questo meccanismo, la Confederazione ha potuto non solo arginare le spese, ma anche ridurre il suo debito negli ultimi anni, senza sacrificare la crescita economica.

“So che diversi membri del G20 si interessano al modo con il quale abbiamo risolto questo problema e manifestano quindi interesse nei nostri confronti. Il meccanismo del freno all’indebitamento figura, ad esempio, tra i temi in discussione alla prossima riunione, “ha aggiunto Eveline Widmer-Schlumpf.

Per quanto riguarda le riforme necessarie per stabilizzare il sistema finanziario internazionale, la Svizzera condivide il punto di vista della Russia. Mentre molti paesi ne parlano, solo pochi le hanno effettivamente messe in atto. E tra queste anche le nuove norme di regolamentazione bancaria derivanti dagli accordi di Basilea III. Per la ministra elvetica delle finanze, “ci troviamo solo all’inizio dell’attuazione delle nuove normative, dalle quali dipende la stabilità del sistema finanziario internazionale”.

Nel 2009, Dmitri Medvedev è diventato il primo presidente russo a fare una visita di Stato in Svizzera.

Dalla fine del conflitto russo-georgiano del 2008, la Svizzera rappresenta gli nteressi diplomatici di Mosca in Georgia e di Tbilisi in Russia.

Nel 2011, una mediazione svizzera ha permesso di togliere il veto della Georgia contro l’adesione della Russia all’Organizzazione mondiale del commercio.

Con esportazioni pari a circa 3 miliardi di franchi, la Svizzera figura tra i primi 10 partner economici della Russia. La Svizzera esporta principalmente prodotti chimici, farmaceutici, macchinari e apparecchi elettrici.

Con i suoi partner dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) – Liechtenstein, Norvegia e Islanda – la Svizzera sta negoziando un accordo di libero scambio con i paesi dell’Unione doganale formata da Russia, Bielorussia e Kazakistan.

Si tratta del quinto mercato di esportazione per i prodotti dell’AELS.

Moltiplicazione dei fronti

Un altro aspetto positivo, sottolineato da Eveline Widmer-Schlumpf, è il fatto che nel 2013 la Svizzera parteciperà non solo alle riunioni dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei paesi membri del G20, ma anche alle riunioni preparatorie e ai gruppi lavoro dedicati alle questioni finanziarie e monetarie – alla stessa stregua di qualsiasi altro membro dell’organizzazione.

“Abbiamo potuto partecipare alla determinazione del programma di lavoro per l’anno in corso, che è molto utile perché ci permette d’intrattenere contatti bilaterali molto interessanti, anche se ovviamente non si tratta di imporre un sistema di bilancio a tutti”, ha osservato Alexander Karrer, vice segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali e fiscali del DFF.

Fiscalità delle aziende

La partecipazione della Svizzera all’insieme dei lavori del G20 riveste un’importanza fondamentale per il futuro della piazza finanziaria elvetica e per la sua legislazione fiscale, particolarmente attraente per le holding. I privilegi fiscali accordati dai Cantoni alle imprese straniere si trovano da anni nel mirino dell’Unione europea e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Gli Stati Uniti stimano che circa 1’700 miliardi di dollari di utili realizzati dalle società statunitensi non vengono rimpatriati e sfuggono così al fisco americano.

Durante una conferenza stampa tenuta in margine al G20, Angel Gurria, segretario generale dell’OCSE, ha annunciato che bisogna modificare le legislazioni, affinché ” tutti i membri della comunità internazionale versino un loro tributo in proporzioni eque in questo momento difficile”. A detta di Gurria, non si vuole “in alcun modo infierire” su un membro o l’altro della comunità internazionale.

Nessun paese può agire da solo, perché altrimenti le multinazionali con sede sul suo territorio rischierebbero di partire verso altri Stati per continuare a beneficiare di regimi fiscali vantaggiosi, sottolinea anche l’OCSE. “Per questo motivo è necessario creare un quadro internazionale volto a uniformare le pratiche fiscali”, ha dichiarato Wolfgang Schäuble, il ministro tedesco delle finanze.

Lotta agli evasori

“Dobbiamo evitare che le multinazionali sfruttino il sistema internazionale attuale per evadere le tasse”, ha affermato Pierre Moscovici, ministro francese delle finanze. Anche la Svizzera è cosciente di questo problema e si dice pronta a discuterne con qualsiasi partner, sia nel quadro dell’OCSE che del G20.

“Vi è un bisogno di armonizzazione fiscale a livello internazionale, ma questo non deve in alcun modo frenare lo sviluppo economico. Questa riforma non può permettere ad alcuni paesi di creare condizioni privilegiate per sostenere le imprese. Occorre quindi affrontare anche la questione delle sovvenzioni e degli aiuti distribuiti da alcuni Stati “, ha detto Eveline Widmer-Schlumpf.

Traduzione e adattamento di Armando Mombelli

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