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Crisi finanziaria, banche nella tempesta

La crisi finanziaria americana è ritornata sulle prime pagine dei giornali svizzeri swissinfo.ch

La crisi finanziaria che da un anno a questa parte scuote l'economia mondiale ha raggiunto un nuovo picco con il fallimento della Lehman Brothers. Per la stampa svizzera si tratta di un temporale minaccioso, ma che potrebbe anche lasciare dietro di sé "aria pulita".

La metafora meteorologica apre il commento della Neue Zürcher Zeitung. Il foglio zurighese ritiene che le misure messe in atto per contenere la crisi, più che calmare, “sembrano aver messo paura agli operatori del mercato”, che hanno percepito la carica degli interventi come “uno spaventoso colpo di tuono”.

Per la NZZ, si tratta di uno sviluppo positivo, poiché i temporali non portano solo fulmini e tuoni, ma “purificano l’aria, lasciando dietro di sé – di regola – un paesaggio particolarmente bello e pulito”. In questo senso, la NZZ si rallegra del fatto che si sia avuto il coraggio di lasciar fallire la Lehman Brothers. “Serve a far capire a tutti le regole del gioco: in linea di principio anche banche relativamente grandi non sono al riparo dal fallimento».

Di opinione diversa è l’editorialista del Corriere del Ticino, per il quale il mancato salvataggio della Lehman Brothers “potrebbe rivelarsi un errore dell’amministrazione Bush”, che “rischia di far avvitare l’intero sistema finanziario e di infliggere un ulteriore grave colpo all’economia reale”. Per il Corriere del Ticino, le misure prese fino ad ora – il salvataggio di Merrill Lynch, i 200 miliardi di dollari di liquidità garantiti dalla Federal Reserve o, ancora, la creazione di un fondo di crisi da parte delle maggiori banche – “non bastano per riportare la calma sul mercato interbancario e sul mercato dei capitali”.

Terremoto

“Un terremoto di simili dimensioni non si registrava più a Wall Street dagli anni ’30”, rileva il Tages Anzeiger. Anche La Regione Ticino fa riferimento alla Grande depressione e titola: “Ottant’anni senza imparare nulla”.

“Con Merrill Lynch e Lehman Brothers sono sparite nel corso di una notte due istituti che avevano una lunga tradizione nell’investment banking”, continua il Tages Anzeiger. “La crisi finanziaria scoppiata un anno fa ha quindi raggiunto una nuova dimensione. Dopo gli avvenimenti di ieri, l’ordine finanziario globale non ritornerà mai più ad essere lo stesso di quello che regnava prima del 2007. Gli spostamenti tettonici nel settore bancario sono stati troppo grandi, le forze, che si sono sprigionate, troppo distruttrici”.

“Vi è da temere che il peggio della crisi si trovi ancora davanti a noi”, prevede la Berner Zeitung. Il giornale della capitale intravede tre ragioni che hanno portato a questa crisi: “L’avidità dei responsabili delle banche, che hanno perso ogni sensibilità nei confronti dei rischi esistenti, la politica del denaro a buon mercato promossa dalla Banca federale americana nonché l’indebitamento dello Stato e della popolazione americana, abituata ad una vita frivola”.

Moderato ottimismo

“Vi è ora da temere un collasso finanziario, come quello del 1929?”, si chiede Le Temps. A detta del foglio romando, probabilmente no: “La storia non si ripete mai. Nonostante il rallentamento, l’economia mondiale del 2008 sta tuttora beneficiando dello slancio dei paesi emergenti ed è molto meno dipendente da una sola grande potenza, pur trattandosi degli Stati uniti. Inoltre, le autorità monetarie hanno compiuto progressi nel modo di gestire le crisi”.

Anche l’Aargauer Zeitung manifesta un moderato ottimismo, che si poggia su due costatazioni. “Innanzitutto, anche ieri è stato possibile evitare un grande collasso. Il sistema bancario internazionale è stato scosso fino alle fondamenta, ma ha superato, almeno per il momento, questo test. In secondo luogo, la crisi finanziaria non ha ancora inciso fortemente sulla congiuntura”.

Economia solida

Anche 24Heures fa affidamento sulla solidità dell’economia mondiale per superare questa crisi. “La crisi finanziaria – in particolare i fallimenti annunciati da altre banche d’affari americane – non è riuscita a contaminare finora l’economia reale. Perfino gli Stati uniti – l’epicentro degli uragani finanziari – registrano nuovamente una solida crescita, dopo il rallentamento della primavera scorsa”.

Secondo il giornale vodese, “la crisi richiederà ancora molto tempo per essere digerita (2000 miliardi di dollari rischiano di andare in fumo), ma sarà digerita”.

La pillola però resta amara e lo mette in rilievo La Regione Ticino, che punta il dito contro i responsabili: “Quello che sta emergendo in que­sta crisi è l’apoteosi dell’avidità e dell’in­sensatezza dei mercati finanziari. Avidità perché pochi privilegiati pur di guadagna­re milioni sono disposti a tutto, compreso prestare soldi a persone che non possono permetterselo (i famosi subprime). Insensa­tezza perché questi stessi speculatori da far west sono ben coscienti che il castello ca­drà, generando conseguenze a catena per tutti, e per tutti intendiamo proprio tutti”.

swissinfo, Armando Mombelli e Doris Lucini

Lunedì la banca d’affari americana Lehman Brothers ha annunciato il ricorso alle procedure fallimentari, dopo non essere riuscita a trovare un acquirente.

Dopo aver abbandonato i piani per rilevare Lehman Brothers, la Bank of America ha comunicato di voler assumere il controllo di un’altra banca di investimenti in crisi, la Merrill Lynch. Per questa operazione la Bank of America sborserà circa 50 miliardi di dollari.

La Federal Reserve (la Banca centrale americane) ha annunciato una gamma di garanzie più ampia per ottenere prestiti e accresciuto a 200 miliardi la somma delle aste di rifinanziamento.

Sempre lunedì, un consorzio di dieci banche – che comprende UBS e Credit Suisse – ha creato un fondo da 70 miliardi di dollari per garantire liquidità agli istitui di credito.

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