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Turchia all’Aja: “violata Convenzione di Vienna”

Non accenna a calare la tensione tra Turchia e Paesi Bassi, dopo il respingimento di due ministri turchi che avrebbero dovuto tenere un comizio in favore della riforma costituzionale voluta dal presidente Erdogan, in votazione il prossimo 16 aprile. La crisi diplomatica, anzi, si allarga e colpisce altri Paesi. In Svizzera, l’appello rivolto da un giornale zurighese ai cittadini turchi alimenta la polemica.

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“Repubblica delle banane”, “capitale del fascismo”, nazione razzista e ostile all’islam. Dopo questi aspri commenti rivolti sabato e domenica ai Paesi Bassi, la Turchia presenta lunedì protesta formale.

Ankara accusa l’Aja di aver violato la Convenzione di Vienna -il trattato internazionale che regola i diritti del personale diplomatico- per aver impedito ai ministri di tenere comizio.

Così, a due giorni dalle legislative olandesi, la tensione non si placa e anzi coinvolge altri Paesi.

Dopo il rifiuto tedesco e austriaco di analoghi eventi, la Danimarca ha chiesto al primo ministro turco Yldirim di rinviare la visita in programma il 20 marzo.

In Svizzera, dove un comizio del ministro degli esteri Cavusoglu previsto domenica a Zurigo è stato annullato per questioni di sicurezza, il quotidiano Blick alimenta il clima di polemiche con un appello in lingua turca in prima pagina.

Il giornale invita i turchi a votare ‘no’ al referendum costituzionale in programma fra un mese. “Per noi svizzeri è inaccettabile”, scrive il Blick, “che qualcuno approfitti della libertà e dello Stato di diritto in Svizzero e allo stesso tempo voglia abolirli in patria”.


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