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“Molti sottovalutano le difficoltà del mandato di milizia”

Una donna si sistema i capelli guardandosi allo specchio.
Anna Giacometti, sindaca di Bondo, in Valle Bregaglia, esercita con passione il suo mandato di milizia. La donna politica si è ritrovata improvvisamente sotto i riflettori internazionali nel 2017, quando il comune grigionese è stato colpito da una gigantesca frana seguita da una colata di fango. © Keystone / Gian Ehrenzeller

Istituzioni sempre più professionalizzate, con politici professionisti, rimunerati di conseguenza: questo sembra essere il futuro in Svizzera. Tuttavia, in una vasta inchiesta in tutta la Confederazione, un team di ricercatori diretti da Markus Freitag, professore all'università di Berna, ha individuato anche vie d'uscita. Intervista.

Il gruppo di politologi ha effettuato un lavoro gigantesco: ha intervistato circa 1’800 tra municipali, parlamentari e membri di commissioni comunali, sparsi in tutta la Svizzera. Tutte queste persone sono accomunate dal fatto che esercitano un mandato di milizia, vale a dire come attività accessoria, non o scarsamente retribuita, accanto alla loro attività professionale.

Il libroMilizarbeit in der SchweizCollegamento esterno” (Lavoro di milizia in Svizzera), dei politologi Markus FreitagCollegamento esterno, Pirmin BundiCollegamento esterno e Martina Flick WitzigCollegamento esterno, è pubblicato nell’ambito dell’Anno del lavoro di milizia. Il testo si basa su un sondaggio effettuato tra circa 1’800 membri di municipi, legislativi e commissioni comunali, il cui mandato è di milizia. Gli intervistati sono distribuiti in 75 comuni che contano tra i 2000 e i 20’000 abitanti, in tutta la Svizzera.

I ricercatori hanno tastato il polso a tutti questi rappresentanti del sistema svizzero di milizia, approfondendo in particolare le loro motivazioni, le sfide e gli auspici. Su questa ampia indagine è basato il libro “Milizarbeit in der Schweiz – Zahlen und Fakten zum politischen Leben in der GemeindeCollegamento esterno” (Lavoro di milizia in Svizzera – Cifre e fatti della vita politica nei comuni), presentato ufficialmente oggi.

swissinfo.ch: Lei stesso svolge un mandato di milizia?

Markus Freitag: No. Per me sarebbe molto difficile in questo momento conciliare un mandato del genere con il mio lavoro e la mia famiglia. Una sfida, tra l’altro, che affrontano molte persone con un mandato di milizia.

swissinfo.ch: Eppure lei corrisponderebbe piuttosto bene al profilo tipico di chi svolge un mandato di milizia, vero?

Markus Freitag a mezzo busto.
Markus Freitag M.Freitag

M. F.: È vero. In media chi svolge un mandato di milizia è di sesso maschile, sposato, di età compresa tra i 40 e i 64 anni e fa parte di una confessione religiosa. Quindi, sul piano sociodemografico, corrispondo mica male al profilo.

swissinfo.ch: In Svizzera circa 100’000 persone ricoprono un mandato di milizia. Il sistema della milizia fa parte del DNA del paese?

M. F.: Storicamente parlando, certamente. La Svizzera si considera tradizionalmente una democrazia partecipativa. Qui si crede nella partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche, non solo nelle elezioni, ma anche nella democrazia diretta. Il federalismo e la concordanza garantiscono la partecipazione delle minoranze alla politica. Il sistema della milizia è un altro pilastro di questo sistema.

swissinfo.ch: Tuttavia, l’interesse a partecipare sembra sciogliersi come neve al sole. Molti comuni hanno difficoltà a trovare persone disposte ad assumere i mandati…

M. F.: Esatto. Nei sondaggi, tre quarti degli svizzeri sottolineano l’importanza del sistema della milizia. Tuttavia, pochissime persone vogliono assumere una carica. Rispettano lo sforzo e l’impegno. Soprattutto nei tempi odierni, in cui l’individualismo, l’indipendenza e la flessibilità rivestono grande importanza.

swissinfo.ch: Lei e i suoi colleghi avete intervistato circa 1800 tra municipali, deputati e membri di commissioni comunali. Cosa motiva queste persone a svolgere il mandato?

M. F.: I motivi più frequentemente menzionati sono: impegnarsi disinteressatamente per il bene comune, avere voce in capitolo nel comune e utilizzare le proprie doti e conoscenze nel lavoro di milizia.

Tuttavia, ci sono differenze tra le varie fasce d’età. Gli anziani sottolineano maggiormente gli aspetti della co-decisione. Invece, i giovani si impegnano più per i propri interessi: si aspettano vantaggi professionali e spesso vedono il mandato anche come un trampolino di lancio per una carriera politica.

“Se i comuni vogliono attrarre i giovani verso tali mandati, dovrebbero sottolineare i vantaggi di uno sviluppo personale.”

swissinfo.ch: I comuni dovrebbero puntare maggiormente su queste motivazioni per attirare le giovani generazioni verso il lavoro di milizia?

M. F.: Se i comuni vogliono attrarre i giovani verso tali mandati, dovrebbero sottolineare proprio i vantaggi di uno sviluppo personale. Quanto alla possibilità di trarre un beneficio professionale, è necessario che anche i datori di lavoro facciano la loro parte e facciano sapere che il lavoro di milizia è apprezzato.

swissinfo.ch: Solo un terzo circa delle persone intervistate sono donne. Quanto alle fasce di età, solo poco più del 10% ha più di 64 anni. C’è dunque un grosso potenziale non sfruttato.

M. F.: È proprio così. Molti esprimono la speranza che in particolare gli anziani possano essere motivati ad assumere un mandato di milizia. Ma non sembra che molti anziani si dirigano verso il lavoro di milizia. Può darsi che i cittadini anziani desiderino godersi la pensione oppure siano occupati in compiti di assistenza familiare.

Anno del lavoro di milizia

Tramite l’Anno del lavoro di miliziaCollegamento esterno, l’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACSCollegamento esterno) vuole attirare l’attenzione pubblica sulla crisi del sistema di milizia elvetico.

Per promuovere una discussione approfondita e interdisciplinare, durante tutto il 2019, in collaborazione con partner di vari settori, l’ACS organizza eventi in tutta la Svizzera.

I dibattiti tra esperti e con l’opinione pubblica dovrebbero dare impulso a riforme, che l’ACS ritiene urgentemente necessarie, per rafforzare e sviluppare il sistema di milizia.

Uno degli appuntamenti principali è in calendario il 23 e 24 maggio a Bellinzona. Nella prima giornata si svolge un seminario durante il quale Markus Freitag riassumerà i contenuti del libro “Milizarbeit in der Schweiz”. Nel corso di sei workshop e di una seduta plenaria, i partecipanti discuteranno del futuro del sistema di milizia. In particolare saranno esaminate misure concrete per aumentare la capacità, la disponibilità e la possibilità di partecipazione al lavoro di milizia nei comuni. L’ACS definirà quindi la sua posizione in merito. La seconda giornata è dedicata all’assemblea generale annuale dell’ACS. I lavori si concluderanno con un discorso dell’ospite d’onore: il ministro degli esteri Ignazio Cassis.

swissinfo.ch è media partner dell’Anno del lavoro di milizia e pubblica regolarmente articoli sull’argomento.

swissinfo.ch: Molti intervistati affermano di incontrare nel loro mandato maggiori difficoltà di quanto si aspettassero, ad esempio per quanto riguarda il tempo impiegato o le capacità necessarie.

M. F.: Effettivamente, molti sottovalutano le difficoltà, soprattutto nei comuni più grandi. Forse, proprio coloro che amano lavorare per il bene comune all’inizio non riflettono abbastanza sul carico che ciò costituisce realmente.

Tra l’altro è interessante il fatto che soprattutto gli uomini tendono a sopravvalutare le proprie conoscenze specialistiche. Al contrario, le donne tendono a sottovalutarle. Forse questo è un motivo per cui sono sottorappresentate tra coloro che svolgono un mandato di milizia.

swissinfo.ch: I mandati di milizia oggigiorno esigono troppo?

M. F.: Questo dipende fortemente dal tipo di attività e riguarda soprattutto le cariche esecutive. Da un canto, in termini di tempo e di complessità dei contenuti, le esigenze sono aumentate. D’altro canto, più dei due terzi delle persone con un mandato di milizia auspicano anche maggiori poteri decisionali. Emerge che il lavoro di milizia locale è impegnativo, ma gli sforzi compiuti permettono di raggiungere pochi risultati.

swissinfo.ch: Quali altri adeguamenti auspicano gli intervistati?

M. F.: Molti si augurano una distinzione più chiara tra lavoro strategico e lavoro operativo. Ad esempio, che un organo politico come il municipio si possa concentrare sulle decisioni fondamentali, mentre l’amministrazione sia responsabile dell’attuazione.

Spesso è menzionata anche la proposta che le nuove persone che assumono una carica ricevano un corso introduttivo pagato.

swissinfo.ch: Chi auspica retribuzioni più sostanziose?

M. F.: Questo desiderio è espresso principalmente da municipali, anche se la metà di essi ritiene che l’indennizzo complessivamente sia adeguato. La maggioranza delle persone con un’attività di milizia è favorevole a una forma di retribuzione che non trasformi il mandato in una professione, il che minerebbe l’idea di base del sistema di milizia.

swissinfo.ch: Tra gli intervistati ha avuto un riscontro positivo l’idea di rendere i mandati comunali accessibili anche agli stranieri residenti. Eppure, nelle votazioni popolari le proposte di estendere i diritti politici agli stranieri sono regolarmente respinte.

M. F.: È vero, anche se la proposta ha ottenuto l’approvazione soprattutto tra le persone con mandati di milizia dei comuni più grandi. I sostenitori hanno tra i 40 e i 64 anni, sono membri di un parlamento comunale e sono in maggioranza della Svizzera latina.

La differenza rispetto ai risultati delle votazioni popolari può probabilmente essere spiegata dal fatto che coloro che hanno un mandato di milizia sperimentano da vicino i problemi pratici del sistema di milizia. A differenza della maggioranza della popolazione, per affrontare le sfide future contano anche su persone che non hanno un passaporto svizzero.

swissinfo.ch: Lei ha descritto la Svizzera come una democrazia partecipativa. Questa sta diventando sempre più una democrazia di spettatori?

M. F.: Rispetto alla semplice e bassa soglia di partecipazione alle elezioni o alle votazioni, l’impegno di milizia richiede un maggior grado di obbligatorietà, durevolezza e responsabilità. La disponibilità nei confronti di questa forma impegnativa di partecipazione è fortemente in calo.

È presumibile che questo sviluppo comporti sempre più strutture professionali, con politici che svolgono il mandato come attività principale e retribuzioni conseguenti, che priveranno il sistema di milizia del suo carattere onorifico.

swissinfo.ch: In tale processo come cambierebbe il sistema politico svizzero?

M. F.: Il sistema di milizia contribuisce a ridurre la distanza tra l’élite politica e la popolazione, crea identificazione tra governati e governanti e promuove la fiducia politica. Se questo principio organizzativo si trasformerà, si esaurirà un’importante fonte del capitale politico della Svizzera.

Questo articolo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta. Qui, oltre a giornalisti interni della redazione, si esprimono anche autori esterni. Le loro posizioni non corrispondono necessariamente a quelle di swissinfo.ch.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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