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Criminalità giovanile: Couchepin entra nel dibattito

Secondo Couchepin, i giovani devono assumersi le responsabilità dei loro atti Keystone

Pascal Couchepin si dice favorevole all'espulsione dei giovani stranieri che hanno commesso dei gravi reati. Il ministro dell'interno è però contro l'espulsione delle loro famiglie.

Al contrario, il presidente della Commissione degli stranieri Francis Matthey combatte entrambe le idee ritenendo che non risolveranno il problema della violenza e dell’integrazione degli stranieri.

Il giovane straniero “deve assumere le conseguenze dei suoi atti e capire che non vive in un mondo virtuale, ma nella realtà. Una misura come l’espulsione serve anche da esempio per i suoi compagni” afferma Couchepin in un’intervista apparsa domenica su “Le Matin dimanche”.

Invece, secondo il ministro dell’interno, “la famiglia non deve assumersi le responsabilità dello sbaglio commesso da uno dei figli”.

Solo casi puntuali

La doppia espulsione dei giovani criminali e delle loro famiglie è stata chiesta da una petizione inoltrata settimana scorsa dall’associazione “Sicurezza per tutti”, vicina agli ambienti della destra conservatrice e all’Unione democratica di centro (UDC).

Proprio questo partito ha scelto di impostare la propria campagna in vista delle prossime elezioni federali di ottobre prestando particolare attenzione al tema della violenza giovanile tra gli stranieri, molto attuale in Svizzera.

Al proposito, l’UDC chiede una maggiore trasparenza sulla nazionalità e sull’origine dei giovani delinquenti. Chi è ospite in Svizzera e non si comporta bene, non rispettando le norme sociali, religiose e culturali, se ne deve semplicemente andare, richiedono i democentristi.

“L’UDC vuole semplicemente stigmatizzare gli stranieri e recuperare questo tema per la sua campagna elettorale”, rileva Pascal Couchepin, sottolineando che “non bisogna parlare di violenza dei giovani, ma di alcuni giovani: il 90% di loro non conosce problemi del genere”.

Rifiuto totale

Francis Matthey non vuole invece sentir parlare di espulsioni, né per i giovani né per le loro famiglie. Il presidente della Commissione federale degli stranieri ricorda che se gli stranieri sono sovra-rappresentati tra i delinquenti, questi giovani sono confrontati a difficoltà ben più importanti rispetto ai giovani svizzeri.

“Subiscono discriminazioni a causa del colore della pelle, del nome, a volte pure del quartiere nel quale vivono ed hanno tassi di disoccupazione più elevati”, sottolinea Matthey, secondo il quale bisogna “smetterla di stigmatizzare le origini e tener conto del livello socio-economico di queste persone”.

Al contrario Matthey sottolinea gli apporti degli stranieri a favore dell’economia svizzera, ad esempio nelle case per anziani o negli ospedali.

Gli stranieri devono sicuramente compiere degli sforzi d’integrazione ma pure gli svizzeri devono fare la loro parte, aggiunge Matthey. “Se vogliamo più coesione nazionale, ci vorranno più mezzi da parte delle autorità e un cambiamento di mentalità da parte degli svizzeri”, conclude il neocastellano.

swissinfo e agenzie

Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2005 sono state emesse più di 14’000 sentenze di condanne penali nei confronti di minorenni.
Nel 1999, anno dell’introduzione della statistica, le condanne erano state 12’000.
Il 79.3% delle condanne riguardava giovani uomini, il 62.7% dei cittadini svizzeri.

Negli ultimi mesi la cronaca svizzera è stata più volte contrassegnata da episodi di violenza, dei quali si sono occupati largamente anche i media.

In giugno due ragazzi di 10 e 13 anni avevano abusato di una bambina di 5 anni in un villaggio nel canton Grigioni.

Ad inizio novembre, una giovane di 13 anni era stata violentata da diversi ragazzi a Zurigo. Gli autori erano praticamente tutti di origine straniera.

In gennaio, delle tensioni tra giovani a Monthey sono sfociate in un’aggressione selvaggia ai danni di una ragazza.

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