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Sardegna, la difficile lotta ai ladri di sabbia

Negli ultimi mesi sono state trafugate dalle spiagge dell'area marina protetta di Tavolara, in Sardegna, due tonnellate di sabbia. Sono state intercettate dagli agenti della sicurezza dell'aeroporto di Olbia e ora dovranno essere riportate al luogo di provenienza. È uno degli ultimi clamorosi casi di questo tipo di furto. Un fenomeno difficile da arginare.  

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“C’è ancora molto da fare da un punto di vista ambientale” – dichiara il direttore dell’Area Augusto Navone, in un’intervista alla Nuova Sardegna. “Si deve agire in modo coordinato e pianificato. Riposizioneremo la sabbia e il materiale a seconda della provenienza. Anche questa operazione deve essere fatta in modo scientifico e non può essere improvvisata”.

 L’Area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Olbia), l’Enac, la Geasar – la società di gestione dell’aeroporto di Olbia – la Regione Sardegna e il Corpo forestale hanno già stretto un’intesa del comune impegno di restituire la sabbia ai tratti di litorale da cui viene sottratta. 

Quello dell’aeroporto di Olbia è solo l’ultimo di diversi casi simili. Recentemente 40 chilogrammi di granelli sono stati trovati chiusi in bottiglie di plastica nel SUV di una coppia. I due si sono difesi dicendo che erano stati presi come souvenir. Altri 200 chili tutti provenienti dalla spiaggia di Is Arutas sono stati sequestrati all’aeroporto di Cagliari. 

Non si tratta solo di turisti che si portano a casa dei ricordi. Sarebbero invece veri e propri ladri, che alimentano un mercato illegale sul web. 

Una legge del 2017 prevede dure sanzioni per chi prende sabbia, sassi, conchiglie o altro materiale dalle spiagge della Sardegna, con multe fino a 3’000 euro.

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