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Credit Suisse, fioccano le cause

Secondo molti legali, la FINMA non avrebbe seguito le regole ordinando a Credit Suisse di cancellare il valore delle obbligazioni AT1. © Keystone / Michael Buholzer

Il Tribunale amministrativo federale (TAF) di San Gallo ha ricevuto diversi esposti da parte di detentori di obbligazioni AT1 di Credit Suisse, che si sono visti azzerare il valore dei loro titoli nell'ambito della fusione con UBS.

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 aprile 2023 - 13:18
tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS

La decisione dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) di cancellare il valore delle obbligazioni Additional Tier One (AT1) di Credit Suisse potrebbe avere ripercussioni finanziare non indifferenti per la Confederazione. Complessivamente al momento della decisione il 19 marzo scorso, questi titoli valevano circa 16 miliardi di franchi.

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Mercoledì il TAF aveva ricevuto quattro esposti, poi se ne sono aggiunti altri. Diversi studi d'avvocatura nel mondo starebbero preparando delle cause. Dappertutto l'intenzione è far pagare la Confederazione per le perdite subite.

Finora non è stata diffusa nessuna informazione riguardo a chi propugna le cause e agli importi in gioco.

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Come noto la decisione dell'autorità di vigilanza elvetica di cancellare completamente il valore dei titoli ha anche messo in difficoltà l'intero mercato dei valori in questione. Gli AT1 (Additional Tier 1) sono titoli di debito emessi dalle banche, che appartengono alla categoria di strumenti finanziari definiti come "strumenti di patrimonializzazione" (o "strumenti di capitale ibrido"), dalle norme internazionali di Basilea III volte a migliorare la solidità degli istituti a scongiurare crisi finanziarie. Si tratta di titoli a rendimento più elevato di altri, perché esposti a rischi maggiori: in caso di un evento scatenante, come un salvataggio statale, gli AT1 possono infatti prevedere clausole di "write-off" (cioè di cancellazione contabile) o di conversione in azioni.

Nel caso di Credit Suisse molti investitori si aspettavano probabilmente una conversione in azioni (il cui valore è crollato, ma è ancora reale: 80 centesimi attualmente), non però un azzeramento.

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