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Quasi zero contagi, ma il virus non sparirà così presto

gente in riva a un fiume e persone a bordo di canotti gonfiabili
Nel canton Berna è ripresa l'attività preferita di buona parte della popolazione: un sosta in riva all'Aare o la discesa del fiume coi gommoni. Keystone / Anthony Anex

Da giorni il numero delle infezioni da coronavirus in Svizzera è stabilmente sotto i 50. Troppo presto però per cantare vittoria, avvertono gli esperti.

Nove contagi nelle ultime 24 ore e nessun decesso, mentre tra metà marzo e inizio aprile si contavano più di 1’000 nuove infezioni al giorno e una cinquantina di decessi. Le cifre da ormai tre settimane parlano chiaro: la pandemia di coronavirus sembra per il momento essere sotto controllo:

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Il progressivo allentamento delle restrizioni, avviato tre settimane fa, non ha inciso sulla curva dei nuovi casi e la popolazione ha ripreso una vita più o meno normale, anche se restano in vigore numerosi provvedimenti.

Secondo diversi esperti, però, il virus non sparirà così presto. “Non si è modificato; è sempre lo stesso e così anche la biologia umana”, sottolinea il medico e ricercatore Jacques Fellay. Solo una piccola proporzione della popolazione si è infettata – tra il 5 e il 10% – e “il terreno di caccia” del virus è sostanzialmente lo stesso di quando è scoppiata la pandemia.

Contrariamente ad altri, non è mutato, rileva dal canto suo Didier Trono, virologo del Politecnico federale di Losanna: “Propagandosi facilmente e non facendo ammalare gravemente la maggior parte delle persone, non ha alcuna ragione di cambiare”.

Per quanto concerne il ritorno di temperature più elevate e il loro impatto sul Sars-Cov2, non vi è per ora nessuna risposta definitiva, ma sembra che il caldo abbia un ruolo minore: ” I test in laboratorio suggeriscono che il virus sia sensibile alle temperature e che si replichi un po’ meno rapidamente ma non sufficientemente da impedirne la diffusione da una persona all’altra”, spiega Jacques Fellay.

Insomma, a meno di avere a disposizione un vaccino, con la Covid-19 bisognerà convivere ancora un bel po’ di tempo.

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