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Rallenta la diffusione del coronavirus

Camioncino verde con scritta China post e un addetto con mascherina nei pressi di alcuni pacchi a terra; sul fondo grattacieli
Viceversa, il servizio dalla Cina alla Svizzera non è interrotto, ma potrebbe ugualmente subire ritardi a causa dei limitati voli internazionali. Keystone / Wu Hong

Mentre la Posta svizzera annuncia di non accettare più pacchi e lettere destinati alla Cina, a causa delle precauzioni prese su scala globale per contenere la diffusione del coronavirus 2019-nCoV, arrivano buone notizie dalla provincia cinese di Hubei: il numero di nuovi casi è in diminuzione (localmente da mercoledì, nel resto del Paese per l'ottavo giorno consecutivo) e in tutta la Cina cresce la percentuale di guariti.

Molti voli per il Paese asiatico, precisa una notaCollegamento esterno diffusa mercoledì dalla Posta svizzera, sono stati cancellati, e così la spedizione è possibile solo in misura molto limitata. Il trasporto di invii provenienti dalla Cina e destinati alla Svizzera, competenza delle Poste cinesi, non risulta per ora interrotto, ma non è escluso che analoghe limitazioni ai trasporti possano causare ritardi nell’arrivo di pacchi o lettere dalla Repubblica popolare.

La Posta riferisce che al momento dispone solo di un terzo delle capacità necessarie per le spedizioni in Cina. Plichi e i colli che devono giungervi tassativamente possono essere inviati in classe ‘Urgent’, ma l’azienda elvetica non è in grado di garantire il recapito nei tempi indicati.

Oltre 45’000 contagi

Il numero di vittime della polmonite da nuovo coronavirus (malattia cui l’OMS ha dato il nome Covid-19) è intanto salito a 1115. Tuttavia, in Cina rallenta la diffusione del virus, per la prima volta a Hubei e per l’ottavo giorno consecutivo nel resto del Paese: il numero di nuovi casi è sceso dai 3’887 del 4 febbraio ai 2’015 di martedì.

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La percentuale di guariti dalla Covid-19, riferisce Mi Feng, funzionario della Commissione sanitaria cinese, è cresciuta dall’1,3% dello scorso 27 gennaio all’attuale 10,6%.

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Secondo i modelli matematici cinesi, il picco dovrebbe essere raggiunto entro la seconda metà di febbraio. Ma non tutti gli esperti sono d’accordo: va considerato ad esempio il futuro rimpatrio di cittadini ora costretti all’estero dall’isolamento aereo. 

Gli effetti sull’economia

Il picco sarà insomma tra febbraio e giugno. Ma Standard & Poor’s stima che la pandemia inizierà a essere contenuta in marzo.

Il rapporto dell’agenzia americana valuta che il rallentamento della Cina -le cui previsioni di crescita del Prodotto interno lordo sono state ridotte dal 5,7 al 5%- impatterà per lo 0,3% sul Pil globale 2020, per lo 0,1% su quello degli USA e dello 0,1-0,2% sull’Europa.

Sull’Asia avrà un impatto più elevato ed economie come quella di Hong Kong e Singapore potrebbero subire una riduzione della loro crescita anche maggiore della stessa Cina, “a causa della loro limitata dimensione e del loro alto grado di apertura”.

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In Svizzera, secondo il Centro di ricerca congiunturale KOFCollegamento esterno, l’impatto sarà analogo a quello di Europa e USA: 0,1 punti percentuali.

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