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Moderna preme per distribuire il suo vaccino

Stabile amministrativo con alte finestre visto attraverso un vetro con scritta FDA
L'autorità statunitense del farmaco dovrebbe vagliare la richiesta di autorizzazione per l'uso d'emergenza inoltrata da Moderna il prossimo 17 dicembre. Keystone / Michael Reynolds

L'azienda statunitense di biotecnologie Moderna ha reso noto lunedì di essersi attivata affinché il suo candidato vaccino anti-Covid mRNA-1273 possa essere distribuito in tempi brevi, dopo che il principio ha dimostrato un'efficacia generale del 94,1% e del 100% nei casi più gravi. Questi i primi dati ricavati dai test di fase 3 su 196 casi.

Moderna, in giornata, ha inoltrato richiesta di un’autorizzazione condizionata all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) -è la prima azienda a farlo- e dell’autorizzazione per l’uso di emergenza alla Food and drug administration (FDA, autorità statunitense per i farmaci), il cui comitato vaccini dovrebbe riunirsi il 17 dicembre per analizzare i dati di efficacia e sicurezza dell’mRNA-1273.

Il gruppo farmaceutico, che intende iniziare la distribuzione non appena sia concessa l’autorizzazione d’emergenza dalla FDA, prevede di avere la disponibilità di circa 20 milioni di dosi del vaccino negli Stati Uniti entro il 2020, mentre globalmente per il 2021 la produzione è stimata tra 500 milioni e 1 miliardo di dosi.

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Macchinario industriale che riempie/etichetta provette

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Moderna e il suo vaccino approdano in Svizzera

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L’azienda, con la quale la Svizzera ha sottoscritto un accordo per la fornitura di 4,5 milioni di dosi, ha anche annunciato ulteriori progressi mirati ad assicurare che la distribuzione, conservazione e manipolazione del vaccino possano essere effettuate sfruttando le infrastrutture esistenti.

A differenza di altri candidati vaccini, quello di Moderna non necessiterebbe di temperature particolarmente basse: risulta stabile tra i 2 e gli 8 °C per 30 giorni e può essere conservato fino a 6 mesi a -20 °C. Si somministra in due dosi.

Lo studio in dettaglio

I risultati comunicati lunedì sono relativi allo studio di fase 3 denominato Cove (Coronavirus efficiency), che ha coinvolto in totale negli USA 30’000 partecipanti. Il candidato vaccino si è dimostrato generalmente ben tollerato, e in relazione alla sua sicurezza nessuna seria preoccupazione è emersa finora.  

L’analisi si è basata sui 196 casi di Covid, di cui 185 osservati nel gruppo trattato con placebo e 11 nel gruppo di volontari vaccinati con mRNA-1273: da qui la stima dell’efficacia al 94,1%. Si sono inoltre analizzati i 30 casi severi: tutti si sono verificati nel gruppo trattato con placebo (dove si conta anche un decesso correlato a Covid-19) e nessuno tra i vaccinati.

L’efficacia del vaccino è giudicata costante per età, razza, gruppi etnici e genere. I 196 casi di Covid-19 includevano 33 persone di 65 anni o più.

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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 30.11.2020)

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