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La Russia entra nella corsa per un vaccino

braccio con mano che tiene una siringa
Chi riuscirà per primo a trovare un vaccino contro il nuovo coronavirus? Keystone / Christoph Schmidt

Iniziare la produzione industriale di due vaccini contro il coronavirus rispettivamente a settembre ed ottobre: è l'obiettivo della Russia annunciato mercoledì dalla vice prima ministra Tatiana Golikova.

Il primo vaccino, sviluppato dal Ministero della Difesa russo e dal Centro di ricerca di epidemiologia e microbiologia Nikolai Gamalaya, è già stato testato sugli esseri umani, ha indicato Tatiana Golikova.

“Il lancio della sua produzione industriale è previsto per settembre 2020”, dopo la certificazione e ulteriori test clinici su 1’600 persone, ha aggiunto la vice premier.

Il secondo vaccino è invece opera del Centro di ricerca statale Vektor in Siberia ed è anche in fase di sperimentazione clinica. Le prime dosi potrebbero essere prodotte in ottobre, ha detto Golikova.

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Da parte sua, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che attualmente ci sono “molti altri” vaccini russi in fase di sviluppo, ma ha sottolineato che la certezza della loro efficacia deve essere “assoluta” prima di procedere con le vaccinazioni.

La Russia, il quarto Paese con più casi di contagi al mondo dopo Stati Uniti, Brasile e India, ha dichiarato in aprile di voler essere tra i primi, se non il primo, a sviluppare un vaccino contro il virus. Attualmente sono un centinaio i vaccini allo studio nel mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono almeno 4 quelli passati alla fase tre della sperimentazione. Tre di questi sono sviluppati in Cina e un altro ad Oxford, in Gran Bretagna

Per quanto concerne i vaccini russi, alcuni ricercatori occidentali hanno però espresso preoccupazione per la velocità di sviluppo, temendo che gli specialisti russi potrebbero saltare alcuni passaggi per accelerare il loro lavoro sotto la pressione delle autorità.

Nell’intervista le considerazioni di Alessandro Ceschi, direttore medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera Italiana.

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tvsvizzera.it/mar/afp con RSI (TG del 29.7.2020)

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