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Guadagna consensi l’uso della mascherina in Svizzera

Clienti di un negozio a Zurigo indossano la mascherina.
Clienti di un negozio a Zurigo indossano la mascherina. Keystone / Ennio Leanza

Per quattro svizzeri su cinque l'uso delle mascherine costituisce uno dei punti fondamentali della campagna di prevenzione della Confederazione contro l'epidemia di coronavirus.

Questo nuovo orientamento della popolazione, per certi versi sorprendente, emerge dall’ultima inchiesta demoscopica sulla strategia preventiva messa in campo dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) condotta dall’istituto Sotomo.

Solo pochi mesi fa, all’apice della pandemia in marzo, quando questo tipo di protezione non veniva apprezzata dalla maggioranza dei cittadini ma con l’introduzione, a inizio luglio, dell’obbligo sui mezzi di trasporto pubblici la quota dei fautori è lievitata all’84%.

Tra le misure preferite restano il distanziamento sociale, con una percentuale che supera il 90% degli intervistati, e il frequente lavaggio delle mani su cui hanno insistito fin da subito le autorità (anche se la quota di quest’ultima raccomandazione è scesa dal 92% all’attuale 80%).

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È inoltre in crescita la frazione delle persone che ritengono importante la disinfezione di mani e superfici.

Le mascherine sanitarie, sebbene non siano tuttora universalmente accettate, stanno guadagnando consensi dopo che la Confederazione ne ha imposto l’impiego sui mezzi pubblici dallo scorso 6 luglio e sempre più cantoni le abbiano rese obbligatorie nei negozi (in tutta la Svizzera Romanda, Basilea Città, Zurigo e da ultimo anche Soletta).

Nei luoghi affollati il tasso di chi la indossa spontaneamente è passato dal 16% al 45% e il consenso al loro impiego nei trasporti pubblici è aumentato dal 62% all’83%, negli spazi commerciali dal 53% al 62%. Mentre ci sono ancora resistenze riguardo all’applicazione di questa misura negli uffici e all’aperto.

A livello regionale sono gli svizzerotedeschi i più reticenti ad adottare questo strumento preventivo: il 64% di loro afferma di non usarlo in pubblico, contro il 31% di romandi e svizzeroitaliani che vi rinunciano.

Dal sondaggio emerge anche che nonostante la ripresa recente dei contagi contribuisca indubbiamente a diffondere nuove inquietudini, l’atteggiamento prevalente per il futuro è improntato all’ottimismo.

Tra i più refrattari al prolungamento delle misure di contenimento del coronavirus troviamo i giovani dai 18 ai 24 anni, mentre è scemato l’interesse per l’evoluzione della pandemia: la quota di persone che si informano costantemente sui media è calata dall’82% di metà marzo all’attuale 60%.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 28.8.2020)

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