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Costretta a prostituirsi, arrestata la “sorvegliante”

La rumena, portata in un postribolo di Chiasso dall'Italia, dov'era giunta col miraggio di un lavoro da cameriera, è fuggita e si è rivolta alla polizia

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È una vicenda a dir poco sconcertante, quella emersa nei giorni scorsi a Chiasso, dove una ragazza rumena era stata costretta a prostituirsi, dopo essere giunta in Italia col miraggio di un lavoro da cameriera.

In manette è finita la donna incaricata di sorvegliarla. Ora si cercano i responsabili del traffico.

Aveva lasciato la Romania dietro la promessa di un lavoro; un posto come cameriera. Ma il viaggio della speranza si è presto trasformato nel peggiore degli incubi. “Farai la prostituta”, le hanno detto i suoi connazionali appena giunta in Italia, nel Comasco.

Per giorni è rimasta segregata in casa. Poi l’hanno mandata oltre confine, in un postribolo di Chiasso, sotto la stretta sorveglianza di un’altra lucciola, pure rumena. “Prenditi cura di lei”, hanno ordinato a chi l’accompagnava.

Arrivata nel locale, la ragazza è riuscita però a fuggire e a contattare la polizia. Da qui il blitz degli inquirenti, che giovedì mattina si sono presentati nel bordello, risultato comunque estraneo ai fatti.

La donna incaricata di controllare la vittima è finita in manette. Dietro le sbarre –ha deciso il giudice dei provvedimenti coercitivi, Ursula Züblin– resterà almeno fino alla fine del mese.

Contro di lei il procuratore pubblico Nicola Corti ha ipotizzato i reati di tratta di esseri umani e promovimento della prostituzione. Ma la 20enne, difesa da Sabrina Aldi, nega con fermezza ogni addebito.

Intanto al suo potrebbero aggiungersi altri arresti. Almeno due gli uomini che, secondo quanto emerso finora, sarebbero coinvolti nella vicenda.

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