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I volti di una Francia incerta

La Francia è chiamata alle urne domenica per decidere chi guiderà il paese dopo François Hollande. Il primo turno delle elezioni presidenziali si preannuncia come il più incerto della Quinta Repubblica. Nel servizio della Radiotelevisione svizzera un breve ritratto dei cinque “papabili” per il ballottaggio che si terrà con tutta probabilità il 7 maggio.

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Emmanuel Macron (En marche! – centro)

Il piu giovane dei candidati in corsa per l’Eliseo (39 anni),  è nei sondaggi uno dei favoriti per il passaggio al secondo turno. Già ex ministro dell’economia, Macron ha una forte impronta europeista. Il suo programma si concentra sul mondo del lavoro e punta a combattere la disoccupazione. 

Marine Le Pen (Front National – estrema destra)

L’uscita dall’Europa, una forte stretta all’immigrazione e il pugno duro contro il fondamentalismo islamico. In testa ai sondaggi a fianco di Macron, Marine Le Pen ha saputo trovare sostegno sia in seno alle classi più abbienti, sia fra i lavoratori preoccupati per il loro impiego.                                                     

Jean Luc Melenchon (La France insoumise – sinistra radicale)

Ex senatore oggi 65enne, la sua carriera è avanzata andando sempre contro corrente. 

In rimonta nei sondaggi, il suo programma è di forte impronta ecologista e il cavallo di battaglia è l’abrogazione della legge sul lavoro approvata tra scioperi e grande malcontento dal governo Valls.

François Fillon (Les Républicains – centro-destra)

Entrato in politica negli anni ’70 ha ricoperto moltissime cariche. Le sue proposte sono di stampo liberale fra i quali grandi tagli alla spesa pubblica e l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni.

Fillon incarna una destra tradizionale e cattolica. La sua campagna è stata molto condizionata dallo scandalo che ha investito lui e sua moglie Penelope.

Benoit Hamon (Parti socialiste – sinistra)

La sua campagna è stata centrata su misure forti, in particolare quella per il reddito di cittadinanza, a cui fanno da corollario il voto agli stranieri e la legalizzazione del consumo della cannabis. Nominato ministro dell’educazione nel 2014, ha lasciato la carica pochi mesi più tardi poiché critico nei confronti delle posizioni troppo centriste del governo del premier Manuel Valls. 

Tutti i sondaggi danno Hamon sconfitto al primo turno. Sulla sua candidatura ha pesato la presidenza socialista di François Hollande, fra i presidenti più impopolari di sempre, al punto che ha deciso di non ricandidarsi. Il bilancio dei suoi cinque anni all’Eliseo nel servizio qui sotto.

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Chi vincerà?

A quattro giorni dalle presidenziali francesi c’è molta incertezza sul secondo turno. Secondo i sondaggi la distanza fra i principali candidati è minima. Siamo andati allora a vedere cosa ne pensa una piccola azienda ginevrina che aveva predetto l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. 

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