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Test rapidi “attendibili” secondo uno studio dell’Università di Losanna

Persona sottoposta a tempone
Il responso arriva in appena 15 minuti. Keystone / Laurent Gillieron

I test rapidi per individuare un'eventuale positività al nuovo coronavirus sono molto attesi per accelerare le procedure di isolamento e quarantena. Uno studio dell'Università di Losanna sembra confermare la loro attendibilità.

Questi test danno un risultato in 15 minuti e hanno una buona sensibilità per individuare i casi positivi, secondo i risultati preliminari di uno studio condotto dal centro UnisantéCollegamento esterno pubblicato martedì.

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I test sono stati realizzati in condizioni reali su 380 persone che presentavano sintomi e avevano appena effettuato un test nasale come quelli utilizzati attualmente. Gli scienziati id Unisanté hanno effettuato dei test rapidi in parallelo e confrontato i risultati.

Sull’insieme dei pazienti, i test rapidi hanno individuato il 22% di casi positivi, quelli standard il 26%. Nei pazienti con un’alta carica virale, e dunque più contagiosi, i risultati sono stati migliori: 21% per i test rapidi e 22% per gli altri.

Meno sensibili, ma più pratici

Il test rapido ha dimostrato una sensibilità globale dell’85%, 95% se si considerano solo le persone più contagiose. I test rapidi presentano dunque una capacità a individuare i casi positivi leggermente inferiore ai test standard, in special modo quando la carica virale è debole.

Interpellata dalla Radiotelevisione svizzero-francese, la responsabile dello studio Valérie D’Acremont ammette che alcuni casi positivi rischiano di non essere individuati. “Bisogna accettarlo, ma fortunatamente si tratta di un numero esiguo e probabilmente si tratterebbe delle persone meno contagiose. Globalmente, potremmo individuare più casi positivi”, ritiene la ricercatrice.

I due tipi di test potrebbero dunque avere due funzioni diverse e complementari. “Avere due possibili test a disposizione potrebbe aiutare le autorità in caso di penuria”, precisa Unisanté.

Utilizzo da definire

Questi test sono già omologati a livello di norme europee, ma le autorità devono ancora regolare il loro utilizzo. Il cantone Vaud sta attualmente valutando in quali contesti potrebbero essere usati. In particolare, si pensa alle scuole e alle case per anziani. “È sicuro che sulle persone a rischio e su chi presenta sintomi atipici, verrà effettuato il test standard”, precisa D’Acremont.

Le prove, come detto, sono state autorizzate solo su persone con sintomi. Il loro utilizzo su persone asintomatiche dovrà dunque essere discusso e meglio definito.

tvsvizzera.it/Zz con RTS

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