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Il settore alberghiero ginevrino sente l’impatto devastante del Covid-19

L Hotel 5 stelle Richemond di Geneva
Il personale dello storico hotel a cinque stelle Richemond di Ginevra è preoccupato di essere licenziato nel bel mezzo della crisi Covid. Keystone / Martial Trezzini

La pandemia e l'emergenza sanitaria hanno devastato il settore alberghiero ginevrino, che conta molto sui visitatori e sulle conferenze internazionali.

“Non neghiamo l’impatto del Covid-19. Sappiamo che può far sprofondare un hotel nelle cifre rosse”, ha dichiarato Sylvan*, un dipendente del lussuoso Hotel Richemond. “Ma quando l’hotel appartiene a un multimilionario, non comprendiamo come noi si possa essere licenziati in modo così drammatico senza un piano sociale. Non possiamo accettarlo”.

Sylvan è uno dei 141 collaboratori a rischio di perdere il lavoro nell’albergo di lusso a conduzione familiare sulle rive del lago di Ginevra.

La maggior parte è in disoccupazione parziale da marzo. Tuttavia, alla fine di maggio hanno saputo che la direzione stava valutando la possibilità di chiudere temporaneamente l’albergo per limitare i danni finanziari causati dalla pandemia. In aprile e maggio il tasso di occupazione si è attestato al 10%. Lottando per salvare il posto di lavoro, o almeno per ottenere un pacchetto di licenziamenti decente, il personale ha contattato un sindacato locale e ha avviato un processo di conciliazione.

“Il caso di Richemond è emblematico e darà il tono a come Ginevra vuole affrontare la situazione di queste persone”, ha detto Marlene Carvalhosa Barbosa, segretaria del Sindacato Interprofessionale dei Lavoratori. (SIT).

“Il messaggio che continuo a sentire – racconta Barbosa – qualunque sia l’hotel, è: ‘Stiamo cercando di mantenere il vostro lavoro, ma dovete fare dei sacrifici'”.

La sua organizzazione è stata inondata di telefonate durante la pandemia. Durante il lockdown, il personale dell’hotel è stato costretto a consumare le vacanza e a ridurre le ore di straordinario. Ad alcuni è stato persino chiesto di lavorare quando sono stati dichiarati parzialmente disoccupati.

Si stima che 13’000 dei 15’000 dipendenti degli alberghi e dei ristoranti di Ginevra siano stati messi in disoccupazione durante il lockdown, ricevendo l’80% del loro salario. Ma sopravvivere con i salari notoriamente bassi in una città costosa come Ginevra è difficile. Lo stipendio lordo mensile di un dipendente di un albergo supera raramente i 4’500 franchi (4’740 dollari); la maggior parte guadagna circa 3’400 franchi.

Turismo d’affari

A livello nazionale, si prevede che quest’anno il settore alberghiero perderà 1,8 miliardi di franchi di fatturato a causa della pandemia, con un calo dei pernottamenti di circa un terzo.  

Le città sono state colpite più duramente e Ginevra è una delle più colpite. Negli ultimi anni ha registrato il secondo maggior numero di pernottamenti annuali tra le città svizzere. Ma durante la crisi i tassi di occupazione sono stati vicini allo zero; gli stabilimenti sono stati chiusi e la maggior parte delle prenotazioni è stata cancellata fino a giugno.

“È un disastro. Ginevra si basa quasi esclusivamente sul turismo d’affari – grandi congressi, meeting e organizzazioni internazionali e banche – che rappresentano circa il 75% dei suoi pernottamenti”, ha dichiarato Thierry Lavalley, direttore generale del Grand Hotel Kempinski di Ginevra, un hotel 5 stelle.

“Oggi gli affari sono completamente paralizzati. Tutti i grandi congressi organizzati al Palexpo sono stati cancellati fino al 31 dicembre. Molte grandi aziende internazionali hanno insistito affinché nessuno dei loro collaboratori viaggi fino alla fine dell’anno. Il 2020 è finito”.

Circa 300 incontri ed eventi internazionali sono stati cancellati a Ginevra a causa di Covid, con la conseguente perdita di milioni di franchi.

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Attualmente, 60 dei 125 hotel di Ginevra sono chiusi. Durante il picco del lockdown, l’84% dei ristoranti e degli alberghi della città sono rimasti chiusi. Un recente studio sull’impatto della crisi di Covid sull’industria turistica svizzera ha rivelato che ogni hotel ginevrino ha perso in media 1,7 milioni di franchi in marzo e aprile, e circa 1 milione di franchi in maggio e giugno – il massimo per tutte le regioni svizzere.

Al di là della perdita di fatturato, lo studio ha messo in guardia sul fatto che il rischio di fallimenti è più elevato tra gli alberghi e i ristoranti di Ginevra (35% potenzialmente interessati).

Da allora sono stati riaperti diversi hotel. Ma secondo Lavalley, che è anche presidente dell’Association des hôteliers di Ginevra, la stragrande maggioranza ha solo una manciata di clienti e i tassi di occupazione variano tra il 5 e l’8%. “Molti hotel oggi operano in perdita”, ha aggiunto Lavalley.

Buone notizie all’orizzonte?

Il 15 giugno la Svizzera ha riaperto le frontiere con molti altri stati europei dopo che la situazione del coronavirus è migliorata. Per il momento la Svizzera afferma che non è ancora possibile consentire viaggi al di fuori dello spazio Schengen. Ad esempio, un turista proveniente dagli Stati Uniti o dalla Cina non può entrare in Svizzera. Una graduale riapertura verso altri Paesi potrebbe iniziare a partire da luglio.

All’aeroporto di Ginevra, fermo da mesi, il 15 giugno sono arrivati 2’500 passeggeri. Ma in questo periodo dell’anno il numero giornaliero di passeggeri oscilla normalmente tra i 40’000 e i 60’000. L’aeroporto prevede un calo del 70-80% dei passeggeri quest’anno rispetto al 2019.

“Le cose probabilmente si risolleveranno timidamente in luglio e agosto. La grande domanda è settembre-novembre”, ha dichiarato Adrien Genier, direttore generale di Ginevra Turismo.

La recente classifica della Svizzera come “paese più sicuro per Covid-19” è stata utile come strumento di marketing per attirare i visitatori. Ma Genier rimane realistico.

“Oltre l’80% delle persone che vengono a Ginevra sono visitatori stranieri e un gran numero proviene dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dagli Stati del Golfo, e al momento queste frontiere sono ben chiusi”, ha concluso Genier.

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E i turisti svizzeri?

Gli addetti del turismo elvetico e il governo federale sperano che quest’anno gli svizzeri facciano le vacanze nel proprio paese piuttosto che all’estero. Ma sceglieranno Ginevra invece delle montagne dei Grigioni o del Vallese?

Per cercare di salvare la situazione ed aumentare il numero di visitatori, il governo ginevrino vuole proporre camere d’albergo a prezzo ridotto (1/3 del prezzo originale) per i residenti svizzeri che soggiorneranno nella regione quest’estate. Le autorità hanno stanziato un budget di 4,5 milioni di franchi per finanziare l’idea, che deve essere ancora avallata dal Parlamento.

Lavalley accoglie con favore questa misura, ma rimane pessimista sul futuro.

“Le prospettive di ripresa economica sono molto vaghe. In generale il settore alberghiero è il primo ad entrare in crisi, ma l’ultimo ad uscirne. La crisi non sono solo i tre mesi di coronavirus. I suoi effetti collaterali sono enormi. Durerà diversi mesi, anche anni”, ha aggiunto Lavalley.

E se le autorità svizzere non prorogheranno le misure di disoccupazione parziale oltre settembre per almeno 12 mesi, si verificherà un disastro economico con la perdita del posto di lavoro per tutti coloro che sono in disoccupazione parziale, ha concluso Thierry Lavalley.


*nome cambiato per proteggere l’anonimato.


Tradotto dall’inglese da Riccardo Franciolli

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