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Le scuole reclute proseguono malgrado i contagi

carro armato con militari in secondo piano
Soldati del Battaglione Ospedale 2 si esercitano nella piazza d'armi di Bière prima di essere dispiegati negli ospedali pubblici svizzeri. Keystone / Jean-christophe Bott

Oltre 100 soldati contagiati e 700 in quarantena. Cifre che hanno spinto alcuni militari e cittadini a lanciare delle petizioni che chiedono di chiudere le scuole reclute.

I vertici dell’esercito hanno già risposto no alla richiesta, sottolineando che le forze armate sono ora più necessarie che mai, visto che circa 3’000 soldati sostengono il sistema sanitario. Un battaglione e 50 poliziotti militari sono inoltre impegnati a fianco delle guardie di confine per controllare le frontiere.

“L’esercito è al servizio del paese e della sua popolazione su incarico del Consiglio federale”, ha ricordato domenica in un’intervista alla SonntagsZeitung il brigadiere Raynald Droz, capo del Comando Operazioni delle forze armate, cioè l’unità responsabile della pianificazione e della condotta di tutti gli impieghi dei militari. “C’è urgente bisogno di noi nel settore sanitario, ma anche in quello della sicurezza”.

Il servizio dalla caserma di Thun:

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“Per poter garantire questi servizi anche domani e nei prossimi mesi continueremo per quanto possibile a mantenere aperte le scuole reclute: anche quella estiva avrà luogo”, afferma Droz, che risponde in tal modo indirettamente alla raccolta di firme partita fra i militi in grigioverde affinché l’istruzione sia interrotta.

Riguardo alla rinuncia ai test di depistaggio per chi si presenta in servizio, l’alto graduato sottolinea che vengono seguite le disposizioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Chi ha sintomi rimane a casa o, se è già in caserma, viene subito isolato. “I test sono pochi in Svizzera ed è quindi importante utilizzarli dove sono urgentemente necessari”.

A chi critica la tenuta di esercizi di tiro o di conflitto nucleare in tempi come questi, Droz risponde che occorre pensare non solo alla crisi in cui ci troviamo. “L’esercito deve poter svolgere la sua funzione anche in seguito: per questo manteniamo tutte le capacità”. Comunque, a causa della carenza di mascherine di protezione sono stati sospesi alcuni tipi di addestramento, precisa.

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