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Malpensa tornerà alla normalità pre-pandemia nel 2026

Esterni Malpensa
Nei primi mesi del 2021 ha usufruito dello scalo l'85% in meno di passeggeri rispetto al solito. tvsvizzera

La pandemia e il Covid stanno mettendo in ginocchio il turismo internazionale e il settore dei trasporti da più di un anno. A soffrire sono anche gli aeroporti che vedono drasticamente ridotto il numero di voli e il traffico dei passeggeri. Succede anche a Malpensa, aeroporto di riferimento per molti passeggeri svizzeri, dove però si sta cercando di rendere più sicuri i voli.

Lo scorso 3 aprile è stata riattivata, dopo oltre un anno, la linea New York/Malpensa con Covid test sui passeggeri sia prima dell’imbarco che una volta atterrati in Italia.

Ad Armando Brunini, CEO di Sea Milano Airports la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, abbiamo chiesto come sarà il futuro di Malpensa e che misure si stanno approntando per tornare alla normalità e riconquistare quei quasi 30 milioni di passeggeri che negli scorsi anni gravitavano sullo scalo varesino.

tvsvizzera.it: L’aeroporto di Malpensa è in grande sofferenza. Com’è la situazione?

Armando Brunini: La situazione è veramente pesante: nei primi mesi del 2021 siamo a un meno 85% di passeggeri rispetto ai numeri normali. C’è da dire che diversamente dal primo lockdown in cui siamo arrivati a un meno 99%, ora va un po’ meglio. Ma è un miglioramento relativo perché viaggiare al 15% dei numeri abituali significa perdere tanti soldi tutti i giorni.

Lo scorso anno sono stati bruciati circa 200 milioni di euro. Siete in perdita anche in questi primi mesi del 2021?

Sì, effettivamente è così. Ogni mese siamo costretti ad accumulare perdite perché rimaniamo aperti essendo un servizio essenziale. I volumi sono molto ridotti: i costi possono essere compressi ma fino ad un certo punto.

Ci sono ripercussioni sui lavoratori dipendenti e su quelli dell’indotto?

“Viaggiare al 15% dei numeri abituali significa perdere tanti soldi tutti i giorni.”

Sì, per ora la cassa integrazione garantita dal governo ha aiutato a rendere il colpo meno duro. L’impatto maggiore riguarda i lavoratori precari mentre è minore sui dipendenti. Noi di SEA abbiamo fatto un accordo condiviso coi sindacati per una progressiva riduzione nei prossimi anni della nostra dimensione e con aiuti verso quella parte di personale che uscirà.

In tutto questo la crisi di Alitalia quanto influisce?

Su Malpensa nulla dato che avevano pochi voli. Diverso è il discorso su Linate dove Alitalia ha la quota maggiore con i 2/3 degli slot. Ci auguriamo che Alitalia trovi la sua strada ma siamo emancipati dalla compagnia di bandiera. 

Quello da e per la Svizzera rappresenta per Malpensa un mercato importante soprattutto per i cantoni meridionali. Come si può tornare ad attrarre questa utenza?

L’utenza ticinese e di altri cantoni elvetici (in particolare Grigioni e Vallese) è significativa per Malpensa e rappresenta quasi il 4% del nostro traffico, ovvero circa 1 milione di passeggeri l’anno (dati pre-Covid19), mentre i dati su Linate sono meno rilevanti, anche perché Malpensa, oltre a essere più vicina, offre comunque tutte le destinazioni servite da Linate e naturalmente anche molte altre. Un volume di traffico rapidamente cresciuto negli ultimi anni, parallelamente al progressivo sviluppo del network di destinazioni di Malpensa.

SEA promuove sistematicamente l’opportunità Ticino e Svizzera meridionale presso i vettori di tutto il mondo con cui si sviluppano contatti e trattative e il modo migliore per tornare ad attrarre l’utenza svizzera è fornire un buon prodotto che significa soprattutto collegamenti. Prima noi riusciamo a ristabilire un ampio portafoglio di collegamenti e rotte tanto più saremo attrattivi anche per i nostri vicini svizzeri.

Negli scorsi anni si è lavorato a migliorare le infrastrutture e i trasporti tra Lombardia e Ticino e quindi anche verso l’aeroporto di Malpensa: come si può completare questo lavoro? Con quali altri strumenti?

I progetti per sviluppare il bacino di traffico rossocrociato sono legati soprattutto all’accessibilità e alla qualità del servizio. Con l’arrivo del treno ci sono stati dei miglioramenti e quella è la strada giusta da seguire. Vanno migliorati i collegamenti ferroviari con l’aeroporto che rappresentano uno strumento importante per una più efficace penetrazione del prodotto Malpensa nel mercato svizzero.

Ma SEA ha molto investito negli anni recenti e tuttora investe per il miglioramento dell’aeroporto, nonostante la difficile contingenza economica, per l’adozione di processi touchless e per l’automatic bag drop, onde migliorare continuamente la qualità della cosiddetta “passenger experience”.

La riapertura del volo Milano New York con covid test rappresenta il punto da cui ripartire? Come sarà il 2021?

Auspicando una graduale ripartenza del traffico anche grazie al vaccino, attendiamo una crescita inizialmente per il traffico domestico e continentale per i segmenti Visiting Friends & Relatives e leisure e, in una seconda fase, per i voli sul lungo raggio e per l’utenza business.

Quando si tornerà alla normalità? Quando Malpensa tornerà a registrare i numeri record del 2019?

Questo è difficile dirlo. Gli scenari vengono aggiornati di continuo perché sono strettamente correlati all’andamento della pandemia e dai tempi di uscita dal covid. Direi sicuramente non prima del 2024, più realisticamente nel 2026.

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