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Coronavirus: primo caso confermato in Ticino

L'annuncio da parte dei responsabili dell'UFSP KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) C’è un primo caso di coronavirus (Covid-19) confermato in Svizzera ed è in Ticino. Lo ha annunciato oggi l’Ufficio federale della sanità (UFSP) in conferenza stampa a Berna.

“Si tratta di un 70enne che vive nel cantone: il 15 febbraio si è recato a un incontro a Milano e due giorni dopo, in famiglia, ha presentato i primi sintomi”, ha indicato Pascal Strupler, direttore dell’UFSP.

All’uomo è stato praticato il test del tampone faringeo ieri e oggi abbiano ottenuto i risultati positivi, ha proseguito, aggiungendo che il paziente si trova in un ospedale ticinese, in isolamento. “Le sue condizioni sono stabili”. Non sono ancora stati effettuati esami sui membri della sua famiglia.

Ci aspettavamo che prima o poi dovessimo fare i conti con un primo caso, ha da parte sua affermato Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili dell’UFSP. “Le persone che hanno avuto contatti con lui sono state avvertite, nella misura del possibile”. In caso di test positivo, il paziente viene immediatamente isolato, ha ricordato Koch, aggiungendo che il contagio è avvenuto con ogni probabilità in Italia.

“Questo unico caso non modifica le misure adottate finora in Ticino”, ha specificato ancora Koch rispondendo alla domanda di una giornalista. Non si parla dunque per il momento di eventuali chiusure di scuole o di annullamento di eventi.

Non ci sono inoltre raccomandazioni da parte delle autorità per chi volesse recarsi in vacanza in Nord Italia, ha proseguito Koch, invitando comunque la popolazione ad informarsi sulle località che intendono visitare e sul loro eventuale isolamento.

Strupler ha infine ricordato che il consigliere federale Alain Berset si è riunito oggi a Roma con i ministri della sanità di Italia, Francia, Germania, Austria e Slovenia per coordinare le misure lotta alla propagazione del virus.

Ieri Berset aveva presentato una serie di misure supplementari per far fronte all’epidemia in Italia. In particolare maggiore informazione, prontezza operativa e ulteriori esami.

Aveva precisato che erano stati effettuati accertamenti su circa 300 casi sospetti e che alcune decine di persone erano in quarantena preventivamente. I test saranno intensificati, aveva annunciato, in particolare negli ospedali ticinesi, con la possibilità di eseguire gli esami direttamente.

Il ministro della sanità aveva sottolineato che la Svizzera è preparata ad affrontare l’arrivo del virus e aveva lodato la cooperazione fra cantoni e Confederazione. Il Consiglio federale segue la situazione passo a passo e riceve informazioni dal sistema europeo di allerta precoce.

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