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Altri venti miliardi per i prestiti alle imprese

Tre uomini in abiti formali si apprestano a sedersi a un tavolo di conferenza stampa; bandiera svizzera sul fondo
Da destra a sinistra Berset, Maurer e Cassis. Keystone / Peter Klaunzer

In Svizzera, l'approvvigionamento di materiale medico per far fronte all'epidemia di coronavirus sarà d'ora in poi coordinato dalla Confederazione: lo ha deciso venerdì il Consiglio federale, che obbliga i Cantoni a notificare le loro scorte. Il governo ha pure autorizzato il Canton Ticino a prolungare fino al 13 aprile le limitazioni aggiuntive in alcuni settori dell'economia e deciso di portare da 20 a 40 miliardi il volume di crediti transitori per le imprese.
 

L’obbligo di notifica, spiega l’esecutivo in una notaCollegamento esterno, consentirà di rilevare la quantità di agenti terapeutici e materiale medico (segnatamente mascherine, tamponi e respiratori) disponibili in stock, così da poter anticipare e risolvere in modo mirato eventuali problemi di approvvigionamento.

La Confederazione sosterrà i Cantoni, e le organizzazioni di pubblica utilità come la Croce Rossa svizzera, nell’acquisto di materiale medico,qualora il fabbisogno non possa essere coperto attraverso i normali canali e fornitori. L’attribuzione del materiale acquisito avverrà in maniera centralizzata.

“Il sistema sanitario e gli ospedali svizzeri si sono preparati bene alla crisi e, nonostante i numerosi ricoveri, rimangono posti letto disponibili”, ha detto il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampaCollegamento esterno. “Non abbiamo però ancora raggiunto il picco dell’epidemia”, ha continuato il ministro della salute, e per essere efficaci nella lotta al Covid-19 serve maggiore coordinazione delle risorse. 

Ticino caso speciale

Il canton Ticino -in ragione della situazione epidemiologica che si registra sul suo territorio- potrà prolungare le limitazioniCollegamento esterno imposte ad alcuni settori economici. Quanto al divieto di fare la spesa per gli ‘over 65’, Berset ha dichiarato si tratta di una disposizione contraria alle norme federali, ma ha riconosciuto che la misura è applicata con buonsenso e in virtù della situazione eccezionale pare intenzionato a chiudere un occhio.

Il consigliere federale ha chiesto di restare uniti e rispettare le misure di protezione anche con il bel tempo, rinnovando l’invito a chi vive in Svizzera tedesca e francese a non recarsi a sud delle Alpi, ad esempio per Pasqua.

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Altri 20 miliardi per i crediti

Il Consiglio federale ha anche intenzione di incrementare il programma di fideiussioniCollegamento esterno a causa della forte di domanda di crediti transitori Covid-19: chiederà al Parlamento un aumento dell’attuale credito di impegno da 20 a 40 miliardi di franchi complessivi.

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Gli ultimi giorni, osserva il governo, hanno dimostrato che tali crediti corrispondono a una reale esigenza e che l’espletamento senza formalità burocratiche da parte delle banche è rapido e funziona bene. “Al 2 aprile, erano stati conclusi 76’034 accordi di credito per un volume complessivo stimato di 14,3 miliardi di franchi”, ha riferito il consigliere federale Ueli Maurer.

“Siamo coscienti del fatto che con il sistema semplificatoCollegamento esterno potrebbero verificarsi abusi”, ha affermato il ministro delle finanze. Per questo si procederà a una verifica sistematica dei crediti, collegandoli a dati come quelli sull’IVA per verificare che le informazioni sulle cifre d’affari fornite dalle imprese siano corrette.


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Svizzeri all’estero

Da parte sua, il consigliere federale Ignazio Cassis -capo del Dipartimento federale degli affari esteri- ha sottolineato l’importanza della collaborazione con gli Stati vicini e l’intera Unione Europea per gestire la crisi, e ha riferito dell’assistenza data agli svizzeri che si trovano all’estero.

A oggi, sono stati riportati in Svizzera 2’100 cittadini elvetici e 1’600 stranieri (incluse persone residenti nella Confederazione) e oltre 800 svizzeri sono stati trasportati in altri Stati partner.
 

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Il ministro, che ha ricordato come la Svizzera abbia “già accolto diversi pazienti francesi” in virtù dei posti disponibili negli ospedali, non ha escluso che vengano accolte richieste simili anche dall’Italia. Eventuali pazienti italiani non sarebbero però ricoverati in Ticino, dove la situazione è critica.

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