Corea Nord: Trump “meriterebbe pena morte per insulti”
(Keystone-ATS) Il presidente americano Donald Trump meriterebbe “la pena di morte” per gli “insulti” al leader nordcoreano Kim Jong-Un: lo afferma il Rodong Sinmun, organo del Partito dei Lavoratori.
Il giornale prende di mira Trump per le sue offese dinanzi al parlamento di Seul della scorsa settimana, accusandolo di aver cancellato il blitz al confine tra le due Coree per “codardia”.
“Giudichiamo le calunnie di Trump come dichiarazione di guerra per rovesciare il nostro regine”, aggiunge il quotidiano dando all’inquilino della Casa Bianca i nomignoli di “batterio” e “scarafaggio”.
La guerra di insulti tra Usa e Corea del Nord si allunga con un altro capitolo maturato alla fine della prima visita in Asia di Trump, con tappe in Giappone, Corea del Sud, Cina, Vietnam e Filippine, allo scopo di trovare sostegno contro le ambizioni nucleari e missilistiche di Kim.
A Seul il presidente americano aveva denunciato Pyongyang come una “crudele dittatura”. Il peggior crimine “per cui egli non potrà mai essere perdonato è che ha osato colpire malignamente la dignità della suprema leadership. Dovrebbe sapere che è un criminale orrendo punibile con la pena di morte da parte del popolo coreano”, scrive il Rodong Sinmun.
Sul blitz al confine saltato a causa della fitta nebbia che ha impedito l’atterraggio al suo ‘Marine One’, il quotidiano ribatte che “non si è trattato di maltempo. Egli era troppo impaurito di trovarsi di fronte lo sguardo truce delle nostre truppe”. “Abbiamo osservato i ridicoli atti di Trump con pazienza fino alla fine”: i crimini di cui si è macchiato sono quelli di aver “profanato la dignità del leader”, denunciato il sistema socialista e diffamato lo stile di vita della gente.
