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Benvenuti ai Mondiali 2018 della democrazia diretta

Un tifoso ricoperto da una bandiera svizzera, gira le spalle al campo e guarda verso il pubblico.
In un immaginario torneo della democrazia diretta, la Svizzera vince la Coppa del Mondo. Keystone

Cosa succederebbe se la Coppa del Mondo di calcio fosse decisa non con delle partite, ma in base alla qualità della democrazia diretta di ogni nazione?

Le 32 squadreCollegamento esterno adesso in gara in Russia si sono qualificate per meriti molto diversi da quelli che contano per la Coppa del mondo della democrazia diretta. Decisivi in quest’ultima sono elezioni libere ed eque, Stato di diritto e forme complete di democrazia partecipativa e diretta. Ecco come si sarebbe svolto tale torneo, tra i 32 paesi, attraverso 8 gruppi, e un playoff di 16 squadre.

Gruppo A: La Bella e la Bestia

L’Uruguay è un pioniere della democrazia diretta: la pratica sin dall’inizio del XX secolo. Ma chi si colloca al secondo posto? La Russia lontana dalla democrazia, con un accenno al ben congegnato, seppure poco utilizzato, strumento referendario ereditato dall’era sovietica, si piazza davanti agli altri due paesi, che sono ancora meno democratici: l’Egitto e l’Arabia Saudita. {1. Uruguay, 2. Russia, 3. Egitto, 4. Arabia saudita}.

Gruppo B: Concorso regionale con ospite

Tre paesi confinanti lottano qui per il primo posto. Il Portogallo con la sua forte tradizione democratica la spunta sul filo di lana sulla Spagna, che vanta una democrazia diretta in continua espansione, ma è segnata dal problematico referendum catalano. Segue in terza posizione il Marocco, che ha cercato di costruire alcuni strumenti democratici. Nettamente distanziato, l’Iran occupa l’ultimo posto del gruppo. {1. Portogallo, 2. Spagna, 3. Marocco, 4. Iran}.

Gruppo C: Lotta globale di monarchici e repubblicani

Il vecchio regno di Danimarca, che ha abbracciato la partecipazione, s’impone in questo gruppo. Molto democratica, ma un po’ ambivalente per quanto riguarda la democrazia diretta, l’Australia occupa il secondo posto. La Francia, con il suo impegno per il repubblicanesimo imperiale, è terza lontana, mentre il Perù, nonostante l’esistenza del referendum popolare come strumento di revoca dei sindaci corrotti, finisce ultimo. {1. Danimarca, 2. Australia, 3. Francia, 4. Perù}.

Gruppo D: I vichinghi di nuovo davanti

La storia democratica dell’Islanda e gli sforzi per sviluppare una costituzione altamente partecipativa danno alcune lezioni agli concorrenti, che provengono da Europa, Sudamerica e Africa. L’Argentina, con forti infrastrutture elettorali, si aggiudica il secondo posto. {1. Islanda, 2. Argentina, 3. Croazia, 4. Nigeria}.

Gruppo E: Vincere puntuale come un orologio

Il Brasile era uno dei paesi favoriti, per l’elaborazione di un bilancio partecipativo pionieristico, ma ha perso il suo vantaggio democratico. Così, la più solida democrazia del Costa Rica gli soffia il secondo posto. Con la più grande esperienza di democrazia diretta al mondo, la Svizzera domina tutti e conquista incontestabilmente il primo posto. {1. Svizzera, 2. Costa Rica, 3. Brasile, 4. Serbia}

Gruppo F: Il gruppo più ostico

Wow, nel gruppo più competitivo di questo torneo, il primo posto va al paese di Angela Merkel, dove negli ultimi 30 anni la democrazia diretta si è ampiamente diffusa in tutti i 16 Länder. Il Messico, con i forti processi partecipativi che vengono ora utilizzati, in particolare in materia ambientale, batte faticosamente altri due paesi che hanno fatto progredire le loro democrazie. {1. Germania, 2. Messico, 3. Svezia, 4. Corea}

Gruppo G: Il genio della primavera araba

Unica democrazia rimasta dalla primavera araba, la Tunisia, nonostante i problemi, ha fatto progressi incontestabili nella costruzione di una nuova democrazia, anche con una forte partecipazione locale, che la fanno vincere in questo gruppo. Soppianta così due monarchie europee e Panama. {1. Tunisia, 2. Belgio, 3. Inghilterra, 4. Panama}.

Gruppo H: Prima un premio Nobel, poi la Coppa del Mondo

Il trattato di pace e il conseguente premio Nobel, hanno fatto della Colombia la vincitrice di questo gruppo. Il Giappone occupa il secondo posto, davanti ad altre due democrazie elettorali con tendenze autarchiche. {1. Colombia, 2. Giappone, 3. Polonia, 4. Senegal}.

I primi due classificati di ciascuno degli otto gironi passano agli ottavi.

tabellone con i nomi dei paesi dell ipotetico campionato 2018 del mondo della democrazia diretta.
swissinfo.ch

In questo girone di 16 squadre, si vedono chiare vittorie (Portogallo sulla Russia e Svizzera sul Messico), ma anche sconfitte a sorpresa per grandi democrazie come la Germania (che è superata dal molto democratico Costa Rica) e l’Australia (che perde contro l’Islanda).

Nei quarti di finale, l’Argentina viene battuta dal piccolo vicino e campione della democrazia diretta: l’Uruguay. L’Islanda sconfigge di misura il Portogallo, il Costa Rica estromette la Colombia, meno sviluppata democraticamente, e la Svizzera batte una Tunisia ostinatamente democratica.

In semifinale, l’Uruguay elimina i vichinghi islandesi in una partita combattuta a San Pietroburgo, mentre la Svizzera nello stadio principale dei Mondiali (con 81’000 posti), il Luschniki, mette a segno una netta vittoria sul Costa Rica.

Nella finalissima a Mosca si affrontano l’Uruguay, il grande piccolo paese della democrazia diretta delle Americhe, e la sua controparte europea, la Svizzera.

È una partita praticamente alla pari. Entrambi i paesi hanno ampi diritti e pratiche di democrazia partecipativa e diretta. Segnano due goal a testa, portando la partita ai supplementari. Ma la linea di attacco dei cittadini svizzeri realizza la rete della coppa.

“Alla fine, la nostra maggiore esperienza con iniziative e referendum ha fatto la differenza”, dice uno degli giocatori svizzeri, un giovane nato in Albania e ora in possesso della doppia cittadinanza.

Gli autori

Joe Mathews è editorialista e direttore per l’innovazione di Zócalo Public Square, una piattaforma per la democrazia e il giornalismo partecipativo, con sede a Los Angeles, e co-presidente del Global Forum on Modern Direct Democracy.

Bruno Kaufmann è il corrispondente internazionale di swissinfo.ch per la democrazia. Ha iniziato la carriera giornalistica nella rubrica sportiva di un quotidiano locale svizzero, come inviato ai Mondiali di calcio in Messico nel 1986.

Mathews e Kaufmann co-dirigono il Global Forum on Modern Direct Democracy 2018Collegamento esterno che si terrà a Roma dal 26 al 29 settembre.


(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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