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Copenaghen: attivisti di Greenpeace non incriminati

I quattro militanti di Greenpeace arrestati in occasione del vertice sul clima di Copenaghen e tenuti per venti giorni in detenzione preventiva non sono ancora stati incriminati. Il direttore della sezione elvetica dell'organizzazione ambientalista Kaspar Schuler non è a conoscenza di alcuna udienza in tribunale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 gennaio 2010

Il 17 dicembre, tre attivisti dell’organizzazione ambientalista, tra cui lo svizzero Christian Schmutz, si erano inseriti nella colonna di veicoli con a bordo gli illustri ospiti. Senza dover presentare documenti erano riusciti a passare i controlli di sicurezza. Sul parabrezza stava perfino scritto "Greenpeace Delegation for Mother Earth" (Delegazione di Greenpeace per Madre Terra).

Una coppia di militanti in smoking e abito da sera rosso era apparentemente stata scambiata per il presidente georgiano e sua moglie e invitata ad entrare. Schmutz si è spacciato invece per una guardia del corpo. Una volta all'interno del luogo della cerimonia avevano esibito uno striscione su cui compariva la scritta "Politicians talk - Leaders act" (I politici parlano, i dirigenti agiscono) ed erano subito stati arrestati. L'indomani era stato fermato un quarto attivista che non aveva partecipato all'azione.

Detenuti per una ventina di giorni, i quattro attivisti sono stati liberati questa settimana. I motivi della lunga carcerazione preventiva restano poco chiari, ha affermato Schuler. Subito dopo l'arresto Greenpeace ha comunicato alle autorità danesi di non avere nulla da nascondere in merito all'innocua azione. L'obiettivo dei militanti era soltanto di piazzare il messaggio nel foyer, dove si trovavano i media di tutto il mondo, ha reso noto Greenpeace.

Tutte le persone coinvolte, anche quelle che non sono state arrestate, si sono dette pronte a rispondere a domande sull'organizzazione dell'azione. E sarebbero anche disposte a comparire in un'eventuale dibattimento in tribunale. Tuttavia non si sa ancora se si giungerà a un processo.

swissinfo.ch e agenzie

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