Prospettive svizzere in 10 lingue

Troppe parole ma poche azioni alla COP26. E la Svizzera non dà l’esempio

Sara Ibrahim

Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli. Di sicuro, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Glasgow (COP26), che ormai volge al termine, ha fatto parlare molto di sé. La prima bozza dell’accordo mette in luce piccole conquiste e tante, troppe, incertezze. La Svizzera tenta di avere un peso al vertice internazionale, ma forse dovrebbe prima fare meglio a casa propria.

Secondo alcuni, a Glasgow è in gioco tutto, secondo altri quasi nulla. La Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen la definisce “un’opportunità per scrivere la storia”, mentre le attiviste e gli attivisti per il clima parlano di “celebrazione del ‘business as usual’” e del “solito blah-blah”. “Il cambiamento non verrà da lì dentro, questa non è leadership”, afferma con impeto Greta Thunberg, prima di snobbare Barack Obama per tornare sui banchi di scuola. “Sui progressi climatici, sono cautamente ottimista”, ribatte timidamente il premier britannico Boris Johnson.

Ma anche se le opinioni sono polarizzate, i fatti restano e il boccone è amaro: nonostante gli annunci, le discussioni e le promesse, il pianeta si sta dirigendo verso un aumento della temperatura globale di 2,4°C, molto al di sopra della soglia di 1,5°C fissata dagli accordi di Parigi, secondo un recente rapporto indipendente.Collegamento esterno “È chiaro che c’è un enorme divario di credibilità, azione e impegno”, si legge nel documento a proposito di quanto sta avvenendo a Glasgow.

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Newsletter

Abbonatevi alle nostre newsletter gratuite per ricevere i nostri articoli.

Di più Newsletter

Intanto, alla COP26 continuano i negoziati. La prima bozza dell’accordo pubblicata mercoledì mette nero su bianco per la prima volta l’impegno di tutti gli Stati partecipanti a rinunciare al carbone e ai sussidi per i combustibili fossili, ritenuti i tasti dolenti delle negoziazioni. Tuttavia, il documento è considerato ancora troppo vagoCollegamento esterno.

Il mio collega Luigi Jorio, che si occupa di questioni climatiche, scatta questa istantanea del summit:

Due immagini della conferenza di Glasgow riassumono perfettamente il modo in cui stiamo affrontando la crisi climatica: la coda delle migliaia di partecipanti che si è formata il primo giorno all’entrata del centro congressi e il viavai dei circa 400 jet privati che hanno portato nella città scozzese capi di Stato, imprenditori e celebrità.

Quando si tratta di limitare le emissioni e il riscaldamento globale, sono in molti a voler partecipare agli sforzi internazionali. Ma quando le promesse e i grandi annunci vanno tramutati in fatti, le vecchie e comode abitudini sono dure a morire. Un atteggiamento ambivalente che non ci porterà da nessuna parte.

Coraggiosa fuori casa, poco ambiziosa a casa

La Svizzera, dal canto suo, sta cercando di influenzare positivamente le discussioni, con la speranza che si stilino regole incisive e uniformi per limitare le emissioni di anidride carbonica.

Ma dopo la bocciatura alle urne della legge sul CO2, è legittimo chiedersi che credibilità abbia la Svizzera per poter pretendere che gli altri facciano di più. Luigi Jorio si è posto questa domanda e ha analizzato la posizione della Svizzera al vertice sul clima, considerando però anche come la Confederazione sta giocando in casa:

Altri sviluppi

Malgrado la Svizzera sostenga una politica climatica ambiziosa, il suo contributo per un pianeta senza emissioni appare deludente. Ed è per questo che ha perso terreno nella classifica dei Paesi più impegnati nella lotta al cambiamento climaticoCollegamento esterno.

D’altronde, i dati riguardanti l’aumento delle temperature nel Paese alpino parlano da sé. “La Svizzera è particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico. La temperatura media è già cresciuta di quasi due gradi negli ultimi 150 anni, il doppio rispetto a quella globale. L’effetto più tangibile del riscaldamento è lo scioglimento dei ghiacciai”, scrive Luigi Jorio.

Il riscaldamento climatico corre quindi più velocemente in Svizzera. E anche se la latitudine e la lontananza dall’oceanoCollegamento esterno non aiutano a invertire questo processo, l’impegno elvetico rimane insufficiente, secondo la valutazioneCollegamento esterno di Climate Analytics. Se gli altri Paesi seguissero l’esempio svizzero, le temperature globali crescerebbero di 3-4°C entro la fine del secolo, scrive l’organizzazione. Altri Paesi insospettabili, come il Gambia, sono considerati molto più virtuosi. Per saperne di più, leggete il nostro articolo:

Altri sviluppi

Cosa ne pensate della posizione della Svizzera sulle questioni climatiche? Scrivetemi per discuterne.

Se fa caldo, toglietevi la giacca, no?

Una parte dell’opinione pubblica, tuttavia, continua a negare gli effetti nefasti dell’attività umana sul clima. “I cambiamenti climatici sono sempre esistiti, sono fenomeni naturali”, si legge in alcuni commenti sui social media. “I più virtuosi devono pagare per i meno virtuosi, non è giusto!”, tuonano altri, riferendosi ai maggiori emettitori di gas serra, come la Cina, grande assente a Glasgow. “Fa caldo, e allora? Toglietevi la giacca”, commenta qualcuno con uno smile.

Una parte di noi forse vorrebbe poter riporre le speranze nelle nuove generazioni, quelle che prendono per il colletto i e le leader mondiali. Ma non tutti i giovani e le giovani sono sensibili all’argomento. A tavola con mio nipote, un ragazzo di sedici anni che frequenta uno dei migliori licei classici di Milano, mi sono ritrovata a parlare degli scioperi nelle scuole.

“Sì, nel mio liceo scioperano per il clima e quelle robe lì. Solo una scusa per non andare a scuola”, mi ha detto. “Ehssì, propria una bella bigiata di gruppo!”, ha aggiunto il padre. Mi sono ritrovata a pensare che a volte, forse, chi non va a scuola capisce meglio il mondo di chi ci va. E che essere genitori alternativi può significare rendere un servizio alla società. Ma non ho detto niente.

“Ignorare le verità scientifiche consolidate a causa delle incertezze sulle ultime scoperte è come pensare che, visti i dubbi sulla gravità quantistica, ci si possa gettare la settimo piano perché si potrebbe anche cadere verso l’alto, invece che verso il basso”, scrive su ProspectCollegamento esterno lo scienziato Lawrence Krauss, autore del libro “The physics of climate change”Collegamento esterno (La fisica del cambiamento climatico), per spiegare la sconsideratezza di chi nega o minimizza la situazione.

Altri sviluppi

Dibattito
Moderato da: Luigi Jorio

Quale deve essere il ruolo della Svizzera nella crisi climatica?

Per alcuni è troppo piccola per agire, per altri è troppo ricca per non fare nulla. Che cosa vi aspettate dalla Svizzera? Dite la vostra!

Visualizza la discussione

Non si scherza con il clima

Non tutti si possono concedere il lusso di dubitare della gravità del cambiamento climatico. Nella località alpina svizzera di Kandersteg, gli e le abitanti devono convivere con la minaccia di un crollo della vicina montagna Spitzer Stein.

“La crisi climatica, al centro dei negoziati alla conferenza in corso a Glasgow (COP26), sta lentamente trasformando le Alpi svizzere. Le temperature stanno aumentando, i ghiacciai si stanno ritirando e lo scioglimento del permafrost sta compromettendo la stabilità dei pendii delle montagne”, scrive il mio collega Simon Bradley.

Lui a Kandersteg ci è stato e ha parlato con chi la montagna se la vede cadere addosso giorno dopo giorno, pezzetto dopo pezzetto. Qui, la gravità è come una spada di Damocle che pende sulle teste della gente.

Altri sviluppi

Cosa si può fare o bisognerebbe fare per contrastare il cambiamento climatico? Fateci sapere la vostra opinione.

Quanto è sostenibile la tecnologia

La tecnologia potrebbe aiutare a frenare il cambiamento climatico? Qualcuno ci ha creduto e ha puntato, per esempio, sulle tecnologie per la rimozione e il sequestro del CO2 dall’aria. C’è chi sostieneCollegamento esterno, tuttavia, che questa soluzione sia troppo costosa e strizzi troppo l’occhio alle lobby del petrolio e dei combustibili fossili, non incentivando in nessun modo la riduzione delle emissioni di gas serra.

Ma siamo sicuri che la tecnologia sia sempre sostenibile? L’ho chiesto a un gruppo di esperte ed esperti con cui ho dialogato sul futuro della sanità e della riabilitazione allo Swiss Robotics DayCollegamento esterno, la giornata dedicata alla ricerca e all’innovazione svizzera nel campo della robotica che si è svolta lo scorso 2 novembre.

Il settore dell’automazione promette di mettere in campo soluzioni sempre più sostenibili a livello dei materiali usati per la produzione e del risparmio energetico. Se pensiamo che i robot hanno in media una vita di più di dieci anni e che un giorno potremmo impiegarli per curarci direttamente a casa nostra, risparmiando sui viaggi per raggiungere gli ospedali, il futuro sembra promettente.

Ma se tutti avremo un robot nelle nostre case, come faremo ad evitare di creare ancora più rifiuti? Ecco perché la scienza punta sui materiali riciclabili e sulle pile a combustibile microbiologicheCollegamento esterno.

Volete scoprire alcune delle migliori soluzioni robotiche presentate allo Swiss Robotics Day? Non perdete la nostra video-compilation!

Altri sviluppi

Avete commenti, osservazioni o domande sulle ultime notizie dal mondo della scienza? Parliamone di fronte a un caffè (virtuale).

Non perdete le nostre ultime storie sulla COP26 e sul mondo della scienza e della tecnologia in Svizzera:

Ecco come il cambiamento climatico sta modificando il paesaggio della Svizzera, l’economia e la sua gente. Video in due parti:

Altri sviluppi

Un progetto svizzero in Perù propone una soluzione per compensare le emissioni di CO:

Altri sviluppi

Il presidente della COP26 Alok Sharma conta anche sulla Svizzera per trovare soluzioni al riscaldamento globale:

Altri sviluppi

La compensazione del CO2 è tra i punti più controversi alla COP26. Come funziona?

Altri sviluppi
compensazione co2

Altri sviluppi

Compensazione del CO2 spiegata in due minuti

Questo contenuto è stato pubblicato al La compensazione del CO2 sarà tra i punti più controversi alla conferenza sul clima (COP26). Come funziona e chi ne fa uso?

Di più Compensazione del CO2 spiegata in due minuti

COP26: La Svizzera può svolgere un ruolo guida nei negoziati internazionali. Ma deve essere più ambiziosa.

Altri sviluppi
Opinione

Altri sviluppi

COP26, la ricca Svizzera deve assumersi più responsabilità

Questo contenuto è stato pubblicato al La Svizzera può svolgere un ruolo guida nei negoziati internazionali. Ma deve essere più ambiziosa, afferma Ludwig Luz di Swiss Youth For Climate.

Di più COP26, la ricca Svizzera deve assumersi più responsabilità

Margarita Chli è una delle poche donne di successo nella robotica. Spera che la sua storia aiuti ad abbattere gli stereotipi di genere nella scienza:

Altri sviluppi

Doomscrolling? Un’attività in cui spesso indulgiamo. Un momento di sconforto. Ed eccoci rinchiusi in una bolla di notizie angoscianti. È grave?

Altri sviluppi
Ragazze con cellulari

Altri sviluppi

Quando i nostri schermi ci trascinano verso l’abisso

Questo contenuto è stato pubblicato al Doomscrolling? Un’attività in cui spesso indulgiamo. Un momento di sconforto, ed eccoci rinchiusi in una bolla di notizie angoscianti. È grave?

Di più Quando i nostri schermi ci trascinano verso l’abisso

 Il Nobel svizzero Didier Queloz e l’astrofisico Sascha Quanz studieranno le origini della vita in un nuovo istituto di ricerca a Zurigo:

Altri sviluppi
Una bocca vulcanica sottomarina

Altri sviluppi

“C’è vita altrove nell’universo”

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Nobel svizzero Didier Queloz e l’astrofisico Sascha Quanz studieranno le origini della vita in un nuovo istituto di ricerca a Zurigo.

Di più “C’è vita altrove nell’universo”

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR