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Controversia sulle residenze secondarie

Appartamenti di vacanza nella località grigionese di "La Punt" Keystone

La fondazione svizzera per la tutela del paesaggio invoca l'introduzione di contingenti per limitare l'edificazione di case secondarie.

La Confederazione deciderà prossimamente a quali condizioni sarà abolita la legge che regola l’acquisto di abitazioni di vacanza da parte dei residenti all’estero.

Prima di abolire la cosiddetta «Legge Koller», la Confederazione deve introdurre contingenti – validi per gli Svizzeri come per gli stranieri – volti a limitare la costruzione di case secondarie. È quanto chiesto lunedì a Berna dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FTP).

Abrogando la «Legge Koller» – la disposizione legislativa che limita l’acquisto di immobili da parte di stranieri e che il Consiglio federale vuole stralciare –cadrebbe l’ultimo ostacolo alla proliferazioni di residenze di vacanza.

I comuni ed i Cantoni continueranno comunque ad esercitare una piena autorità in materia di piani direttori e, volendo, potranno quindi contenere il numero di abitazioni secondarie. Secondo la FTP Confederazione deve anche intervenire in tal senso facendo pressione sui piani direttori cantonali.

L’esempio grigionese

In una conferenza stampa, il direttore della FTP Raimund Rodewald ha sottolineato che l’aumento del numero di alloggi secondari mette in pericolo la qualità del turismo, spiegando che il suolo viene sempre più sfruttato e a farne le spese è il paesaggio.

Nel corso della conferenza stampa, la FTP ha ricordato il recente esempio proveniente dal Canton Grigioni: nello scorso mese di giugno, gli abitanti dell’Alta Engadina si sono infatti espressi a larga maggioranza in favore di un’iniziativa che chiede un contingentamento dell’edificazione di appartamenti e case di vacanza.

L’aumento di costruzioni secondarie nella zona registrato negli scorsi anni ha infatti avuto conseguenze negative dal punto di vista paesaggistico e sull’economia locale, dal momento che molte di queste case non sono abitate per la maggior parte dell’anno.

Da von Moos a Koller


Nel 1961, era stata introdotta in Svizzera una legislazione concernente la vendita di abitazioni particolarmente severa e restrittiva: all’epoca, l’intenzione era quella di prevenire una temuta svendita a stranieri del territorio nazionale.

Questa disposizione – «Legge von Moos», dal nome del consigliere federale che la promosse – subì nel tempo modifiche che l’hanno resa ancor più restrittiva, in particolare la «Legge Furgler» del 1973.

Per contro, la nuova «Legge Koller» entrata in vigore nel 1997, Legge Federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero (LAFE) ha dato avvio ad una fase di adattamento delle normative svizzere a quelle degli altri paesi europei, riducendone gli ambiti di applicazione.

La Legge Federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero (LAFE) ha quindi aperto anche a cittadini stranieri non domiciliati in Svizzera nuove prospettive di investimento immobiliare sul territorio della Confederazione.

swissinfo e agenzie

A partire dal 1961, gli stranieri che desiderano acquistare una proprietà in Svizzera necessitano di un’autorizzazione (Lex Koller).
Nel Paese vi sono attualmente 450’000 residenze secondarie.
Nel 2003, il Consiglio federale ha annunciato l’abolizione della Lex Koller.

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