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Controversia attorno ai brevetti sulla vita

Non bisogna confondere invenzione e scoperta Keystone

In consultazione da un mese, la seconda revisione della legge sui brevetti solleva molti interrogativi, in particolare nel campo delle biotecnologie.

Il Consiglio federale ha incaricato la Fondazione Science et Cité di lanciare e di accompagnare il dibattito attorno a questo tema spinoso.

“In seguito ai progressi tecnologici ed agli sviluppi internazionali di questi ultimi anni, un adattamento della legge sui brevetti è necessario”, dichiara Felix Addor dell’Istituto federale della proprietà intellettuale (Ipi).

Di tutt’altro avviso Thomas Cueni, direttore di Interpharma, l’associazione delle ditte farmaceutiche svizzere ingaggiate nella ricerca: “La legge attuale è migliore della revisione proposta”.

Il dibattito sulla seconda revisione della legge sui brevetti, proposto dalla Fondazione Science et Cité, si è aperto giovedì al Forum politico della Confederazione a Berna, in presenza dei rappresentati dei settori coinvolti.

La revisione della legge, entrata in vigore nel 1995, si compone di sei pacchetti distinti. Quello più delicato concerne il campo della biotecnologia.

La domanda che si pongono gli esperti, ma che viene girata a tutti gli organi competenti ed al pubblico, è se anche il materiale biologico – cioè la materia vivente – possa essere brevettato.

Un tema complesso

Già nel 2002, nell’ambito della revisione della legge in vista di un adattamento alle regole europee, il Consiglio federale aveva avviato un ampio dibattito pubblico sul controverso tema della brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche.

La necessità di creare delle piattaforme di dialogo deriva dalla complessità della tematica e dalla mancanza di informazione in seno alla popolazione.

La proposta di una revisione era nata dalla necessità di adeguare la legge sui brevetti ai più recenti sviluppi che si verificano, ad una velocità sempre maggiore, nel settore della tecnologia moderna.

Invenzione o scoperta?

Prima ancora di discutere sulla brevettabilità dei prodotti, è importante fare la differenza tra scoperte ed invenzioni, siccome esclusivamente quest’ultime possono essere protette.

“Le invenzioni implicano un’applicazione pratica delle conoscenze di dominio tecnico, ed è quindi giusto brevettarle”, indica Felix Addor dell’Ipi.

La differenziazione tra i due termini non è tuttavia sempre semplice da fare. Una scoperta può essere infatti alla base di un’invenzione.

Come nel caso dell’insulina. Il fatto di scoprire l’esistenza del gene dell’insulina non è di grande aiuto per i diabetici, ma l’applicazione pratica di questa conoscenza, cioè l’utilizzo del gene per fabbricare l’insulina in laboratorio, fa della scoperta un’invenzione.

Reazioni contrastanti

Come già affermato nel 2002, la comunità scientifica ed il corpo medico stimano che le innovazioni devono essere protette da brevetti solidi. Per garantire l’attrattività della Svizzera per i nuovi investitori.

“Una protezione più marcata della ricerca è indispensabile, considerando soprattutto la concorrenza americana ed europea”, dichiara Thomas Cueni di Interpharma.

Il discorso sui brevetti nel settore della biotecnologia non si sviluppa soltanto nell’ambito economico, ma anche, forse con maggior vigore, in campo etico.

Il collaboratore dell’Ipi fa notare che il rilascio di un brevetto non significa che lo Stato approvi l’invenzione dell’oggetto in questione. “Il brevetto in sé non costituisce una violazione dell’ordine giuridico o morale, a differenza dell’applicazione e dello sfruttamento dell’invenzione”.

Una constatazione confermata anche da Ariane Willemsen, della Commissione federale di etica: “Il brevetto non è immorale”.

La vita non si inventa

Per François Meienberg, rappresentate della Dichiarazione di Berna, un’organizzazione indipendente di politica dello sviluppo, la revisione rappresenta un passo nella buona direzione, sebbene bisogna apportare delle modifiche.

“È importante avere una nuova legge perché quella esistente era stata creata prima dell’avvento in forza della biotecnologia”.

Meienberg si rammarica tuttavia che “si continuerà a permettere i brevetti sui geni umani, vegetali o animali, ciò che non è una buona cosa per la società”.

“È una questione etica. Nessun’industria può inventare la vita”, continua Meienberg.

Paura dei brevetti

Nei confronti di coloro che rifiutano i brevetti, il Consiglio federale ha sottolineato più volte che un brevetto non è un certificato di idoneità all’immissione di un’invenzione sul mercato.

Un brevetto permette semplicemente al suo titolare di estromettere terzi dallo sfruttamento commerciale dell’invenzione in questione, senza tuttavia conferirgli il diritto di farne effettivamente uso.

Spetta ad altre leggi, come quella sull’ingegneria genetica, determinare se e a quali condizioni tale diritto sia riconosciuto.

swissinfo, Luigi Jorio

l’Istituto della proprietà intellettuale dispone di oltre 30 milioni di fascicoli di brevetti provenienti da 30 Paesi.
300’000 marchi protetti in Svizzera.

Oltre al tema delle licenze nel campo della biotecnologia, la seconda revisione della legge sui brevetti include tra l’altro la rettifica e la messa in atto di tre trattati internazionali.

Sono inoltre previsti il rafforzamento delle misure contro la pirateria della proprietà intellettuale e l’introduzione di licenze obbligatorie per l’esportazione di medicamenti brevettati verso i paesi in via di sviluppo.

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