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Contro una legge sugli stranieri discriminatoria

Con la nuova legge, non tutti gli stranieri sono i benvenuti Keystone Archive

I Verdi e due organizzazioni a difesa dei migranti hanno lanciato un referendum contro l'inasprimento della legge sugli stranieri voluto dal parlamento.

A destare la loro opposizione, la limitazione dell’ammissione di cittadini non europei e l’introduzione del concetto di «grado di integrazione».

In un primo tempo, il Forum dell’integrazione delle migranti e dei migranti (Fimm) era contrario al lancio di un referendum, giudicando tutto sommato positivamente il progetto di legge presentato dal governo.

«Abbiamo però cambiato idea dopo l’inasprimento voluto dal parlamento in dicembre», afferma Claudio Micheloni, segretario generale del Fimm, che definisce «discriminatoria» la nuova legge.

Secondo il Fimm, Solidarietà senza frontiere e il partito ecologista dei Verdi – che giovedì hanno lanciato il referendum contro la nuova legge sugli stranieri (Lstr) – la revisione votata dalle camere tre settimane fa, tratta i circa 280’000 migranti non appartenenti all’Unione europea come persone di seconda classe.

«Discrimina inoltre i 700’000 stranieri che vivono in Svizzera», afferma il deputato verde al Consiglio nazionale (Camera del popolo) Ueli Leuenberger.

Una legge discriminatoria

Il nuovo disegno della Lstr (una legge che disciplina l’immigrazione in Svizzera) apre le porte ai cittadini europei secondo i principi della libera circolazione delle persone, ma limita fortemente l’ammissione degli extracomunitari (Paesi terzi).

Per loro, l’immigrazione è possibile soltanto per i lavoratori qualificati o urgentemente richiesti dal mondo del lavoro elvetico.

«Questa differenza porta a campagne xenofobe, minacciando la coesione sociale dei Paesi», sottolinea Leuenberger.

La lingua non basta

A preoccupare maggiormente il Fimm è invece l’introduzione del concetto di «grado di integrazione», percepito come un vero e proprio schiaffo per le centinaia di migliaia di stranieri che da decenni stanno compiendo sforzi per integrarsi nella società elvetica.

Secondo tale concetto, le autorità competenti dovranno tener conto del livello di integrazione degli interessati (tra cui la conoscenza della lingua locale) prima di rilasciare o prorogare il permesso di dimora.

«La lingua non è il solo parametro per misurare l’integrazione», commenta Micheloni, aggiungendo che «l’integrazione non si impara sui banchi di scuola, ma è un modo di vivere ed uno stato d’animo che si basa sulla conoscenza e la riconoscenza reciproca».

Legge sull’asilo

Un referendum è pure stato lanciato mercoledì da una coalizione composta da sindacati e da varie organizzazioni assistenziali e a difesa dei diritti dell’uomo (tra cui Amnesty International e Terre des Hommes).

I promotori sono contrari all’inasprimento della legge sull’asilo decisa in dicembre dal parlamento. Il nuovo testo (definito «Lex Blocher» dal nome del ministro della giustizia, Christoph Blocher, che lo ha voluto con maggior vigore) prevede ad esempio la soppressione dell’aiuto sociale ai richiedenti respinti e l’esclusione dell’ammissione in Svizzera per motivi umanitari.

Gli aderenti alla coalizione ritengono che la modifica legislativa violi il diritto internazionale, in particolare la Convenzione del 1951 sui rifugiati.

Entrambi i promotori dei referendum avranno tempo 100 giorni (a decorrere dalla pubblicazione nel Foglio federale) per raccogliere le 50’000 firme necessarie. Se riusciranno nel loro intento, il popolo sarà chiamato ad esprimersi alle urne.

swissinfo e agenzie

La nuova legge federale sugli stranieri disciplina in particolare l’ammissione e la dimora di stranieri con attività lucrativa o no, provenienti da Stati non membri dell’Unione europea o dell’Aels (che oltre alla Svizzera include Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e che non rientrano nell’accordo sulla libera circolazione delle persone.

Votata dal parlamento ad inizio dicembre, la nuova normativa dà chiaramente la priorità ai cittadini europei, mentre l’immigrazione degli extracomunitari è limitata ai soli lavoratori qualificati.

In altri punti la legge è stata inasprita. Ad esempio, la concessione dei permessi di residenza e il ricongiungimento famigliare saranno regolamentati in modo più severo.

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