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Conti e bonus UBS: fra indignazione e consensi

Keystone

La pubblicazione dei risultati 2008 di UBS ha provocato una ridda di reazioni anche in campo politico. Nel mirino delle critiche ci sono nuovamente i bonus. Pacati i toni dei partiti di centro, mentre rosso-verdi e destra nazional-conservatrice urlano allo scandalo. Il tesoriere e presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz getta acqua sul fuoco.

L’ordine di grandezza del deficit era già stato preannunciato. Ora è giunta la conferma: l’UBS ha chiuso l’esercizio 2008 con una perdita di 19,7 miliardi di franchi, di cui circa la metà subita nel giro degli ultimi tre mesi dell’anno. Per evitare il fallimento, la più grande banca della Svizzera ha beneficiato di un piano di aiuto statale di 60 miliardi di franchi.

Nonostante la disastrosa situazione, l’istituto verserà ai dipendenti, con il consenso dell’Autorità di sorveglianza dei mercati finanziari (FINMA), 2,2 miliardi di franchi di bonus. Per gran parte dell’opinione pubblica e molti politici, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Indignazione ed emozione

Secondo l’Unione democratica di centro (UDC) è inammissibile che vengano versate gratifiche quando una società sprofonda nelle cifre rosse. Poiché “di fatto” la Confederazione ha accordato una garanzia statale alle grandi banche, queste ultime devono adattare le loro strutture, comprese quelle salariali, e Berna dev’essere rappresentata nel consiglio d’amministrazione, scrive il partito in una nota.

Sulla stessa linea della destra nazional-conservatrice, si esprimono anche i due più grandi partiti sulla parte opposta dello scacchiere politico.

Il Partito socialista svizzero (PS) giudica inaccettabile una simile gestione dei “soldi dei contribuenti” da parte di una banca “sovvenzionata dallo Stato”. I socialisti invitano la popolazione a scrivere al presidente della Confederazione per sollecitare il suo intervento, affinché l’UBS sospenda il versamento dei bonus e si ritiri dalle “attività dubbie”. Il PS stigmatizza anche l’operato “incomprensibile” della FINMA.

Anche gli ecologisti puntano l’indice contro la FINMA. I Verdi reclamano le dimissioni del suo presidente Eugen Haltiner, argomentando che “non rappresenta gli interessi dello Stato, bensì quelli dell’UBS”. Per il partito, il versamento dei bonus è “una provocazione”. I Verdi domandano trasparenza e regole precise per l’UBS.

Compostezza

Pur giudicando necessario un cambiamento della politica salariale ed esprimendo comprensione per la rabbia della popolazione, il Partito liberale radicale (PLR) esamina la situazione da un altro punto di vista: saluta la riduzione della massa salariale e la contrazione della componente variabile degli stipendi. Inoltre ritiene positivo che l’entità degli attivi “tossici” trasferiti alla BNS sia inferiore al previsto. Esorta infine gli altri partiti a non buttare benzina sul fuoco e a difendere gli interessi dei contribuenti, secondo le parole del segretario generale Stefan Brupbacher.

Un’analisi in perfetta armonia con quella dell’altro partito di centro, il popolare democratico (PPD). Il suo presidente Christophe Darbellay, mette l’accento sugli stessi elementi del PLR, giudicandoli “segnali positivi”. Il parlamentare vallesano sottolinea pure che i top manager hanno rinunciato ai bonus. Quelli versati costituiscono la componente variabile delle rimunerazioni, stabilite per contratto. E i contratti devono essere rispettati.

Il ministro delle finanze spiega e relativizza

Questi ultimi aspetti sono stati rilevati anche da Hans-Rudolf Merz. Incalzato dai giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del consuntivo 2008 della Confederazione, il ministro delle finanze martedì pomeriggio ha richiamato l’attenzione sul contesto generale e sulla confusione causata dalla terminologia.

“Il governo ha sempre compreso la collera suscitata dai bonus”, ha puntualizzato il presidente della Confederazione. A suo avviso, “questa esperienza avrà sicuramente conseguenze sulla futura politica salariale”. Tuttavia, finora era una “prassi generale” a livello internazionale. Sarebbe perciò impensabile modificarla improvvisamente, scombussolando tutto il sistema.

Questi bonus in realtà costituiscono la parte flessibile del salario. I dipendenti dell’UBS non possono esserne improvvisamente privati: è “una questione di giustizia”, ha detto Merz, ricordando che in quasi tutti i settori quest’anno sono stati concessi aumenti di stipendio.

Il personale dell’UBS non percepisce più la tredicesima mensilità: questa è stata sostituita dal sistema con la quota flessibile, ha spiegato a swissinfo il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze Peter Siegenthaler. Un sistema di rimunerazione che riguarda la maggior parte dei quasi 78mila dipendenti del colosso bancario.

Il totale di 2,2 miliardi di franchi dev’essere perciò relativizzato: in molti casi, le gratifiche percepite sono modeste, ammontano a poche migliaia di franchi, ha assicurato l’alto funzionario.

In tale “complesso contesto”, secondo Merz, la soluzione della FINMA è dunque “accettabile”.

Tagli occupazionali

Questa soluzione non basterà comunque a salvare tutti i posti di lavoro del gruppo bancario. L’istituto martedì ha annunciato la soppressione di ulteriori 2000 impieghi nel mondo, di cui fra 600 e 800 in Svizzera. La maggior parte sarà cancellata nell’Investment Bank, ma non sarà risparmiata nemmeno la gestione patrimoniale, la divisione più redditizia del gruppo.

Ciò desta grande preoccupazione fra le organizzazioni dei salariati. La Società degli impiegati di commercio “sic svizzera” chiede che invece di ricorrere a licenziamenti, ci si concentri sulla formazione e su orari di lavoro innovativi. Ciò permetterebbe di far fronte alle turbolenze puntando sulle capacità del personale.

L’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) paventa “un deterioramento della qualità dei servizi” e afferma che non si possono chiedere sforzi supplementari a dipendenti, per i quali le giornate lavorative di dieci ore e più sono ormai diventate un’abitudine.

L’ASIB d’altra parte denuncia la “mancanza di trasparenza” dell’UBS e chiede di conoscere la ripartizione geografica dei bonus. “Noi non potremmo capire che vengano distribuiti soprattutto all’estero quando in Svizzera vengono soppressi posti di lavoro”, ha dichiarato la segretaria centrale dell’ASIB Denise Chervet.

swissinfo e agenzie

Perdita record: nel 2008 UBS chiude con un deficit di 19,7 miliardi di franchi, di cui 8,1 nel solo 4° trimestre.

Nel 2007 la perdita era stata di «soli» 5,2 miliardi.

Deflusso di capitali: 226 miliardi di franchi nel 2008.

Ristrutturazione: 2’000 impieghi in meno nell’Investment banking, che si aggiungono agli altri 9’000 annunciati dall’inizio della crisi.

In Svizzera saranno soppressi tra i 600 e gli 800 posti di lavoro, sia nell’Investment banking che nella gestione patrimoniale.

Nel dicembre 2008 il personale è stato ridotto del 7% a 77’783 impiegati.

In Svizzera UBS alla fine del 2008 aveva in organico 26’406 dipendenti (-5%).

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