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Consulto virtuale, aiuto reale

Nell'era di Internet, un buon consiglio medico può arrivare anche grazie al computer Keystone

Dal 1999 l'Ospedale universitario di Zurigo gestisce un servizio di consulenza medica via Internet: un'offerta sempre più apprezzata, soprattutto in un settore dove le risorse presenti in rete sono spesso di dubbia qualità.

Una donna di 31 anni è preoccupata poiché, dopo la nascita del figlio, continua a perdere capelli. Non convinta della prima diagnosi effettuata dal suo medico, desidera un secondo parere. Altro esempio: un 25enne desidera sapere quali effetti collaterali può avere il farmaco anti-acne che sta assumendo, e sottopone quindi agli esperti il suo caso, chiedendo anche cosa fare in presenza di eventuali ricadute.

Sono soltanto due tra i moltissimi quesiti sottoposti al servizio di “telemedicina” (e-Health) dell’Ospedale universitario di Zurigo, tramite l’apposito formulario elettronico disponibile sul sito. I sei medici che vi lavorano studiano poi il caso e nel giro di 24 ore inviano una risposta scritta – al costo di 75 franchi – in tedesco, francese, italiano oppure inglese.

Da passivo a attivo

«Il servizio di consultazione via Internet è stato fondato nel 1999, con lo scopo iniziale di raccogliere esperienze in questo ambito», spiega Christiane Brockes, che dal 2005 dirige il centro dell’ospedale zurighese.

Già alla fine degli anni Novanta la dottoressa Brockes aveva lavorato per un istituto privato di Basilea che garantiva consulenza telefonica ed elettronica ai manager in viaggio. Un’esperienza «che mi ha permesso di capire l’enorme potenziale della telemedicina», rileva.

E i numeri le danno ragione: in un decennio, il servizio di online dell’ospedale universitario di Zurigo – l’unico nel suo genere nell’area germanofona – ha ricevuto 50’000 richieste, nonostante il calo (da 6’000 a 2’000 formulari l’anno) dopo l’introduzione della tassa nel 2008. Le valutazioni delle risposte da parte degli utenti risultano inoltre molto positive.

Secondo la responsabile, l’esperienza si è rivelata un successo poiché «grazie allo sviluppo delle tecnologie di comunicazione è cambiato anche il ruolo del paziente. Non si tratta più di un fruitore passivo di servizi medici, bensì di un elemento attivo e informato del sistema sanitario, che vuole decidere insieme ai dottori la terapia migliore».

Oggigiorno, grazie a Internet, le persone si documentano molto in merito ai problemi di salute. D’altro canto, però, «spesso non è facile valutare la qualità delle informazioni trovate e decidere cosa fare. Ecco perché un servizio come il nostro è importante per fare chiarezza e migliorare anche le competenze del paziente», afferma Christiane Brockes.

Più in generale, il ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in ospedale è un cantiere fondamentale per tutta la politica sanitaria: «Le applicazioni sono molteplici, dalla cartella elettronica del paziente fino al consulto e agli interventi a distanza, il tutto con l’obiettivo di migliorare la qualità e di contenere i costi».

Di tutto un po’

Ma cosa vogliono sapere le persone che scrivono al servizio di telemedicina dell’ospedale di Zurigo? «Riceviamo richieste di tutti i tipi. Per esempio: domande su sintomi, cause e possibili terapie; domande di chiarimento su diagnosi poco chiare, analisi di laboratorio, secondi pareri», evidenzia la dottoressa Brockes.

A ciò si aggiunge un altro gruppo di domande, ovvero «quelle che solitamente si affrontano malvolentieri di fronte al medico in carne e ossa: per esempio tutti i problemi relativi alla sfera intima e sessuale. In questo ambito, Internet costituisce sicuramente un vantaggio».

Christiane Brockes menziona un ulteriore aspetto: «Le persone che ci scrivono hanno la possibilità di redigere la loro domanda nella tranquillità di casa propria, prendendosi tutto il tempo necessario. Di conseguenza, i testi che riceviamo sono di regola quindi molto chiari e dettagliati, con domande precise. Questo è per noi un grande vantaggio, dato che non possiamo vedere fisicamente il paziente e visitarlo».

Occorre esperienza

Christiane Brockes ha cominciato a occuparsi di telemedicina soltanto dopo aver lavorato in ospedale per diversi anni. A questo proposito, la dottoressa fa notare che «oltre a una formazione completa in medicina, per svolgere bene questa attività occorre aver accumulato parecchia esperienza pratica».

A differenza di una consultazione telefonica, infatti «le persone che ricevono la nostra risposta molto spesso stampano il testo e lo mostrano al proprio medico curante o ad altri dottori. Si deve quindi fare molta attenzione nella formulazione delle valutazioni, che – essendo scritte – risultano più vincolanti di un consiglio a voce».

Inoltre, «gli standard della consulenza medica via Internet vengono costantemente perfezionati». I collaboratori del servizio beneficiano quindi regolarmente di corsi di formazione specifici, in modo tale da garantire uno sviluppo costante dell’offerta “elettronica”. Senza dimenticare che i casi pratici di cui si occupa il servizio sono anche utilizzati nell’ambito della ricerca medica dell’ospedale universitario.

In ogni caso, conclude Christiane Brockes, «quando lo riteniamo necessario, non esistiamo a indirizzare il paziente verso il proprio medico di famiglia».

Con il termine “telemedicina” è designato l’insieme delle conoscenze e delle applicazioni della telematica alla medicina, sviluppatesi in particolare durante il periodo delle ricerche spaziali.

Tra i servizi offerti dalla telemedicina figurano l’assistenza a distanza, il telemonitoraggio ospedaliero, le applicazioni per la terapia a distanza (per esempio il sistema di controllo della dialisi con apparecchiatura telematica), i servizi per aree isolate a bassa densità di popolazione.

La telemedicina riguarda anche l’integrazione dei servizi e delle risorse scientifiche. Ad esempio: il sistema informativo sanitario, i laboratori di analisi, il registro dei tumori, i servizi bibliografici e didattici delle università.

Un ulteriore settore di applicazione delle tecniche della telemedicina è la telechirurgia, cioè l’applicazione dei mezzi telematici per eseguire interventi chirurgici a distanza.

L’operatore, con l’ausilio di un monitor che gli consente l’osservazione continua del campo operatorio, esegue le varie manovre dell’intervento che, teletrasmesse, vengono esattamente ripetute sul paziente da un robot.

La Confederazione e Cantoni hanno elaborato in collaborazione una «Strategia eHealth Svizzera», adottata formalmente dal governo nel giugno 2007 e i cui obiettivi devono essere concretizzati entro il 2015.

Il progetto mira in particolare all’introduzione della cartella elettronica e all’istituzione di un portale sulla salute con informazioni online di qualità garantita.

Con decisione del 3 dicembre 2010, il governo svizzero ha quindi incaricato il Dipartimento federale dell’interno di presentare entro settembre 2011 un avamprogetto di legge e il relativo rapporto esplicativo per introdurre la cartella del paziente informatizzata integrata.

I due documenti verranno posti in consultazione.

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