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Colpo di Stato militare in Mali

Persona con mascherina
Il presidente Keita ha annunciato le dimissioni durante una breve allocuzione televisiva. Ap

Il presidente maliano Boubakar Keita ha dichiarato martedì sera che avrebbe dato le dimissioni e sciolto il parlamento. Questo poco dopo il suo arresto da parte di militari ribelli. La crisi si aggrava nel Paese già confrontato con un'insurrezione jihadista e un'ondata di proteste.

Visibilmente affaticato, con una mascherina di protezione, Keita ha dato l’annuncio durante una breve allocuzione televisiva qualche ora dopo il suo arresto.  In detenzione anche il premier Babou Cissé e altri alti funzionari.

“Se oggi certi elementi delle nostre forze armate vogliono che questo abbia fine tramite un loro intervento, ho veramente scelta?”, ha detto da una base militare a Kati, vicino alla capitale Bamako, dove è avvenuto l’ammutinamento e dove è stato detenuto. “Non voglio sia sparso del sangue per farmi restare al potere, quindi lascerò la carica”, ha dichiarato.

I militari all’origine del colpo di Stato si sono identificati come il Comitato nazionale per la salvezza del popolo e sono guidati dal colonnello Ismael Wagué. Hanno comunicato nella mattina di mercoledì che intendono organizzare nuove elezioni, dopo che la notizia del golpe, benché accolta con gioia dai manifestanti antigovernativi nella capitale, è stata criticata aspramente dalla comunità internazionale.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha fissato un meeting a porte chiuse mercoledì pomeriggio per discutere della situazione. La missione delle Nazioni Unite in Mali conta 15’600 persone.

Keita era stato eletto nel 2013 e rieletto cinque anni dopo. Doveva restare in carica altri tre anni ma la sua popolarità è crollata e i dimostranti hanno iniziato a scendere in strada chiedendone le dimissioni.

Lo scioglimento di governo e parlamento rischia di alimentare le tensioni nel Paese già alle prese con l’emergenza crescente del coronavirus e con otto anni di insorgenza dell’estremismo islamico.

Il servizio del TG:

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Ribelli Tuareg nel 2012, jihadisti nel 2020

Quanto successo martedì ricalca gli eventi che hanno portato all’ultimo colpo di Stato nel 2012, che a sua volta aveva portato a un vuoto di potere di cui hanno approfittato gli estremisti per prendere controllo delle città settentrionali. Un’operazione militare guidata dalla Francia è riuscita poi ad allontanare i jihadisti che si sono però poi raggruppati ed espansi durante la presidenza Keita nel centro del Paese.

Nel 2012 fu Amadou Tumani Toure ad essere allontanato dalla presidenza dopo una serie di cocenti sconfitte militari. Allora, gli avversari erano i separatisti Tuareg. Questa volta, le autorità maliane sono apparse spesso impotenti di fronte agli estremisti legati ad al-Qaida e all’Isis.

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