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Conferenza di Lugano, un successo snobbato dalla stampa estera

Ursula von der Leyen durante la Conferenza di Lugano.
Ursula von der Leyen durante la Conferenza di Lugano. © Keystone / Michael Buholzer

Tra l’indifferenza della stampa internazionale e l’elogio della stampa elvetica, si è conclusa ieri a Lugano la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (Ukraine Recovery Conference).

Sulla stampa nazionale la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina è stato più un referendum sul consigliere federale Ignazio Cassis che un vero e proprio giudizio su quanto ottenuto con la Dichiarazione di Lugano. Per la stampa internazionale l’avvenimento è invece passato decisamente in secondo piano. Solo i media britannici hanno coperto l’avvenimento cogliendo l’occasione per attaccare la Confederazione per i fondi russi depositati nelle banche elvetiche e non sequestrati.

Stampa regionale

Per il quotidiano ticinese La RegioneCollegamento esterno, l’evento luganese non rimarrà fine a sé stesso: quasi certamente sarà il calcio d’inizio di un processo di ampia portata, destinato a prendere forma negli anni a venire. Tutto questo può anche non sembrare granché, scrive l’editorialista, soprattutto alla luce delle aspettative iniziali – ridimensionatesi cammin facendo – sulla partecipazione di un cospicuo numero di politici di alto livello. Il risultato però non è da disprezzare. Occorre infatti ragionare sin d’ora sul futuro a medio-lungo termine di un Paese che non gode di buona reputazione in fatto di lotta alla corruzione o indipendenza del potere giudiziario.

L’altro quotidiano ticinese, il Corriere del TicinoCollegamento esterno, ricorda come sulle rive del Ceresio non è stato annunciato nessun piano Marshall per la ricostruzione dell’ex Repubblica sovietica. Tuttavia, aggiunge il foglio luganese, alle persone dalla critica facile e gratuita va ricordato che non era questo lo scopo della conferenza. Lo scorso 20 giugno, presentando gli obiettivi del summit internazionale sull’Ucraina, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis aveva precisato che “sarà un successo se gli Stati e le istituzioni internazionali riusciranno a condividere un piano di ripartenza con principi vincolanti”. E così alla fine è stato.

Stampa nazionale

I principali quotidiani della Svizzera tedesca dedicano all’avvenimento articoli di cronaca. Così la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno (NZZ), parla dei fondi russi in Svizzera, scrivendo che Ignazio Cassis respinge la cupidigia ucraina. Il foglio zurighese traccia un bilancio positivo della conferenza sull’Ucraina a Lugano. Tutti gli Stati hanno sostenuto la dichiarazione – scrive la NZZ – e sono tutti d’accordo che l’Ucraina deve essere ricostruita in modo diverso – in altre parole, migliore – se un giorno le armi dovessero tacere. Particolare importanza viene attribuita alla lotta contro la corruzione e allo Stato di diritto. La Dichiarazione di Lugano, nonostante la sua natura giuridica non vincolante, costituirà la base di questo processo, conclude la NZZ.

L’altro quotidiano di Zurigo, il Tages AnzeingerCollegamento esterno, punta sulla reazione dei politici elvetici. Se prima dell’evento il presidente Ignazio Cassis ha dovuto subire pesanti critiche per la sua conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, ora sta ricevendo elogi per la conferenza da parte dei parlamentari elvetici che hanno incontrato più volte i deputati ucraini a Lugano. Unica voce fuori dal coro la destra populista per la quale la conferenza è arrivata troppo presto e probabilmente è stata anche un po’ ingenua. In ogni caso, a Lugano si parla molto, ma si fa poco.

Il vertice di Lugano, un vero jackpot politico per Ignazio Cassis. Così intitola il proprio editoriale il quotidiano di Ginevra Le TempsCollegamento esterno. Bistrattato sul dossier europeo, il Presidente della Confederazione, ha raggiunto i suoi obiettivi alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina scrive Le Temps.

Il ministro degli Esteri e il suo dipartimento – sottolinea il quotidiano – hanno raggiunto i loro obiettivi: sette principi guideranno la ricostruzione dell’Ucraina, con una forte enfasi sulla trasparenza, la democrazia e l’inclusione. Ignazio Cassis è riuscito nella sua sfida. Questo non può che essere un bene per lui – conclude Le Temps – visto che sta soffrendo nel suo dossier più importante, l’Europa, e la questione della sua rielezione al Consiglio

Sulla stessa linea anche la Tribune de GénèveCollegamento esterno. Perfetto nel suo ruolo di cortese padrone di casa nell’accogliere le delegazioni, maestro di cerimonie che passa dall’inglese all’italiano e dal francese al tedesco con sconcertante facilità, Cassis ha reso questa conferenza una pietra miliare per il futuro, scrive il quotidiano ginevrino

Il giornale si pone due domande: Rimarranno nei libri di storia? Se ne parlerà ancora in Gran Bretagna o in Germania, due paesi che hanno già manifestato la loro disponibilità a ospitare le future edizioni della conferenza? È difficile dirlo. Una cosa è certa – conclude le Tribune – e cioè che la Conferenza di Lugano ha sicuramente segnato (in bene) l’anno di presidenza di Cassis.

Stampa internazionale

La stampa internazionale è ambivalente o indifferente. Per la Frankfurter Allgemeine ZeitungCollegamento esterno la conferenza è stata utile come ulteriore segnale a Putin e come incentivo per la popolazione ucraina. Tuttavia, il quotidiano tedesco si chiede quanto sia realistica una “ricostruzione sostanziale” nel prossimo futuro. Secondo il commentatore, non è nemmeno possibile dire quali parti dell’Ucraina rimarranno indipendenti, il che pone “limiti ristretti” alla pianificazione.

La stampa britannica invece non ha mancato di attaccare la Confederazione. Poco interessati alla conferenza di Lugano in sé, hanno posto la loro attenzione sulla gestione dei beni russi da parte della Svizzera. Ad esempio, il GuardianCollegamento esterno punta sui beni russi nella Confederazione e titola il suo contributo: “La Svizzera resiste al piano ucraino di sequestrare i beni russi congelati”. I piani delineati dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal di utilizzare 500 miliardi di euro di beni russi congelati per la ricostruzione hanno incontrato una “decisa resistenza” in Svizzera. Il presidente svizzero, Ignazio Cassis – scrive il foglio britannico – ha respinto il piano, affermando che la protezione dei diritti di proprietà è fondamentale in una democrazia liberale.

In Francia, Italia e Stati Uniti, la Conferenza di Lugano non è un argomento di discussione. La “conferenza della ricostruzione” ha ricevuto poca attenzione in Francia e in Italia, che a Lugano erano rappresentati a un livello inferiore. Il quotidiano francese Le FigaroCollegamento esterno ha dedicato almeno qualche articolo alla conferenza, mentre il quotidiano nazionale con la maggiore diffusione, Le Monde, ha praticamente ignorato l’evento.

Anche in Italia, la Repubblica e il Corriere della Sera hanno riferito solo marginalmente della conferenza di Lugano. Lo stesso vale per i media statunitensi.

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