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Con Pécresse i neogollisti sfidano Macron

Valérie Pécresse
La partita per l'Eliseo è iniziata per Valérie Pécresse Keystone / Christophe Petit Tesson

Sarà Valérie Pécresse a correre per i neogollisti alle presidenziali del prossimo anno in Francia. La presidente dell'Ile-de-France, la regione di Parigi, ha ottenuto con il 60,95% dei voti l'investitura da parte della base dei Républicains, superando Éric Ciotti, il deputato espressione dell'ala più a destra dello schieramento neogollista.

Fra i quattro concorrenti alle primarie dei Républicains, Valérie Pécresse non partiva da favorita ma secondo molti osservatori è quella che potrebbe maggiormente dare del filo da torcere all’uscente Emmanuel Macron, con cui condivide peraltro non poche posizioni politiche.

Oltre a essere la prima donna candidata della destra moderata Valérie Pécresse è una liberale con venature di tipo sociale ma al contempo è molto accentratrice nel governo, analogamente al suo possibile rivale il prossimo mese di aprile.

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Sogni di rivincita neogollisti

Nel discorso d’investitura l’ex ministra di Nicolas Sarkozy ha promesso di riportare al ballottaggio la destra neogollista, reduce nel 2017 dal clamoroso smacco di non aver superato, caso unico nella Quinta Repubblica, il primo turno con un suo candidato.

A suo favore si è schierato l’elettorato femminile simpatizzante di destra, che le ha permesso di prevalere su Éric Ciotti, che non manca di strizzare l’occhio al nazionalista Zemmour, ma anche su Xavier Bertrand e Michel Barnier, meglio piazzati alla vigilia. Per il presidente neogollista Christian Jacob “la destra ha ritrovato il suo Dna, è popolare e solidale, una vera squadra nazionale pronta a dirigere il nostro Paese”.

Valérie Pécresse si profila come la più seria avversaria dell’attuale capo dello Stato che in queste settimane, in attesa della candidatura ufficiale, ha concordato con gli alleati la sua base elettorale. Alla piattaforma centrista aderiscono i suoi sostenitori tradizionali di La République en Marche (in perdita di velocità da ormai molto tempo), il Movimento democratico (MoDem), organizzazioni giovanili e partiti personalistici come Horizons, creato dall’ex premier Édouard Philippe.

Destra e sinistra frammentate

La sinistra, che si presenta estremamente frammentata, non può coltivare grandi chances: la candidata socialista Anne Hidalgo è accreditata dai sondaggi tra il 4% e il 6% mentre il più radicale Jean-Luc Mélenchon sembra essersi ripiegato attorno al 10%, più o meno come la quota riferita al campo ecologista.

La novità di questa tornata elettorale è data dalla divisione dell’estrema destra che rischia di nuocere seriamente all’ex Front national: a Marine Le Pen si contrappone infatti la candidatura radicale dell’ultratradizionalista Éric Zemmour, che alcuni sondaggi davano nelle scorse settimane addirittura al ballottaggio.

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