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Con Berlusconi resta anche l’instabilità

Silvio Berlusconi è riuscito a sopravvivere, ma il suo destino di Premier resta appeso a un filo Keystone

All'indomani della risicata fiducia incassata da Silvio Berlusconi, la stampa svizzera evidenzia che il futuro del suo governo resta appeso a un filo. Sui pronostici per il futuro i commentatori elvetici sono unanimi su un punto: c'è il peso di un grande malessere.

“La gravità della crisi italiana è tale che forse solo un antropologo o uno specialista di psicologia collettiva o uno storico della ‘lunga durata’ potrebbero dire qualche cosa di nuovo e importante”, commenta La Regione Ticino, secondo la quale “un governo appeso a tre voti dovrà appellarsi a tutti i santi di cui dispone, non per fare chissà cosa, ma anche solo per tirare a campare”.

“Dunque la spavalderia esibita dal presidente del Consiglio è una mera recita, niente più della sicumera di chi ha tanti argomenti e tanti soldi da spendere per assicurarsi i voti che gli necessitano. Perché da ieri il suo governo è sì salvo, ma dovrà trattare la propria sopravvivenza ad ogni passo. Tanto che la vittoria del 14 dicembre potrebbe essere presto rimpianta come l’ultima della legislatura, pronostica il quotidiano bellinzonese.

La grande difficoltà, se non addirittura l’impossibilità, di governare con una fiducia per soli tre voti di scarto alla Camera dei deputati è sottolineata anche dal Giornale del popolo (GdP). Una situazione estremamente delicata in cui “da ieri pomeriggio a Roma, in buona o rispettivamente in malafede, tutti gli alchimisti esperti di formule parlamentari sono all’opera per preparare ricette da proporre a Berlusconi”.

Ricette che il presidente del Consiglio italiano non dovrebbe tuttavia fare sue, poiché, malgrado tutto, secondo l’editorialista del GdP, “Berlusconi è oggi l’unico leader politico possibile di un processo di rinnovamento strutturale della vita pubblica italiana che tutte le forze più vive del Paese concordano nel ritenere urgente”. Il commentatore del quotidiano della curia ticinese conclude suggerendo a Berlusconi di “prendere una forte iniziativa politica annunciando e avviando un programma di governo orientato a quel rinnovamento davvero radicale in cui finora, preoccupato come era di avere sempre la massima popolarità e i massimi consensi, non si è mai davvero impegnato”.

Per il Corriere del Ticino (CdT), per “sopravvivere con tranquillità” Berlusconi dovrà “creare un governo sempre più forte, in qualità e quantità. In fatto di qualità, il Cavaliere dovrà dimostrare di possedere un programma di riforme tale da poter rilanciare la società e l’economia italiane”. Circa la qualità dovrà “comporre una forza politica in grado di assegnare a una nuova maggioranza la capacità di governare, che concretamente significa dotarsi di numeri sufficienti di deputati per mandare in porto un’azione programmatica. Per conseguire tali obiettivi, Berlusconi ha una carta che dice di voler giocare e che chiama unità dei moderati”.

Ma il commentatore del CdT vede su questa strada il pericolo che “la Lega, dopo aver raggiunto gli obiettivi che più le stanno a cuore (primo fra tutti il federalismo fiscale), al primo incidente importante o al primo serio scivolone della maggioranza” indichi a Berlusconi “la via delle urne. Una reazione che il premier potrebbe usare come alibi per essere indotto a chiedere al capo dello Stato di sciogliere le Camere. E ad aprire la strada, senza particolari timori stando al Cavaliere, alle elezioni anticipate”.

“Calciomercato” dei voti

Nella Svizzera nord alpina, il quotidiano vodese 24 Heures interpreta la seppur magra vittoria di martedì come la dimostrazione “della capacità del Cavaliere di capovolgere tutti i pronostici. Solo quindici giorni fa, infatti, il conteggio dei deputati fedeli a Berlusconi si fermava a 308, mentre la maggioranza è arrivata a 316 voti”. Anche per l’altro quotidiano di Losanna, Le Matin, si tratta di una “boccata d’ossigeno” che permette a Berlusconi di respirare.

Pessimista, invece, il commentatore de La Liberté, secondo il quale “il salvataggio in extremis (…) di Silvio Berlusconi non aggiungerà nulla alla sua gloria”. Il quotidiano friburghese sottolinea le circostanze in cui si è svolto il voto, “macchiato di forti sospetti di manovre contrarie all’etica, o addirittura alla legittimità democratica”.

Circostanze messe in risalto anche dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), per la quale solo il “tipico ‘Calciomercato’, dell’indegno mercanteggiamento di voti contro denaro o posti” ha salvato Berlusconi. Il giornale zurighese osserva che il cavaliere si è così confermato un politico dell’arte di sopravvivere.

Sulla stessa lunghezza d’onda L’Express di Neuchâtel che cita le dichiarazioni del senatore italo-svizzero del PD Claudio Micheloni, il quale accusa un altro parlamentare italiano residente in Svizzera, Antonio Razzi, che ha cambiato campo qualche giorno prima del voto, di avere “completamente tradito e insultato gli italiani dell’estero”.

Un futuro problematico

Molto critico anche il ginevrino Le Temps, secondo il quale “da quando è tornato al potere nella primavera del 2008, il Cavaliere sembra avere quale unico progetto l’utilizzazione delle istituzioni per difendere i propri interessi e sfuggire alla giustizia, che minaccia di perseguirlo penalmente per diverse vicende”. Quella di martedì per Berlusconi rischia di diventare una vittoria di Pirro. Secondo il giornale lemanico, “il grande beneficiario della drammaturgia parlamentare di martedì potrebbe essere la populista Lega Nord, che tatticamente è nell’attuale maggioranza”.

Per il TagesAnzeiger la vittoria di martedì in realtà ha il sapore amaro di una disfatta per Berlusconi. Il premier italiano “adesso si trova nella stessa situazione del suo predecessore Romano Prodi, sulla cui precaria maggioranza egli allora scherzava. Anch’egli ora è un ‘politico pappamolle'”, scrive il quotidiano zurighese, ricordando come il cavaliere aveva definito il professore.

Una situazione di debolezza politica, che per il TagesAnzeiger non prelude tempi migliori per l’Italia. “La politica si è nuovamente dimostrata incapace di dare una prospettiva d’avvenire al paese. Più a lungo durerà questa situazione, più pericolosa diventerà. La giornata di ieri ha avviato una nuova fase d’instabilità”.

“L’Italia ha bisogno di una personalità seria come presidente del Consiglio dei ministri” per risolvere i problemi del paese, scrive la NZZ. E il quotidiano di Zurigo esclude “che Silvio Berlusconi sia l’uomo giusto” per questo compito.

Ma per poterlo estromettere, i suoi avversari dovrebbero “avere un progetto politico convincente, un leader forte e una squadra affidabile”, rileva l’Aargauer Zeitung. Ma il “Terzo polo” non ha nulla di tutto questo, conclude il giornale argoviese. Il bernese Der Bund riassume la situazione con una caricatura che vede Silvio Berlusconi infilato in uno stivale mentre alza la mano facendo il segno della vittoria e delle persone che commentano: “È come per l’immondizia di Napoli. Nessuno lo spazza via dalla strada”.

Repubblica parlamentare dal 1947, l’Italia è divisa in 20 regioni (15 a statuto ordinario, 5 autonome), dotate ciascuna di un consiglio regionale e di una giunta.

Il parlamento è composto da una Camera dei deputati (630 membri eletti a suffragio universale per 5 anni) e un Senato (315 membri eletti a suffragio universale per 5 anni, ai quali si aggiungono i senatori a vita.

Il presidente della Repubblica è eletto per 7 anni dal parlamento e da 58 delegati regionali. Attualmente questa carica è ricoperta da Giorgio Napolitano.

Al presidente spetta la nomina del primo ministro, il vero dominus del sistema politico italiano.

Non appena nominato il premier propone al presidente della Repubblica le nomine dei singoli ministri assieme ai quali andrà a formare il consiglio dei ministri.

Il governo dipende dalla fiducia di entrambi i rami del parlamento e ha la facoltà di emettere decreti legge che devono comunque essere confermati dal parlamento entro 60 giorni.

Il 14 dicembre 2010, al termine di diversi mesi di crisi politica, Silvio Berlusconi ha ottenuto la rinnovata fiducia del parlamento.

La colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

In Italia risiede la quarta

comunità di svizzeri all’estero

in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti. Alla fine del 2009 erano registrati 48’638

cittadini svizzeri in Italia.

I due terzi vivono nel nord del Paese. In seguito alla chiusura del consolato generale di Genova, il circondario di Milano comprenderà – oltre alle 5 regioni attuali – anche Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, per un totale di circa 33’000 persone.

Con una quota pari al 9,5% del commercio estero svizzero, l’Italia è il secondo partner economico della Svizzera , dopo la Germania. Gli interscambi tra i due paesi ammontano a circa 40 miliardi di franchi all’anno.

L’Italia è il secondo principale fornitore (11% delle importazioni svizzere) e costituisce il

terzo mercato d’esportazione (9% delle esportazioni svizzere).

La Svizzera è il sesto investitore svizzero in Italia (27 miliardi di franchi a fine 2008) e le imprese svizzere nella vicina Penisola danno lavoro a circa 78’000 persone.

Gli investimenti italiani nella Confederazione, a cui sono legati 13’000 posti di lavoro, ammontano a 6 miliardi di franchi all’anno.

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