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Compensazione del CO2 spiegata in due minuti

La compensazione delle emissioni di COsarà uno dei principali punti di attrito alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26) a Glasgow. Come funziona e chi ne fa uso?

Le nazioni che partecipano all’Accordo di Parigi sono tenute ad aggiornare i loro impegni alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà in Scozia dal 31 ottobre al 12 novembre (COP26). L’obiettivo dell’accordo è di ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra nel tentativo di limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

I Paesi possono raggiungere la neutralità climatica limitando la quantità di gas serra che producono e compensando le emissioni che non possono essere ridotte. Il mercato della compensazione del CO2 è diventato sempre più attrattivo per Paesi, aziende e individui. Questo consente di finanziare, ad esempio, progetti che aspirano il CO2 dall’atmosfera o che ne riducono il rilascio.

Compensazione obbligatoria o volontaria

In Svizzera, le centrali termiche a combustibili fossili e le imprese con elevate emissioni, come i produttori di cemento e alcune aziende chimiche, sono obbligati a partecipare al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE. Le aziende ricevono o comprano dei diritti di emissione che possono essere scambiati tra di loro. Le imprese di media dimensione possono aderire volontariamente al sistema.

Compensare il CO2 è possibile anche a livello individuale. Molte piattaforme – come UN Carbon offset o myclimate.ch – permettono alle persone di calcolare la loro impronta di carbonio e di scegliere di finanziare, ad esempio, dei progetti di riforestazione o di energia rinnovabile. 

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Le promesse e le azioni della Svizzera

La Svizzera intende dimezzare le sue emissioni entro il 2030 (rispetto al 1990) e raggiungere un bilancio netto pari a zero entro il 2050. La tabella di marcia del governo include misure nei settori industriali, l’efficienza energetica negli edifici e investimenti in progetti che riducono la quantità di CO2 rilasciata nell’atmosfera.

La Svizzera ha fallito il suo obiettivo intermedio per il 2020 di ridurre le emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990. Ha raggiunto solo una riduzione del 14%. Per adempiere agli obblighi dell’Accordo di Parigi, il governo svizzero si appoggia su una serie di strumenti, tra cui la cosiddetta “legge sul CO2“. Una revisione della legge contenente nuove misure è però stata respinta alle urne nel giugno 2021.

La Svizzera ha finora firmato accordi con Perù, Ghana, Senegal, Georgia, Dominica e Vanuatu per compensare le sue emissioni. Gli investimenti finanzieranno impianti a biogas, pannelli solari e impianti a energia geotermica, così come programmi volti ad aumentare l’efficienza energetica negli edifici e ad elettrificare i trasporti pubblici.

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Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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