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Carla Del Ponte taccia Assad di essere “al top dei criminali”

Membro della Commissione d'inchiesta dell'ONU sulla Siria, la svizzera Carla Del Ponte non usa mezzi termini: il presidente Bashar al-Assad è responsabile di un gran numero di morti civili e dunque deve essere processato per crimini di guerra. Keystone

La Commissione d'inchiesta dell'ONU sulla Siria ha accusato "tutte le parti" in conflitto di aver commesso crimini di guerra nella battaglia per Aleppo. In un'intervista alla televisione svizzera di lingua francese RTS, Carla Del Ponte, membro della commissione, ha auspicato che il presidente Bashar al-Assad sia portato davanti alla giustizia.

Il nuovo rapportoCollegamento esterno di 37 pagine della commissione – pubblicato mercoledì a Ginevra, mentre nella città sul Lago Lemano sono in corso i colloqui di pace siriani – documenta le atrocità commesse nel periodo dal 21 luglio 2016, data dell’inizio dell’assedio di Aleppo da parte delle forze che sostengono il regime siriano, al 22 dicembre quando la città è stata riconquistata. Nel documento è descritto in dettaglio come le forze siriane e russe hanno condotto attacchi aerei giornalieri sulla parte orientale di Aleppo, in mano ai ribelli, uccidendo centinaia di civili e distruggendo ospedali, scuole e case.

Per la prima volta, la commissione indipendente, istituita nel 2011 dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU, ha accusato le forze governative siriane di aver preso deliberatamente di mira il convoglio umanitario bombardato in settembre nella regione di Aleppo. Il raid ha provocato almeno dieci vittime.

L’istituzione presieduta dal brasiliano Paulo Sergio Pinheiro denuncia un attacco “particolarmente estremo” di 30 minuti. “Il tipo di munizioni impiegate, le dimensioni della zona presa di mira e la durata dell’attacco suggeriscono fortemente che esso è stato progettato in modo meticoloso e condotto ferocemente dall’aviazione siriana”, scrive la commissione.

Alla fine di dicembre, investigazioni interne all’ONU erano giunte alla conclusione che i responsabili di questo bombardamento aereo contro gli umanitari non potevano essere identificati. Il convoglio di una trentina di camion trasportava aiuti umanitari destinati alla città di Orum al-Kubra, nella provincia di Aleppo.

La commissione d’inchiesta ha “ricevuto le informazioni e le prove necessarie” per mettere in causa le forze governative, ha dichiarato alla stampa Carla Del Ponte. Secondo Paulo Sergio Pinheiro, numerosi Stati membri dell’ONU possiedono video che consentono di identificare i tipi di arma impiegati e forniscono indicazioni sugli apparecchi che le hanno attivate.

Quanto ai ribelli sono accusati di aver preso sistematicamente di mira i civili nella parte occidentale della città. Decine di persone sono state uccise in attacchi indiscriminati condotti con ordigni improvvisati. Nella parte orientale di Aleppo, i ribelli hanno impedito “con la violenza” i civili di mettersi al riparo e li hanno impiegati come scudi umani.

Il volume delle violenze in questa regione è “senza precedenti” nel conflitto siriano – ha detto Pinheiro – e dimostra a che punto le parti omettono di rispettare il diritto internazionale e non temono di dover rispondere dei loro atti.

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Per la stesura del rapporto sono state ascoltate quasi 300 persone, fra vittime e testimoni. Indicazioni sono pure state fornite da Stati membri. Il regime siriano, invece, rifiuta tuttora “contatti diretti”, ha deplorato Pinheiro, che denuncia peraltro il sostegno dato da certi Stati alle parti in conflitto, in particolare ai gruppi armati.

La commissione invita la comunità internazionale a sostenere il nuovo meccanismo, deciso due mesi fa a Nuova York, che sarà incaricato di preparare a Ginevra i dossier penali per i crimini più gravi perpetrati in Siria. Questo meccanismo dovrà riunire “ulteriori prove” sulle violazioni menzionate dal rapporto, ritiene la commissione, che invita gli Stati a sostenere le trattative in corso attualmente a Ginevra.

Carla Del Ponte ha rifiutato di dirigere il nuovo meccanismo, ritenendo che “altri procuratori più giovani possano farlo”. L’ex procuratrice svizzera è persuasa che i siriani otterranno un giorno giustizia presso un tribunale speciale.

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