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Commercio equo contro la povertà

Per il ministro dell'economia, Joseph Deiss, la povertà non è solo un problema dei poveri swissinfo.ch

Una maggiore equità nel commercio mondiale rappresenta uno dei presupposti per il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi in via di sviluppo.

La svizzera sostiene attivamente questa via, come testimoniato da un simposio tenuto a Berna, a cui ha partecipato anche Joseph Deiss.

Gli accordi dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) dovrebbero essere meglio armonizzati con le esigenze dei Paesi in via di sviluppo (PVS): lo ha auspicato il ministro dell’economia Joseph Deiss, intervenendo lunedì a Berna al primo simposio «Fair Trade Fair» (FTF).

Affinché ci sia più equità nel commercio mondiale occorre che i PVS abbiano più voce in capitolo in seno alla WTO e che dispongano di maggior flessibilità per l’applicazione delle norme WTO, ha osservato il consigliere federale.

A suo avviso, l’iniqua ripartizione dei vantaggi della globalizzazione rappresenta un pericolo sempre maggiore per un’economia mondiale di libero mercato. «La povertà non è solo un problema dei poveri», ha sottolineato Deiss.

Anche nell’interesse delle multinazionali

In questo contesto, il commercio equo aiuta gli imprenditori a capire che un commercio rispettoso della socialità e dell’ambiente porta anche vantaggi economici. Secondo il consigliere federale, la WTO e le multinazionali hanno dunque interesse a favorirne la propagazione.

Al simposio hanno preso parte esperti provenienti da tutto il mondo: oltre alla conferenza plenaria, sono stati organizzati seminari su svariati temi legati al commercio equo. La manifestazione ha pure voluto coinvolgere anche la popolazione, tramite bancarelle in cui veniva distribuita documentazione informativa e venivano venduti prodotti del commercio equo.

Partita di calcio simbolica

Alla stazione centrale di Berna, Pane per i fratelli e Sacrificio quaresimale hanno inoltre organizzato un’insolita partita di calcio fra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo: i primi erano perfettamente equipaggiati, come veri professionisti del gioco del pallone, mentre i secondi indossavano scarponi ed portavano sulle spalle zaini e pesi.

L’arbitro, che rappresentava la WTO, parteggiava palesemente per i Paesi industrializzati. Simbolicamente l’incontro voleva evidenziare le disparità di mezzi con cui si battono i Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli industrializzati.

Contestazioni degli attivisti no-global

Il simposio non ha peraltro raccolto consensi unanimi: la «Fiera del mercato equo» è stata contestata da un gruppetto di antiglobal che hanno occupato gli uffici del Segretariato di Stato dell’economia (Seco).

In questo modo i manifestanti hanno voluto criticare il fatto che, da una parte, il Seco sia lo sponsor principale del FTD e, dall’altra, si appresti a sostenere posizioni neoliberali alla conferenza della WTO, in programma a Cancun (Messico) dal 10 al 14 settembre.

Fuori dall’edificio che ospita il Seco, i manifestanti hanno anche distribuito volantini ai passanti. La protesta si è svolta pacificamente, ha indicato la polizia.

swissinfo e agenzie

1 settembre 2003: primo simposio Fair Trade Fair a Berna
10 -14 settembre 2003: vertice WTO a Cancun (Messico)
2002: il commercio equo ha raggiunto un fatturato di 212 milioni di franchi in Svizzera.

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